Storie di donne, letteratura di genere/ 257 – Di Luciana Grillo
Enrica Buratti Rossi, Genere FEMMINILE / Numero PLURALE – L'autrice si presenta con una raccolta di racconti/profili di donne
Titolo: Genere femminile, numero plurale.
Racconti... e non solo
Autrice: Enrica Buratti Rossi
Editore: Edizioni del Faro 2018
Pagine: 123, illustrato, Brossura
Prezzo di copertina: € 15
Un titolo originale per racconti che sono fatti di ricordi, sensazioni, sentimenti, nostalgie, lacrime e sorrisi e sono illustrati da bellissime immagini di fiori, mare, barche, una casetta e qualche gatto che troviamo fra le pagine e in copertina, di cui è autrice la stessa Buratti Rossi. Insieme alle immagini scopriamo anche versi delicati che accompagnano le storie, raccontate con garbo e delicatezza.
Le storie, in realtà, - e qui si ritorna alla pittura - sono ritratti di donne, quasi sempre amiche e compagne di scuola di Enrica che le ricorda con affetto e le descrive con un rigore tenero, con pensieri meditati, lasciando sempre trasparire il rispetto per la verità, per cui non omette di sottolineare che «spesso ci lasciamo accompagnare e fuorviare dal sottile invasivo serpeggiare dell’invidia, difetto che ritengo appartenga primariamente al mondo femminile!»
L’autrice parla sorridendo di Roberta che, contro il grigiore della pioggia, apriva un ombrello colorato; di Ornella, che coltivava con dolcezza sentimenti di amicizia e di amore; di Cristina, appassionata di musica e danza; di Elisa che, in una notte d’estate, al suono vellutato di un sassofono si riconcilia con la vita.
Naturalmente non citerò tutte le donne, così vere e così simili tra loro, pur essendo diverse, perché sottrarrei alle lettrici e ai lettori il gusto della scoperta, ma non posso tacere di Lucia che era inquieta e libera, che «migrò, di amore in amore, a cercare sempre qualcosa di più bello, qualcosa di inviolato, sospeso…» (attirandosi anche qualche critica), né posso trascurare Sara, che «amava giocare con l’enigmistica…le fantasticherie e le divagazioni dei propri pensieri…» o Grazia, molto simile a tante persone che conosco: dolce e mite nel quotidiano, ma irascibile e aggressiva quando si metteva alla guida di un’auto.
Un elemento che accomuna alcune di queste giovani donne è l’amore per i fiori e per le piante, mentre un senso di complicità ribelle fa di quattro ragazze le paladine moderne e trasgressive «dell’indipendenza e dell’autodeterminazione» tanto da arrivare persino a organizzare uno sciopero!
Grazie al loro spirito di intraprendenza, Enrica sottolinea che «anticipammo di almeno tre anni le azioni studentesche del ’66 nell’ambito dell’Università di Sociologia a Trento».
L’autrice non si ferma qui: fra tante donne compare anche un uomo, Sergio, marito di Silvia.
Enrica analizza il loro rapporto di coppia, evidenzia le caratteristiche che hanno reso duraturo il matrimonio («la stima e la fiducia reciproche e la concessione di spazi liberi ove individualmente realizzarsi»), chiude con 3 versi:
Questo tuo amore
mi racconta libertà
e tenerezza.
Non mancano i ricordi dolorosi, perché la vita non è fatta solo di amori e sorrisi… Enrica si sofferma con delicatezza su una malattia come l’Alzheimer, sui mali inguaribili che colpiscono a tradimento, sulla morte, che ci priva di persone care che tuttavia – tanto per citare il Foscolo – non muoiono mai se ne resta vivo il ricordo in chi le ha amate.
Su tutto, però, Enrica stende il velo della speranza, che aiuta fino all’ultimo minuto sia chi si allontana che chi rimane. «D’altro canto, la morte è o no parte integrante della stessa vita, come la nostra nascita?»
L’ultimo racconto mi ha particolarmente colpito: la nostra autrice ricostruisce con l’intelligenza del cuore la figura dell’insegnante di lettere che accompagnò la sua classe negli ultimi due anni delle scuole superiori: a me, a tutte noi che siamo state insegnanti piacerebbe molto che una studentessa dedicasse un racconto intriso di affetto rispettoso e nostalgico!
Luciana Grillo – [email protected]
(Recensioni precedenti)
P.S. Questo libro è stato presentato a Cognola qualche giorno fa, alla presenza di un folto pubblico – tra cui anche alcune protagoniste dei racconti – e con l’accompagnamento carezzevole della fisarmonica di Laura Moschen.