Un popolo scomparso nella guerra 1914-18 – Di Alberto Pattini

Oggi con ritrovo in piazza Duomo alle ore 18.00 il circolo Gasmayer commemora gli 11.440 trentini e i 1.032 di Trento caduti per l'Impero austro-ungarico

Oggi con ritrovo in piazza Duomo alle ore 18.00 il circolo Gasmayer commemora gli 11.440 trentini e i 1.032 di Trento caduti per l'Impero austro-ungarico e verrà depositata una corona sotto la lapide marmorea di Palazzo Thunn posta nel 2008 a perenne memoria dei milletrentadue caduti della città di Trento per l'Impero austroungarico nella tragica guerra del 1914-1918.
 
In seguito all’ordine di mobilitazione emanato dall’Imperatore d’Austria e Ungheria Francesco Giuseppe il 31 luglio 1914 circa 55.000 trentini furono arruolati nell’esercito austroungarico e spediti sul fronte orientale a combattere contro Serbi e Russi, tra il 1914 e il 1917 e sul fronte italiano dal 1915.
Qui i soldati trentini conobbero il volto crudele della guerra moderna e pagarono un pesantissimo tributo: alla fine del conflitto si dovettero contare, secondo la ricerca del Museo della guerra di Rovereto, 11.440 caduti anche se il numero non è definitivo, nonché numerosissimi feriti e prigionieri.
 
Gli arruolati della città di Trento e sobborghi erano prevalentemente inquadrati nei 4 reggimenti Tiroler Kaiserjäger -T.K.J.- (Cacciatori tirolesi dell’Imperatore). I restanti appartenevano ai 3 reggimenti da montagna Tiroler Landesschützen (Bersaglieri provinciali), al 14° reggimento di artiglieria di montagna, al reggimento degli Tiroler Standschützen (Bersaglieri territoriali) e in numero molto minore ad altre unità dell’esercito comune e della Landwehr.
Dopo la catastrofica fase iniziale con ingenti perdite, nel novembre 1914 venne anticipata la leva al ventesimo anno (nati nel 1894) e nel maggio 1915 fu estesa al cinquantesimo anno (classe 1865).
Nel 1916 furono chiamati alle armi i diciottenni e nel 1917 i diciassettenni, dunque la mobilitazione progressivamente si estese ai nati negli anni 1865-1900.
 
Il 7 agosto 1914 alle ore 8.30 i primi arruolati di Trento appartenenti al battaglione di stanza a Trento del I reggimento Tiroler Kaiserjäger partirono in forma solenne dalla stazione di piazza Dante per la tragica avventura della guerra con destinazione Galizia-Bucovina-Serbia, salutati dalle autorità politiche, militari e religiose e da una folla in festa su vagoni abbelliti da bandiere e di fiori.
 
Al momento della partenza il Municipio di Trento fece distribuire a tutti un sacchetto di confetti, le Cantine riunite consegnarono una bottiglia di vino bianco con l’etichetta «salute e auguri», il Sindacato distribuì pane, birra, salame e formaggio.
Giuseppe Lunelli di Cognola, che era su quel treno racconta il momento del congedo dalla madre:«…e mia madre mi disse: Va figlio in guerra raccomandati e confida nella Beata Vergine e ritornerai, si io sono sicura, tu devi ritornare addio caro figlio addio ed i miei fratelli feccero il medesimo addio Beppi edd’io col cuore strozzato  dovetti abbandonare la mia cara casa, i miei cari e non sapendo se potrò più rivederli».


 
Poi successivamente il 9 agosto alle ore 11.00 partì il II reggimento Tiroler Kaiserjäger come ci racconta Emilio Fusari nel suo diario.
«Arrivato in Trento tutto era pronto per la partenza. Andato tutto il Reg. in piazza Venezia con alquante chiachere di un colonello, a tutti ci han fatto gridare viva la guerra, ei Vittoriosi. Ai 9 agosto ore 10 matina il treno ci aspetava alla grande stazione di Trento per condurci sul campo della sventura.
«Alle 11 un fiscio ci anuncia la partenza. Guardai ancor na volta il nostro bel Trentino, i bei monti che lo circonda, e la immensa valle ove codetti di una gioia non mai conosciuta. Il cielo azuro. Trento inmenso di allegria. Lungo l’adige tutto e quiete e il treno si muove e parte verso il destino. Fra li evviva e i incoraggiamenti dei nostri cari frateli Trentini il Treno si alontano dal bel Trento di gran fuga ci porta lontani fra gente ingonosciuto amaramente presi parte a quel viaggio di morte.»
 
La ricerca dei soldati caduti della Città di Trento e sobborghi nella Prima Guerra Mondiale per l’esercito austroungarico è stato condotta da chi vi scrive, con grande difficoltà per la incompletezza della documentazione ufficiale, nel periodo dal 1998 al 2000 per conto del Museo Storico in Trento e pubblicata nel 2000 sul sito internet www.museostorico.tn.it e dal quotidiano L’Alto Adige il 2 novembre 2000 pp. 27-30 con il titolo «Tutti i soldati di Trento e dei sobborghi morti nella Grande Guerra» a cura di Mauro Lando.
 
Molti morirono sul campo di battaglia, mentre altri per le ferite riportate o per malattia (soprattutto Tifo) negli ospedali militari di Praga, Wels, Innsbruck, Wien, Linz, Graz, Salzburg, Festung, Bolzano, Merano e Trento, altri ancora in prigionia nei campi di concentramento in Russia e Siberia ed infine alcuni furono considerati dispersi.
Le perdite militari della città di Trento durante la Prima Guerra Mondiale furono ingenti: 634 caduti dei sobborghi, all’epoca comuni indipendenti, su una popolazione di 17.324 residenti secondo il censimento del 1910, nonché 398 del nucleo cittadino su una popolazione di 23.940, per un totale di 1.032 caduti su 41.264 abitanti.
 
Ricordiamo alcuni cimiteri di guerra dove sono sepolti i soldati della città di Trento e sobborghi: in Polonia ex Galizia – n. 49 Blechnarka Nowy-Sącz, n. 198 Bonie-Tarnów, n. 276 Brzesko, n. 57 Uście Gorlickie Nowy-Sącz, n. 193 Dabrowa Szczepanówska-Pleśna, n. 185 Lichwin-Tarnów, n. 191 Lubcza Szczepanówska-Lubinka, n. 192 Lubcza Szczepanówska, n. 177 Owczówek-Woznicza, n. 80 Sekowa Nowy-Sącz, n. 205 Waki,  in Ucraina: Zovtancy, in Trentino: Bondo, Cavalese, Folgaria, Olle di Borgo, Peio.
 
 Dal libro
A. Pattini (a cura), I mille e più soldati di Trento e sobborghi dell’esercito austro ungarico caduti nel 1914-1918, Comune di Trento - Presidenza del Consiglio Comunale di Trento ed., Trento, luglio 2008
La foto rappresenta lo scoprimento della lapide da parte dell'ex Presidente del Consiglio comunale di Trento Alberto Pattini e dell' ex Vicesindaco Alessandro Andretta il 26 luglio 2008, dove oggi verrà deposta una corona da parte del Circolo Gasmayer
 
Alberto Pattini
(Il Taumaturgo)