«Ritorno ai Promessi sposi, un’epopea contemporanea»

Teatro pubblico ligure e compagnia Corrado d’Elia, 18-23 giugno 2021, Residenza ad Ala – Il 22 giugno, replica pubblica nel Cortile di Palazzo Taddei

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«Ritorno ai Promessi Sposi. Un’epopea contemporanea a prova di Netflix!», il nuovo spettacolo prodotto da Teatro Pubblico Ligure e Compagnia Corrado d’Elia, prosegue il suo percorso con una seconda settimana di residenza in Trentino.
Dopo l’esperienza dell’autunno 2020 al Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, dal 18 al 23 giugno 2021 il regista Sergio Maifredi con i due interpreti Corrado d’Elia e Gian Luca Favetto continueranno le prove in residenza, ospiti questa volta del Comune di Ala e del Coordinamento Teatrale Trentino.
 
Martedì 22 giugno il lavoro prevede una replica pubblica ad Ala, in provincia di Trento, nel Cortile di Palazzo Taddei, ore 20.45. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria su https://www.eventbrite.com/e/biglietti-ritorno-ai-promessi-sposi-157632151007.
Manzoni nostro contemporaneo. Non dobbiamo togliere la polvere dai Promessi Sposi, dobbiamo toglierla dal nostro sguardo.
 
Relegato spesso nell’ambito della lettura scolastica, I Promessi Sposi sono in realtà un romanzo di straordinaria modernità, unico a competere, nell’Ottocento, con i grandi capolavori europei. Un romanzo popolare che non ha alcun bisogno di essere attualizzato.
A partire dall’intenzione di scrivere «un libro per tutti», Manzoni crea infatti un’opera in cui ciascun lettore, all’interno della storia corale, può scegliere la propria strada e farsi dunque a sua volta autore.
Come tutti i grandi romanzi, I Promessi Sposi diventano così non solo strumento di conoscenza ma anche una lucida e sensibile descrizione dell’animo umano.
 
I personaggi sono icone incancellabili, eterne, archetipiche, disegnano cioè caratteri indelebili nella nostra memoria: Lucia, Renzo, Don Abbondio, Fra Cristoforo, l’Innominato, Don Rodrigo, La Monaca di Monza...
Come Dante ha interpretato il bisogno di un’unità linguistica, così Manzoni col suo intento di «un’opera per tutti», rappresenta il desiderio, nell’Italia unita, di una lingua viva e popolare, uguale per tutti.