La Caritas avverte: In Trentino ci sono sempre più poveri
Molti sono stranieri dell’est o del Magreb, ma cresce anche il numero dei Trentini
Il rapporto annuale della Caritas Trento non lascia dubbi: in Trentino i poveri sono aumentati in un anno del 5 percento.
Non sono solo stranieri quelli in difficoltà: sono sempre più numerosi anche i trentini che bussano alle porte della Caritas e delle altre decine di strutture di solidarietà sparse nel territorio per chiedere aiuto.
Anche coloro che chiedono semplicemente pacchi viveri sono in forte crescita, con un più 16%.
Si parla di nuovi poveri, che consistono in famiglie e persone senza reti affettive, che non riescono più a far fronte alla perdita del lavoro o al canone di un affitto.
In certi casi è la semplice separazione dal coniuge che porta allo stato di oggettiva difficoltà.
Gli stranieri in difficoltà, nel complesso sono circa il 74% delle persone riscontrate.
Le principali aree di provenienza restano l’Est Europa e il Maghreb.
Rispetto all’anno precedente la percentuale degli stranieri poveri è aumentata del 3%.
È da evidenziare un aumento complessivo degli italiani, che passano da 786 nel 2010 a 826 nel 2011 (per un aumento percentuale del 5%, pari a 40 persone).
I nuclei familiari seguiti sono 1.456.
In alcuni Centri di Ascolto (a Trento, Mori, Levico e a Pergine) è da segnalare l’aumento delle famiglie bisognose.
Questo aumento ha riguardato anche i servizi del Credito Solidale.
Le richieste inoltrate nel 2011 sono state 15.504, con un aumento del 12% rispetto al 2010, e le richieste principali sono le seguenti.
- la principale richiesta è il pacco viveri;
- aiuto economico;
- prestiti presso gli sportelli del Credito Solidale.
Nei servizi Fondazione Comunità Solidale si è verificato un aumento delle presenze totali. Dal 2010 al 2011 l’incremento registrato è quasi del 9% (pari, in numeri assoluti, a 194 persone).
Anche per il 2011 gli stranieri sono la maggior parte delle persone incontrate, con un aumento dell'11% (pari a 193 persone).
Le case di accoglienza di Trento e Rovereto segnalano la crescente difficoltà a soddisfare tutte le richieste di accoglienza e un aumento delle persone che frequentano tutto l’anno le strutture.
Queste le povertà incontrate.
Il Centro Diurno di Rovereto è stato frequentato anche da persone con un’abitazione di proprietà ma che vivono senza reti affettive e di sostegno.
Gli appartamenti semiprotetti hanno registrato un aumento delle situazioni «borderline».
In questi casi si tratta di persone che hanno avuto una vita «apparentemente normale» all’interno della quale hanno saputo «camuffare» per un certo periodo difficoltà che con l’andare del tempo si sono amplificate e le hanno portate a perdere casa, lavoro, famigliari e amici di riferimento, denaro e credibilità.
Aumenta la presenza di lavoratori senza una dimora.
La Casa di Accoglienza Mons. Bonomelli di Trento segnala un incremento delle richieste di accoglienza di lavoratori.