Servizi Caritas e Fondazione Comunità Solidale: attività 2015
Le persone bisognose di aiuto sono state 3.502, di cui 1.141 sono italiani, 737 provengono dai Paesi dell’Est. Gli immigrati dall’Africa sono 1.174
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Sono 3.502 le persone in situazione di bisogno incontrate da Caritas diocesana e Fondazione Comunità Solidale nel corso dell’anno 2015.
Un terzo (1.141) sono italiani e rappresentano il 60% dell’utenza europea, per il resto proveniente soprattutto dai Paesi dell’Est (737).
Di poco superiore agli italiani il numero degli immigrati dall’Africa (1.174), in buona parte dal nord del continente.
Il dato è contenuto nel IX Rapporto sulle povertà incontrate dai servizi Caritas e Fondazione Comunità solidale, elaborato in base all’attività delle due realtà diocesane che operano più direttamente sul fronte del disagio sociale grazie al lavoro di 65 dipendenti e centinaia di volontari.
Le presenze registrano, per vari motivi (tra cui nuove modalità operative), numeri differenziati negli anni.
Rimane significativo il numero di richieste di aiuto pro-capite, inoltrate soprattutto ai Centri di ascolto zonali (CedAS) e ai Punti di ascolto parrocchiali (PAP), in media di oltre 7 a testa.
Tra le cause, in primo luogo la perdita del lavoro o la sua precarietà, con difficoltà a gestire le spese familiari e conseguenti ritardi e morosità.
TRE AREE: ASCOLTO, ACCOGLIENZA, ABITARE
Da quest’anno il Rapporto, illustrato giovedì 27 ottobre al Centro Bernardo Clesio, è stato ulteriormente affinato, incrociando maggiormente i dati a disposizione.
Ne è nata la suddivisione in tre aree di intervento, in base alla tipologia di richieste di aiuto e ai relativi servizi offerti dalle due realtà diocesane:
area Ascolto, rappresentata in primo luogo dai CedAS e dai PAP, dove si accolgono e gestiscono richieste di aiuti materiali, di sostegno economico e di orientamento; ma anche da progetti specifici come il «Credito solidale» per le necessità economiche o «Ridare Speranza» in risposta all’emergenza lavoro;
area Accoglienza, a cui fanno riferimento i servizi cosiddetti di «bassa soglia» offerti da Fondazione, come l’attività di Unità di Strada a Trento, del centro diurno di Rovereto e l’ospitalità delle persone senza dimora nelle strutture di accoglienza a Trento e Rovereto, in sinergia con i servizi sociali;
infine l’area Abitare, che riunisce i servizi di Fondazione che offrono soluzioni abitative con progettualità di media e lunga durata, grazie a vari tipi di alloggi diffusi sul territorio provinciale.
ASCOLTO
Nel corso del 2015 i servizi Caritas hanno incontrato presso gli 11 centri di ascolto (+2 rispetto al 2014) e i 25 punti di ascolto parrocchiali (+4) 2.948 persone: si conferma un notevole mutamento nella tipologia del servizio, meno mirato all’erogazione di aiuti materiali (viveri e vestiario) ma concentrato su ascolto e accompagnamento delle situazioni di disagio, con una verifica più puntuale del bisogno reale.
Sono 1.640 le famiglie, di cui i 3/4 hanno figli a carico (8 su 10 immigrate) seguite dai CedAS, corrispondenti ad almeno 4.300 persone realmente aiutate.
Le richieste di intervento nel 2015 sono state 21.030 (con poco meno di 20 mila risposte): quasi la metà riguardano gli alimenti, seguono ascolto e accompagnamento, sussidi e finanziamenti, beni e servizi materiali (mobilio, vestiario). Gli stranieri rappresentano comunque la quota maggioritaria di quanti si rivolgono ai CedAS (67% del totale).
Cresce progressivamente l’età: un terzo si colloca nella fascia tra 50 e i 65 anni e oltre i 65, rapporto che sale al 50% per quanto riguarda gli utenti italiani.
Diviene sempre più rilevante l’emergenza lavoro, con la perdita del posto o la sua evidente precarietà, che provoca inevitabili difficoltà nella gestione delle spese familiari, con la conseguenza di ritardi nei pagamenti, soprattutto di affitti e bollette.
Una risposta concreta all’emergenza lavorativa è il progetto «Ridare Speranza», attivo su Trento e Rovereto per offrire occasioni lavorative temporanee all’interno degli stessi servizi di Caritas e Fondazione: 63 le persone che ne hanno usufruito nel triennio 2013-2015, il 66,7% italiani.
Circa i sussidi e finanziamenti economici, che consentono risposte più strutturate con percorsi di fuoriuscita dal disagio, anche attraverso l’accompagnamento economico, la somma erogata nell'ambito del progetto Credito solidale dal 2009 al 2015 ha raggiunto i 732.000 euro, mentre i Fondi di solidarietà promossi dai decanati di Trento e Rovereto, in collaborazione con Caritas, hanno erogato (dal 2013 a fine 2015) la somma di 464.000 euro.
Il 60% degli aiuti sono stati destinati ad italiani, ed entrambi i progetti hanno contribuito a fare emergere un nuovo bisogno sociale: la necessità di una educazione ed un accompagnamento di molti nella gestione delle proprie entrate economiche.
ACCOGLIENZA
Il crescente disagio abitativo è tra le problematiche maggiormente riscontrate da Fondazione Comunità Solidale, l’ente diocesano che affianca Caritas con servizi destinati a situazioni più gravi di marginalità e povertà.
Gli operatori del servizio Unità di Strada hanno incontrato 538 persone nel 2015 (462 uomini e 76 donne), senza variazioni significative rispetto all'anno precedente.
Per quanto riguarda il Centro Diurno di Rovereto, nel 2015 sono state accolte 419 persone, con prevalente presenza di africani (145) seguiti dagli italiani (101) e dall’Europa dell’Est (83).
Le Case di Accoglienza «Mons. Bonomelli» di Trento e «Il Portico» di Rovereto accolgono persone senza dimora in stato di emarginazione spesso grave.
Con l’attivazione dello Sportello Unico per l’accoglienza della Provincia Autonoma di Trento c’è stato un aumento del periodo di accoglienza (da 30 a 60 giorni per le persone residenti).
Il numero delle persone accolte nel 2015 risulta essere di 556 alla Bonomelli e 329 a Il Portico.
Quanto alla nazionalità, in media oltre il 70% delle persone accolte proviene da Paesi extra UE, con netto incremento di soggetti di nazionalità pakistana e afgana.
Nel 2015 Casa Briamasco (passata due anni fa da dormitorio per l’accoglienza invernale a casa di accoglienza all’interno del progetto del Fare Assieme del Comune di Trento e aperta tutto l’anno) ha accolto 44 persone (per una durata media di 6 mesi) per lo più per problemi lavorativi.
ABITARE
Nel 2015 sono state accolte 133 persone nelle strutture che offrono soluzioni abitative di media o lunga durata al fine di promuovere l’autonomia personale: 54 in alloggi sociali, 38 a «Il Sentiero», 17 a Casa Chizzola e 14 nel nuovo progetto «Una canonica da vivere» (val di Non) che da febbraio 2015 offre ospitalità a singoli o gruppi familiari in carico al Servizio Sociale o al Servizio di Salute mentale.
Un accenno infine alla partecipazione della Diocesi all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale: Fondazione Comunità solidale gestisce, in stretta collaborazione con le comunità locali (soprattutto parrocchie) 21 appartamenti per un totale di 124 ospiti (fra cui 30 siriani giunti tramite corridoio umanitario).