Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati

Intervista al Sindaco uscente di Mori, dott. Stefano Barozzi, che si ricandida


Stefano Barozzi è stato eletto Sindaco al turno di ballottaggio nelle Elezioni Comunali del 10 maggio e 24 maggio 2015.
Ora ricandida alla guida della sua città.

Dottor Barozzi, cosa l’ha motivata a fare nuovamente questo passo importante?
«Cinque anni fa, eletto Sindaco, indicai nel dialogo e nella concretezza le linee guida del mio operato. Ora sento la necessità di continuare questo cammino per raggiungere una sempre maggiore partecipazione dei cittadini e per riuscirci serve mantenere fiducia e coraggio. Fiducia perché si deve credere nelle possibilità che ognuno ha e che può mettere a disposizione.
«Nei mesi di epidemia si è manifestato uno straordinario ascolto delle istituzioni pubbliche e degli impegnativi provvedimenti assunti, ma la fiducia ha coinvolto quartieri e Comuni dando vita a nuove forme di solidarietà. Coraggio perché ci è voluto per non arrendersi e per esserci quando serviva; coraggio è quell’impeto collettivo e individuale che sarà condizione per la ripresa.
«Qui a Mori la disponibilità a spendersi per il bene comune ha origini lontane e non dovrà mai mancare. Sento il bisogno di rinnovare la mia disponibilità per difendere ed alimentare, con immutato coraggio e sempre maggiore fiducia, il valore della partecipazione sociale.»
 
Quali sono le sue idee da proporre agli elettori di Mori in questo momento di grave crisi delle imprese produttive?
«Nel nostro Comune abbiamo l’Area Casotte, che da qualche anno è l’unica area industriale del Trentino destinata alle nuove imprese. Con l’amministrazione uscente abbiamo potenziato il dialogo con Trentino Sviluppo, proprietaria dell’area, adottando finalmente il piano attuativo, strumento urbanistico fondamentale per l’insediamento di nuove attività.
«Nei prossimi anni ci porremo come supporto e sostegno per l’arrivo delle aziende in un’area che presenta notevoli vantaggi in termini di vicinanza all’A22 ed infrastrutturazione. Sarà nostra cura promuovere comunque un modello di crescita in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica, attraverso una maggiore sinergia tra Comune e realtà lavorative.
«Punti cardine saranno la valorizzazione dei negozi di vicinato delle attività agricole e artigianali e delle realtà locali nel complesso.»
 
Le politiche giovanili comunali, cosa si sente di dire e di promettere ai giovani moriani.
«Qualche giorno fa, ad un confronto pubblico, mi è stato chiesto quale sia “il” problema di Mori. Io credo che il tema da affrontare sia come dare un futuro ai giovani moriani.
«Negli ultimi anni è cresciuto il tasso di laureati nel nostro comune, dobbiamo cercare di trattenerli il più possibile perché non fuggano all’estero. Ecco, le politiche giovanili vanno intese anche in questo senso.
«Poi, certo, dovremo incentivare la partecipazione dei giovani alle iniziative sul territorio, stimolando il protagonismo e l’intraprendenza e pubblicizzando gli strumenti di finanziamento esistenti, come il Tavolo Giovani Ambra.»
 
Mori e la cultura, un rapporto consolidato da molto tempo, come lo vedrebbe rafforzato e rinnovato.
«Ho la profonda convinzione che la cultura sia un elemento essenziale della nostra esistenza. Per questo la Mori che immagino deve pensare alla cultura come alla più grande opportunità da coltivare, anche attraverso la messa in discussione dell'esistente, per raccogliere le sfide che provengono dall'oggi.
«Rabbia, solitudine, paura sono le parole che stanno modificando la grammatica dei nostri sentimenti e del nostro agire. Per invertire la rotta credo profondamente in un progetto culturale, in cui la cultura permetta di fare spazio a nuove parole, nuovi gesti e nuovi sentimenti.
«Risulterà quindi fondamentale il miglioramento delle sinergie e delle collaborazioni tra comune e le varie realtà del territorio: un dialogo con associazioni e con i soggetti privati che è elemento strategico. Spetterà al comune il ruolo di coordinamento delle proposte offrendo strumenti e opportuni spazi di relazione ai molti soggetti culturali che animano la nostra comunità.
«La biblioteca deve essere fulcro culturale della comunità e quindi ci saranno investimenti per far sì che la nostra biblioteca possa veramente essere un luogo chiuso aperto sul mondo, con spazi per lo studio, ma soprattutto per la convivialità, per la relazione.
«Lavoreremo per ampliare gli orari di apertura e per favorire relazioni forti e durature, in primis con gli istituti educativi-scolastici, perché vogliamo che nei cittadini si crei la sensazione che la biblioteca sia davvero cosa loro.
«Siamo, infine, fermamente convinti della necessità di sostenere, anche sul piano economico, le attività, da chiunque proposte, che mirano al recupero e alla valorizzazione dei beni culturali presenti sul territorio e quindi ci proponiamo di avviare un graduale, ma progressivo lavoro di recupero dei molti beni artistico-storici che connotano il nostro territorio e rappresentano un prezioso patrimonio del nostro passato.»
 
