Vigilanza in ateneo: la normativa provinciale tutela i dipendenti
«Questi appalti prevedono la cosiddetta clausola sociale che garantisce la continuità occupazionale dei lavoratori in capo alle nuove società aggiudicatarie»
In riferimento alla notizia diffusa oggi da altra stampa per cui i 54 dipendenti della cooperativa Mimosa, occupati nel servizio di vigilanza delle sedi dell’Università di Trento, sarebbero a rischio licenziamento a causa di una nuova aggiudicazione del servizio, l’assessore allo sviluppo economico e lavoro sottolinea che la Provincia non si è affatto disinteressato alla loro sorte, come peraltro a quella di tutti gli altri lavoratori che possono venirsi a trovare nella stessa situazione a seguito delle evoluzioni della libera contrattazione in materia di forniture di servizi.
Questo genere di appalti prevede infatti la cosiddetta «clausola sociale» che garantisce la continuità occupazionale dei lavoratori in capo alle nuove società aggiudicatarie.
Ciò in base proprio ad una legge provinciale, la 2/2016, che stabilisce come il fornitore sia tenuto a garantire al momento del subentro la continuità dei rapporti di lavoro in essere con il personale impiegato nei servizi in appalto, ferma restando la sua facoltà di armonizzare successivamente l’organizzazione del lavoro, previo confronto sindacale, con le proprie esigenze organizzative.
La Provincia autonoma rimane come sempre a disposizione delle parti, qualora richiedano l’apertura di un tavolo di confronto, al fine di approfondire gli aspetti giuslavoristici della questione.
Ciò che la Provincia può fare, infatti, è proprio creare la cornice all’interno della quale queste situazioni spossano evolversi in maniera regolare e non-traumatica per tutti gli attori coinvolti.
Non è possibile invece anticipare o prevedere il maturare di problematiche specifiche riguardanti un singolo appalto.