Il CdA del Mediocredito approva il bilancio 2013
La Banca per l’impresa registra la debolezza della domanda per investimenti
Il 2013 è stato un anno difficile per la nostra economia che tarda a riprendersi dopo questi anni di crisi in cui si è perso circa un quarto della base produttiva del Paese.
Mediocredito - la banca regionale per l’impresa - risente della debolezza delle richieste di impiego per le attività e gli investimenti da parte delle piccole e medie imprese e registra un calo dei crediti complessivi, peraltro allineato con quello generale del sistema relativo agli impieghi alle società non finanziarie.
Sotto il profilo economico, la banca esprime tuttavia un margine di intermediazione ancora in crescita rispetto al 2012 e un contenimento della dinamica delle spese amministrative, con un rapporto cost/income (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) in ulteriore sensibile calo ed attestato su livelli di eccellenza.
Il costo del rischio, ancora intensificatosi per l’aumento delle partite in sofferenza e per l’erosione dei valori dei presidi di garanzia, porta ad un utile netto di 1,3 milioni di euro.
L’attività
Il forte calo della domanda, derivante dal perdurare del trend negativo dell’attività delle imprese e degli investimenti, ha determinato un sensibile rallentamento dei volumi di nuovo credito concessi (-22,8% per numero di operazioni e -31,4% per importo) e dei conseguenti livelli di erogazioni.
Anche nelle attività di investment banking si è ridotta la componente dei ricavi da servizi e consulenza, in particolare nel segmento della finanza d’impresa, in un quadro di generale debolezza anche del comparto delle operazioni di finanza straordinaria.
La Banca non ha però rallentato la ricerca di soluzioni utili a favorire il superamento della pesante fase congiunturale delle imprese sia con l’attivazione di nuovi strumenti per l’internazionalizzazione - integrando i già operativi rapporti di collaborazione con SACE con la stipula di accordi con Simest e con Finest - sia con la messa a punto di nuove linee di credito agevolate dalle strutture pubbliche locali (Fondi di Rotazione della Provincia Autonoma di Trento), sia con l’attivazione di un nuovo prestito globale BEI a favore delle piccole medie imprese regionali.
I crediti verso la clientela hanno registrato un calo del 5,4% nel confronto con lo stesso dato dell’esercizio passato. Per ripartizione geografica, il Trentino Alto Adige si conferma il principale mercato della banca: qui è concentrato il 47% del totale del portafoglio crediti, stabile rispetto al 2012.
Il restante è distribuito tra Veneto (23,9%), Lombardia (11,7%), Emilia Romagna (9,1%) e altre aree (8,5%).
Sempre elevati ed in crescita i coefficienti patrimoniali della Banca, più che allineati alle previsioni di Basilea III.
La sinergia con il credito cooperativo
Prosegue su più fronti il consolidato rapporto con il sistema del credito cooperativo: al contingente rallentamento dell’operatività negli impieghi in sinergia con il sistema stesso (27,0% del totale) si contrappone un crescente contributo del credito cooperativo nelle attività di provvista.
Sempre sostenuto il livello dell’operatività sussidiaria al credito cooperativo a livello regionale dove meglio si esprime il ruolo del Mediocredito, con le due Casse Centrali, a interpretazione delle esigenze delle rispettive associate su specifiche aree specialistiche.
La provvista
Nel 2013 la provvista non ha presentato particolari criticità ed i nuovi flussi per 317,5 milioni di euro sono stati incentrati sull’emissione di prestiti obbligazionari, in gran parte nell’ambito del programma EMTN, collocati su istituzioni regionali di sistema.
La redditività
Il 2013 è stato un anno di crescita del margine di intermediazione, che ha raggiunto i 30,9 milioni di Euro (+7,6% rispetto al 2012) anche grazie all’apporto di importanti ricavi da negoziazione.
In ulteriore miglioramento anche l’efficienza con una netta contrazione dei costi operativi (-742 mila euro) rispetto all’analogo periodo dello scorso esercizio.
In merito alla rischiosità degli impieghi, la dinamica complessiva dei crediti deteriorati lordi ha manifestato una crescita contenuta (+5,3% rispetto al 2012) con un’incidenza sul totale dei crediti attestatasi al 15,1% (dal 14,2% del 2012) pur in presenza di un prevedibile maggior incremento della categoria delle sofferenze, controbilanciato dal contenimento di altre tipologie di crediti deteriorati.
Dopo rettifiche di valore su livelli record nella storia della banca (circa 19 milioni di euro), l’utile netto risulta pari a 1,292 milioni di Euro, in contrazione (-57,7%) rispetto al risultato al 31 dicembre 2012 (3,052 milioni di Euro).
Le imposte sul reddito sono risultate pari a 0,960 milioni di Euro, evidenziando un tax rate del 42,6%.