Quale politica d'investimento sul «verde» intenderebbe mettere in atto a Mori?
«Il problema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici è quanto mai attuale, come ci insegna la rinnovata attenzione dei giovani a questo tema. Nel nostro programma abbiamo infatti inserito l’Adozione della Dichiarazione di emergenza climatica come uno dei punti principali.
«Per quanto riguarda le proposte concrete, in primo luogo andrà valorizzata la mobilità alternativa, realizzando nuovi collegamenti ciclabili, per i quali abbiamo già, ottenuto il finanziamento dalla Comunità di Valle (collegamento Seghe I e II, Mori Centro), e prevendendo colonnine di ricarica per le e-bike e stazioni per il Bike Sharing.
«Il grande progetto della riqualificazione della SS240 in viale urbano con l’eliminazione dei semafori potrà poi diventare la cornice per una Mori più verde ed ecologica. Senza dimenticare tuttavia il problema della mobilità verso il Garda, per il quale sosteniamo lo studio di fattibilità per il collegamento ferroviario Rovereto-Riva.
 
Anziani e politiche sociali, come vorrebbe che il Comune di Mori affrontasse questi importanti capitoli.
«Il tema della cura e dell’assistenza degli anziani è tornato prepotentemente alla ribalta in questi ultimi mesi segnati dalla pandemia. A Mori, fortunatamente, la nostra Casa di Riposo non è stata toccata dal Covid, e di questo va dato merito alla dirigenza e a tutto il personale.
«Sarà fondamentale nei prossimi mesi ragionare con la Casi di Riposo e con la Provincia per attuare anche nuovi modelli di assistenza, come il co-housing, che saranno sempre più necessari nei decenni a venire. Sul territorio di Mori ci sarebbero diverse aree utilizzabili in tal senso, penso soprattutto al comparto di via del Garda, proprio di fronte alla nostra Casa di Riposo.
«Nel programma abbiamo inoltre inserito la volontà di utilizzare Villa Annamaria a Mori Vecchio come centro diurno per anziani, in collaborazione con la Casa di Riposo.»
 
Infine il suo messaggio agli elettori di Mori, per far sì che votino Stefano Barozzi.
«Chiedere un voto è una grande responsabilità, ma mi sento di farlo perché credo nel progetto che abbiamo presentato e nella squadra che mi sostiene. Spesso succede che si voti contro qualcuno piuttosto che per qualcuno, ma spero che questa volta i cittadini votino per il proprio futuro.
«Un futuro che vedrà a breve compimento tanti progetti avviati e che premieranno l’impegno e la dedizione di questi 5 anni di lavoro. Cinque anni che ci hanno fatto maturare esperienza, ci hanno fatto capire le difficoltà della burocrazia, ci hanno fatto fare qualche errore, ma soprattutto ci hanno fatto raggiungere difficili traguardi.
«Mori ormai è cresciuta, è diventata grande e ora deve assumere tale consapevolezza, dando sempre maggiore importanza al cittadino, inteso come persona partecipe, informata e protagonista della vita quotidiana della borgata.
«Questo sarà l’impegno che prendo con i miei concittadini: aver cura delle persone, aver cura dell’ambiente, aver cura del patrimonio.
«Con fiducia e coraggio ripartiamo insieme.»

Paolo Farinati – [email protected]