Mal di testa: come, quando e perché – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con il dott. Daniele Orrico, direttore del reparto di neurologia presso l’ospedale S. Chiara di Trento

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La cefalea, chiamata comunemente «mal di testa», è il disturbo di gran lunga più comune al giorno d’oggi. Si ritiene infatti che la quasi totalità della popolazione ne faccia esperienza almeno una volta nel corso della vita.
Nella maggioranza dei casi il mal di testa può essere considerato un sintomo benigno. In altri, invece, può diventare un disturbo aggravante o una vera e propria malattia.
I medici sono piuttosto concordi che la cefalea non costituisca una condizione di pericolo per il paziente, ma allo stesso tempo invitano a non sottovalutare il disturbo se esso si presenta in modo frequente.
E' importante ricordare che raramente il mal di testa presenta una sola causa scatenante, infatti spesso dipende dall'azione combinata di più d’una. Di conseguenza, non tutte le cefalee sono uguali e quindi non tutti i rimedi possono risultare adeguati.
Trattare questo disturbo, dunque, significa entrare in un universo estremamente variegato e dai confini incerti.
Quanti tipi di cefalee esistono e quali sono i più comuni? Cosa accade nel cervello durante un attacco di cefalea? Si può prevenire il mal di testa?
Ne parliamo con il Direttore di Neurologia dell’Ospedale S.Chiara di Trento, il Dott. Daniele Orrico.

 Chi è il dott. Daniele Orrico
È nato a Revere (MN) l’8 agosto 1949.
Conseguita la maturità scientifica si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università degli Studi di Bologna, trasferendosi poi, per il secondo triennio, all’Università degli Studi di Padova con sede a Verona.
Nel Luglio ’74 ha conseguito il diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti.
Iscritto alla Scuola di Specializzazione in Neurologia dell’Università di Padova, sede di Verona, ha conseguito il relativo Diploma nel Novembre 1978 con il massimo dei voti.
Nel 1984 ha conseguito l’abilitazione primariale nazionale.
Dal 1991 è Primario della Unità Operativa di Neurologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento.
Dal 2009 è stato Direttore del Dipartimento di Patologie Neurologiche fino alla sua soppressione nel 2012.
Il dott. Orrico è stato Vicepresidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Trento Presidente dell’Associazione Nazionale Primari Ospedalieri per due mandati consecutivi, mentre ha rivestito la carica di Consigliere Nazionale della Società di Neuroscienze Ospedaliere per due mandati non consecutivi.

Dott. Daniele Orrico che cos’è il mal di testa?
«Quando si parla di mal di testa chiaramente nessuno direbbe di avere un dolore ai denti o al naso. Nella testa ci sono molte strutture anatomiche; la cefalea, o mal di testa, indica il dolore localizzato alla nuca, alla fronte, alla volta cranica.»
 
Quali sono i tipi di cefalee più comuni?
«La IHS (International Headache Society), cioè la Società Internazionale per lo Studio della Cefalea, individua quattordici gruppi di mal di testa. I primi quattro sono definiti cefalee primarie, vale a dire senza una causa.
«Gli altri gruppi invece rientrano nelle cefalee secondarie o sintomatiche ed è chiara la loro origine, che può essere un trauma, un tumore, un’infezione o un’emorragia. Quindi il mal di testa può essere sintomo di malattie anche gravi, ma fortunatamente il più delle volte non è così.»
 
Parlando di emicrania, tra le cause più comuni di cefalea ve ne sono di due principali sottotipi: con e senza aura. Ci vuole spiegare di cosa si tratta?
«Definiamo Aura Emicranica quell’insieme di sintomi, più spesso visivi, che si associano al mal di testa. Per fare qualche esempio, puntini luminosi nel campo visivo, oppure più raramente disturbi della parola, di sensibilità o di forza agli arti.
«Solitamente questi sintomi precedono la comparsa della cefalea, anche se questa sequenza non è una regola assoluta. Al contrario, l’emicrania senza aura non si accompagna, per definizione, a questi sintomi.»
 
L'emicrania accompagnata da aura può portare al rischio di ictus?
«Il rischio di malattia cerebrovascolare e cardiovascolare aumenta lievemente per chi soffre di emicrania con aura, soprattutto per le giovani donne fumatrici che assumono estroprogestinici, come la pillola anticoncezionale.»
 
Esiste un legame tra la cefalea e il sistema immunitario? E tra cefalea e sonno?
«L’Arterite Temporale o altri tipi di vasculiti cerebrali , cioè condizioni di infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni del cervello, possono essere alla base di una cefalea, che in tal caso rientra nelle forme secondarie o sintomatiche.
Per la seconda parte della domanda va detto che Cefalea e sonno condividono strutture anatomiche e meccanismi biochimici, ma la loro relazione non è chiara.
«In taluni casi il sonno può scatenare l’emicrania, per cui la persona si sveglia per il mal di testa, ma più spesso esso è ristoratore, cioè la persona con attacco emicranico trova sollievo e beneficio nel sonno.»
 
