La mortalità infantile in Trentino – Di Nadia Clementi
Ne parliamo col Direttore responsabile del Reparto Epidemiologia dott. Silvano Piffer
Il dott. Silvano Piffer, responsabile del Reparto di Epidemiologia dell’Azienda Sanitaria di Trento, in collaborazione con il dott. Roberto Rizzello e la dott.ssa Antonella D’Alpaos, ha redatto il rapporto sulla mortalità in età pediatrica e adolescenziale della nostra Provincia.
L’indagine considera tutti i decessi avvenuti in età tra il primo anno di vita e i 19 anni, dall'anno 2000 al 2012.
Nel periodo considerato si sono registrati 191 decessi (122 maschi e 69 femmine) con una media annuale di circa 15, in decremento nel tempo fino ad arrivare a un numero di decessi pari a 9 nell'anno 2012.
La mortalità in età 1-4 anni rappresenta mediamente il 20,4% sul totale e la quota più consistente nella fascia di età 1-14 anni (41,5% in media). Le fasce di età 1-14 e 15-19 anni si ripartiscono in modo sostanzialmente equo (rispettivamente il 49,2% ed il 50,8%).
L'evento maggiormente ricorrente tra le cause di morte violenta è l'incidente stradale (55,6%), rappresenta il 28,7% sul totale di tutte le cause di morte. In 8 casi su 10 risultano coinvolti i maschi.
Seguono i suicidi con 11 casi (11% di tutti i decessi per causa violenta, 5,7% dei decessi in età 1-19 anni), di cui 6 per precipitazione e 5 per impiccagione. In 6 casi su 11 (54,5%) sono coinvolte le femmine.
Da segnalare sono poi i decessi per caduta accidentale (8,1% per causa violenta, 4,1% dei decessi per tutte le cause), per incendio (6,1% dei decessi per cause violente, 3,1% dei decessi per tutte le cause), per annegamento (5,1% dei decessi per cause violente, 2,6% dei decessi per tutte le cause), e per incidente da macchina agricola (5,1% dei decessi per cause violente, 2,6% dei decessi per tutte le cause).
Tra i decessi per causa violenta, 4 su 10 rientrano nel novero degli incidenti domestici in casa come traumatismi ed avvelenamenti.
Il settore nosologico prevalente tra le cause naturali di morte in età 1-19 anni è quello dei tumori con 29 casi (31,5% delle cause naturali, 15,2% di tutte le cause di morte).
Tra questi prevalgono i tumori cerebrali (9 casi), le leucemie (6 casi), i tumori ossei (6 casi), e ai tessuti molli (4 casi).
Tra le malattie cardiovascolari si ha una equi ripartizione tra patologie cardiache e cerebrovascolari; tra le patologie neurologiche si ha una prevalenza di condizioni ad impronta eredo-familiare, come distrofie muscolari progressive.
L'80% dei decessi ha luogo in provincia di Trento e nel 53% dei casi presso un istituto di cura pubblico o privato, senza rilevanti differenze da un anno all'altro.
Circa il 7% dei casi riguarda bambini di cittadinanza straniera, la cui prevalenza risulta maggiore in età 1-4 anni. Non emerge invece alcuna differenza fra italiani e stranieri in relazione al tasso di mortalità. Gli ultimi presentano un valore inferiore rispetto ai primi.
L'analisi della mortalità continua a rappresentare un rilevante strumento per analizzare l'evoluzione dello stato di salute di una popolazione, utile per una migliore strategia preventiva.
La conoscenza epidemiologica degli incidenti permette infatti di individuarne i fattori di rischio ambientali e quelli intrinseci in alcune attività o comportamenti tipici dell’età evolutiva.
Si può così migliorare l’informazione dei genitori e degli educatori, così come stimolare interventi legislativi mirati a modificare gli ambienti di vita e ad intervenire sui comportamenti del bambino e dell’adolescente.
Dell’indagine che abbiamo in sintesi illustrato e dell’importanza della prevenzione in particolare per i casi di incidenti a causa violenta, ne parliamo con il curatore del rapporto di mortalità, il dott. Silvano Piffer.
