Immigrati, ancora un giudice che annulla un provvedimento
«L’Egitto non è un Paese sicuro» – Ma allora non potremo mai rimandare a casa gli immigrati pericolosi?
In barba a quanto stabilito dal potere esecutivo, un giudice di Catania non ha convalidato la disposizione del questore di Ragusa, precisando che prima deve verificare che l’Egitto sia un Paese sicuro.
L'Egitto rientra nell'elenco dei 19 Paesi che, in base al decreto varato lunedì scorso dal governo Meloni, sono considerati «sicuri».
Questo dovrebbe consentire l'espulsione «per direttissima» del migrante di origini egiziane, senza esaminare la domanda di protezione.
Ma poiché l’Egitto è un Paese in cui viene praticata la pena di morte, si legge in sentenza, l’immigrato in questione non può essere rimpatriato.
Il principio umanitario è corretto, ma allora per la stessa ragione non potrebbero rimpatriare neanche cittadini americani. Ma in realtà non è così, perché negli USA non vengono estradati solo i colpevoli di reati che comportino la pena di morte.
Però così il problema sembra irrisolvibile, perché sono ben pochi gli stati definibili «sicuri».
Non solo. Con questa logica i cittadini di paesi definiti non sicuri emigreranno in Italia perché sanno che non verranno espulsi.
La prospettiva è davvero sconcertante e ha ragione Salvini a dire che in questo modo è l’Italia a diventare un paese insicuro.
La nostra impressione è che il popolo italiano su questo argomento stia dalla parte del governo italiano. E se le sinistre insisteranno con questa politica di buonismo di comodo, ci si perdoni il termine, perderanno sempre più consensi.
Si registrano ogni giorno reati commessi da immigrati, regolari o irregolari che siano.
Nei giorni scorsi ci sono stati stupri e oggi il controllore di un treno è stato accoltellato da due ragazzi che non volevano pagare il biglietto. La vittima è grave.
Gli aggressori sono due giovanissimi nordafricani, 21 anni lui, 16 anni lei. Lui è stato arrestato e lei denunciata.
E non andrebbero rimandati al loro Paese, sicuro o insicuro che sia?
Ciliegina sulla torta, i sindacati delle ferrovie hanno indetto uno sciopero di otto ore per protestare contro la mancanza di sicurezza nei treni.
Quindi per loro i colpevoli sono ancora il governo da una parte e i cittadini dall’altra.
Da una parte il Governo dovrebbe aumentare gli agenti di polizia ferroviaria, a patto che non sparino come a Verona.
Dall’altra, a pagare i disagi dello sciopero sono ancora una volta dei cittadini che non hanno fatto nulla i male.
GdM