Terza giornata del Trentino Book Festival 2016 – Di Luciana Grillo

Magdi Cristiano Allam e Vito Mancuso hanno parlato di Filosofia e di religioni, mentre Mann e Bach e «Brilla» sono state la colonna sonora

Tutto inizia con Laboratorio e lettura per bambini, «Topo Tip. Non voglio fare il bagnetto!» e continua con il bell’intervento di Alberto Pellai, psicoterapeuta attento ai nativi digitali, al loro ambiente di vita, alle tecnologie invadenti e spesso pericolose.
Dopo un po’, è la volta del vino, delle etichette italiane e straniere raccontate da Francesca Negri e dal sommelier Paolo Benati che ha guidato gli ospiti nella degustazione di Trentodoc.
Il Trentino Book Festival non poteva non rivolgere lo sguardo allo sport, quindi si è parlato di alpinismo con Heinz Steinkotter e di calcio con il non dimenticato campione Franco Causio.
 
Di filosofia e di religioni hanno conversato Magdi Cristiano Allam e Vito Mancuso, mentre un’originale accoppiata tra Mann e Bach e la piccola opera rock di Pino Loperfido, «Brilla» sono state la colonna sonora di questa terza ricchissima giornata, caratterizzata dalla presenza di tre donne assai diverse tra loro, ma sicuramente interessanti, vista anche l’affluenza del pubblico agli incontri:
Mariapia Veladiano, la scrittrice che ama i fiori e l’arte, che ci ha richiamato alle nostre responsabilità nei confronti di chi è solo, di chi è fragile e delle nuove generazioni;
Sveva Casati Modignani, autrice di circa trenta romanzi di grande successo che hanno descritto la società italiana ed i cambiamenti intervenuti, a partire dal primo novecento;
Serena Dandini, giornalista e romanziera, dotata di senso dell’umorismo e della capacità di approfondire sentimenti ed emozioni.
 
Ecco, il TBF 2016 è finito. Un bilancio?
Personalmente, l’incontro ravvicinato con tre scrittrici (Rattaro, Veladiano, Casati Modignani) - accompagnato dal Soroptimist International club di Trento di cui sono socia e dal ben visibile Posto Occupato allestito in ricordo delle donne vittime di violenza, uccise dall’uomo che diceva di amarle - rappresenta per me un arricchimento umano e professionale, così come la testimonianza accorata di Serenella Antoniazzi mi ha fatto riflettere sull’imprenditoria, sulla correttezza, sul rapporto tra datori di lavoro e dipendenti, sulla solidarietà che si manifesta quando meno te l’aspetti.
Chi ha messo in piedi con intuizione felice il TBF - Pino Loperfido e le «Balene di montagna» - ha lavorato con dedizione assoluta… sicuramente tutti sono stanchi ma felici del successo e da domani, ci giurerei! cominceranno a pensare all’edizione numero 7.
 
Luciana Grillo – [email protected]