Chi è il dott. Silvano Piffer Si è laureato presso l’Università di Padova, sede di Verona, nel 1981. È specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Oncologia e Statistica Sanitaria. Dopo un primo periodo di formazione in ospedale, ha svolto l’attività nei servizi territoriali. Nel 1995 ha istituito l’Osservatorio Epidemiologico dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, dirigendolo fino al 2010. Dal 2011 è direttore del Servizio Epidemiologia Clinica e Valutativa dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Dal 1998 dirige il registro Tumori di Popolazione della Provincia di Trento. I principali campi di interesse sono l’epidemiologia oncologica, l’epidemiologia materno-infantile e la valutazione dei servizi e delle attività sanitarie. Collabora con vari network di ricerca a livello nazionale e internazionale. |
Dott. Piffer, perché viene stilato un Rapporto sulla mortalità in età pediatrica e adolescenziale?
«L’analisi delle cause di morte rappresenta un aspetto importante per valutare lo stato di salute della popolazione e verificare nel contempo quali cause o quanta parte di esse avrebbero potuto essere evitate applicando al meglio le azioni di prevenzione primaria, secondaria e le migliori cure possibili.
«Questo è valido per l’intera popolazione e in modo particolare per i bambini e gli adolescenti, dove sappiamo che le cause che incidono maggiormente sono i tumori e gli incidenti.»
Vedo che il rapporto considera tutti i decessi avvenuti dal 2000 al 2012 nei residenti in Trentino in età compresa tra 1 e 19 anni. Quali sono i principali dati emersi?
«Nel periodo 2000-2012 si registrano 191 decessi di soggetti residenti di età 1-19 anni (122 maschi e 69 femmine).
«La media annuale è pari a 14,6 (9,4 maschi e 5,3 femmine).
«Se guarda la Tabella 1, vede l’andamento per classe di età e per anno per maschi e femmine.
«Dalla Figura 1 invece si può notare come le cause violente siano un po’ più frequenti delle cause naturali.»
Tab 1. Provincia di Trento. Decessi in età pediatrica-adolescenziale. Per classe di età.
Periodo 2000-2012. Valori assoluti.
Fig. 1. Provincia di Trento. Decessi in età pediatrica e adolescenziale. Tipologia della causa di morte. Casistica complessiva. Periodo 2000-2012.
Quali sono le principali cause di morte violenta nel bambino adolescente?
«Incidenti stradali, suicidi, cadute accidentali ed ustioni rappresentano le cause di morte violenta che ricorrono più frequentemente.
«Largamente in testa sono gli incidenti stradali che rappresentano il 55% delle morti per causa violenta e il 28% di tutte le morti in età 1-19 anni.»
Le cause violente sono suddivise per classi di età?
«Guardiamo ancora le tabelle che seguono.
«La seguente Tabella 2 indica decessi in provincia di Trento per causa violenta nel bambino-adolescente, con raggruppamenti della causa violenta per classe di età. Sempre per il periodo 2000-2012.
Le cause di morte violenta prevalgono leggermente sulle cause di morte naturali e aumentano con l’età. Cosa possiamo aggiungere in proposito?
«Le figure 2 (1-4 anni) e 3 (15-19 anni) consentono di verificare come il peso delle cause violente (traumatismi/avvelenamenti) aumenti con l’età e questo è diretta conseguenza della progressiva acquisizione dell’autonomia motoria del bambino, che, se non opportunamente sorvegliata/controllata, lo può esporre all’azione lesiva di agenti esterni.»
Figura 2. Trentino. Ripartizione per grandi gruppi di cause di morte. Maschi e femmine 1-4 anni.
Figura 3. Trentino. Ripartizione per grandi gruppi di cause di morte. Maschi e femmine 15-19 anni.
I decessi in età 1-19 anni sono molto più frequenti tra i maschi, quasi il doppio delle femmine:122 casi rispetto ai 69 delle femmine. Che significa?
«I diversi comportamenti tra maschi e femmine, la maggiore esposizione dei primi rispetto agli agenti lesivi esterni, fanno sì che siano a maggior rischio di evento traumatico fatale rispetto alle femmine.
