Nuovo aggiornamento dal Campo Base Nanga Parbat (4.230 m.)

Spedizione Simone Moro e Denis Urubko – Di Virna Pierobon

Oggi alle ore 16.00 italiane (+4 locali), nuovo aggiornamento, dal campo base della spedizione di Simone Moro e Denis Urubko, grazie alla disponibilità del fotografo ufficiale Matteo Zanga, che tiene anche i contatti con l’esterno.
Dopo tre giorni di neve, ne sono caduti una ventina di cm. circa,  molto polverosa, oggi finalmente è tornato il sereno, con una giornata cristallina, accompagnata nella notte da una temperatura di -30.
 
Simone Moro e Denis Urubko, scalpitavano per ripartire dopo alcuni giorni di forzata inattività e sosta al campo base.
Così sono partiti questa mattina verso il Ganalo Peak, che è il loro primo obiettivo per portare a termine nel migliore dei modi l’acclimatamento, prima di affrontare l’ascesa ben più impegnativa alla vetta del Nanga Parbat, prevista per le prossime settimane.
 
Questa notte i due alpinisti dormiranno in quota esattamente a 5.222 m., in un campo avanzato che li avvicina al raggiungimento della vetta del Ganalo Peak.
Simone Moro ha aggiornato personalmente via radio il campo base sulla loro posizione e condizioni di avanzamento.
 
Al campo base, è rientrato invece nel primo pomeriggio, Tomasz, uno dei tre alpinisti polacchi di stanza al campo base.
Causa del rientro anticipato, pare un’incomprensione con i compagni di cordata.
 
I tre, stanno tentando la salita al Nanga Parbat seguendo la via Kinshofer.
Questo e’ il loro primo 8.000.
 
Tra gli alpinisti presenti al campo base, si è instaurato un bel rapporto di reciproca cooperazione.
Questi ragazzi vivono e praticano un alpinismo da veri puristi, con quel quid di sana follia che a queste altitudini, è veramente auspicabile li protegga dalle insidie della grande montagna.
 
Dicono di volerla affrontare per vivere questa dimensione della quota, senza però avere ambizione estrema di raggiungerne la vetta.
Sia Simone, che Denis hanno cercato di supportarli quanto più possibile, tanto che gli è stata prestata anche una corda dinamica, ne occorrono almeno 2.000 metri per affrontare la salita e di cui loro erano sprovvisti.
 
Inoltre sono stati accuratamente istruiti sulle caratteristiche tecniche della via Kinshofer, che vogliono affrontare.
Abbiamo chiesto,  tramite Matteo Zanga, come mai «osino» il Nanga Parbat, in inverno.
 
La ragione è meramente economica, il permesso di salita estivo costa ben 6.000 dollari, quello invernale appena 600.
Al prossimo aggiornamento dal campo base Nanga Parbat.
 
Virna Pierobon
v.pierobon@l’adigetto.it 
 
 Potete seguire la spedizione anche su
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