«Le figure 4 e 5, che confrontano la distribuzione per cause tra maschi e femmine di 15-19 anni sono ben esplicative al riguardo.»
Distribuzione di grandi gruppi di cause di morte in età 15-19 anni. Confronto tra maschi e femmine.
Fig. 4 Maschi - Fig. 5 Femmine.
Se l’80% dei decessi avviene presso un Istituto di cura, ma quali sono i luoghi dove accadono gli eventi mortali?
«Negli eventi suicidari, il luogo di decesso è in genere la casa o l’ambiente esterno. Nel caso di altri eventi accidentali, invece, troviamo incidenti stradali, cadute, eccetera.
«I mezzi di Trentino Emergenza convogliano i soggetti presso i presidi di cura per attuare tutte le procedure di trattamento in emergenza del caso.»
I decessi nei giovani italiani rappresentano il 92% della casistica rispetto agli stranieri. È un dato in linea con i residenti nella nostra Provincia?
«Il dato è sostanzialmente in linea con i decessi degli stranieri rispetto agli italiani per tutte le età. In altre parole, per riferirsi allo specifico dell’età 1-19 anni, non si rilevano degli eccessi negli stranieri rispetto agli italiani.
«Tale dato si può dire che rappresenti un parametro di qualità, nel senso che l’essere stranieri non è associato ad una maggiore mortalità.»
A volte è necessaria l’autopsia. Cosa emerge di utile ai fini statistici?
«Il ricorso al riscontro autoptico è motivato dalla necessità di verificare l’esattezza della causa del decesso. Può quindi essere richiesto dal medico che ha preso in cura il caso, oppure sulla base di una decisione dell’autorità giudiziaria.
«Nella casistica complessiva di cui stiamo discutendo, il riscontro autoptico è stato richiesto in circa un quarto dei casi e con maggiore frequenza in età 1-4 anni.»
Dall'analisi dei decessi per cause naturali, quali dati emergono in Trentino?
«Dalla tabella 3 emerge che tre quarti dei decessi per cause naturali sono dovuti a tumori, malattie cardiocircolatorie, del sistema nervoso e malformazioni congenite.
«I tumori rappresentano la causa di morte naturale più frequente.»
Tabella 3. Provincia di Trento. Cause di morte naturale nei soggetti di età 1-19 anni. Periodo 2000-2012.
I dati provinciali rapportati con il quadro nazionale indicano che stiamo meglio o peggio del resto del Paese?
«L’andamento della mortalità 1-19 anni in provincia di Trento risulta migliore rispetto al quadro nazionale, da cui possiamo ipotizzare fondatamente l’esistenza a livello locale di un quadro assistenziale e di protezione della salute infantile-adolescenziale migliore.»
Alla luce di quanto emerge nel rapporto di mortalità, quali sono le linee guida e le raccomandazioni messe in campo dall’OMS (Organizzazione Nazionale Sanitaria) e dal Consiglio dell’Unione Europea?
«Le organizzazioni internazionali focalizzano, almeno per i paesi avanzati, sulla prevenzione ed il controllo delle cause violente di morte rapportabili ad eventi accidentali, come incidenti stradali, cadute, annegamenti eccetera.
«Si tratta di eventi in gran parte prevenibili grazie ad un’azione di tipo globale, ma anche attraverso una responsabilizzazione delle famiglie e dei singoli.»
Secondo lei gli interventi di prevenzione sono attivati in modo soddisfacente anche in Trentino?
«In provincia di Trento, l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari ha attivato da tempo delle azioni di intervento dei confronti degli incidenti stradali, degli incidenti domestici e degli eventi suicidari.
«Possiamo sicuramente affermare che hanno dato e stanno dando il loro contributo nel contenere la frequenza di questi eventi.
«È necessario peraltro continuare a mantenere e consolidate tali azioni, come suggerito d’altra parte dal Piano Nazionale e dal Piano Provinciale di Prevenzione.»
Nadia Clementi - [email protected]
Dott. Silvano Piffer - [email protected]