Come e perché arriva il mal di testa?
«Per le cefalee secondarie o sintomatiche, le ragioni sono chiare in quanto la qualsivoglia causa (trauma, infiammazione o tumore) stimola quelle strutture, come ad esempio le pareti dei vasi, dei seni venosi, il periostio, il tessuto sottocutaneo, i muscoli, che generano la sensazione dolorosa e la trasmettono al cervello.
«Per le cefalee primarie, invece, il meccanismo all’origine del mal di testa non è chiaro; si pensa vi sia un’alterata regolazione tra innervazione e vascolarizzazione che porta poi al quadro doloroso conclamato.»
 
Quando è bene consultare il medico specialista?
«Il mal di testa è un’esperienza comune che non sempre richiede il parere dello specialista. Quando però diviene frequente e di intensità tale da interferire con il lavoro, la vita in famiglia e sociale è evidente si debba cercare un rimedio che magari lo specialista può offrire.»
 
Quando una cefalea è definita «cronica»?
«La cefalea è cronica quando il tempo passato con mal di testa è superiore al tempo senza mal di testa. Solitamente dura più di 15 giorni al mese, per più di 4 ore al giorno e per più di tre mesi.»
 
L'ambiente e lo stile di vita quanto possono influire nell’insorgenza del mal di testa?
«Certamente un ambiente lavorativo non confortevole dal punto di vista fisico o psicologico favorisce l’insorgenza della cefalea, così come pure una vita sregolata, eccessivamente impegnata, con abitudini ricreative anche eccessive.»
 
La parola stress è molto ricorrente nel discorso sul mal di testa: sussiste una correlazione?
«Lo stress non può essere misurato o valutato dall’osservatore esterno, quindi non si può stabilire a priori quale sia la giusta o eccessiva dose di stress.
«Fino ad un certo punto, infatti, quest’ultimo è la risposta alle prove della vita; può avere effetti negativi se raggiunge soglie eccessive. Allo stesso modo l’ansia può agire negativamente in queste situazioni di dolore.»
 
È vero che le donne sono più soggette al mal di testa e perché?
«Per quello che riguarda le cefalee primarie, bambini e bambine hanno la stessa probabilità di essere soggetti a mal di testa.
«Con la pubertà la frequenza di emicrania nella donna è circa tre volte superiore a quella del maschio; evidentemente fattori ormonali entrano in gioco con la maturazione sessuale.
«Piuttosto comune è poi il riscontro di cefalea nel periodo mestruale, a riprova del ruolo giocato dagli ormoni.»
 
Nel caso di mal di testa in gravidanza cosa consiglia?
«In gravidanza spesso c’è un miglioramento dell’emicrania, più raramente vi è un peggioramento. Non ci sono quindi consigli a priori universalmente validi.»
 
Quali sono le terapie previste per il mal di testa?
«Il trattamento della cefalea è un chiaro contratto con il paziente, con il quale si discute del proprio mal di testa e dei possibili rimedi per curarlo. Non essendo in una condizione di pericolo di vita, il paziente ha modo di decidere con il medico la migliore strategia di trattamento.
«Si può scegliere di curare il singolo attacco oppure di iniziare un trattamento di profilassi, cioè cercare di prevenire la comparsa degli attacchi, o si possono associare i due tipi di approccio. Ci sono molti farmaci utilizzati nella profilassi con effetti collaterali diversi.
«Ad esempio, alcune medicine possono agire sulla pressione arteriosa o sul tono dell’umore, altre causare calo o incremento del peso corporeo.
«Per quanto riguarda la terapia del singolo attacco, invece, i Triptani sono il farmaco più adatto da utilizzare per l’emicrania. Anche in questo caso per queste medicine ci possono essere diverse opzioni: ci sono compresse che vanno ingerite, altre solubili in bocca in pochi secondi, iniezioni sottocute, supposte, spray nasali.»
 
Come agiscono e quanto sono efficaci i farmaci analgesici comunemente utilizzati?
«Essendo spesso la cefalea una condizione che si presenta da anni, talvolta il/la paziente ha già provato diverse terapie con differenti principi attivi. Magari con prove successive ha anche trovato l’analgesico che funziona meglio, ma non si tratta comunque di un farmaco specifico per il dolore.
«Per l’emicrania, in ogni caso, è meglio sentire il medico e sotto la sua guida utilizzare farmaci più mirati.»
 
Quali farmaci suggerire in caso di cefalea occasionale?
«In tal caso allora vanno bene i comuni analgesici.»
 
Nelle nostre interviste abbiamo parlato di prevenzione come miglior cura, desidera lasciare ai nostri lettori qualche consiglio particolare?
«Certamente e la ringrazio di questa opportunità. Vorrei dire a chi ci legge che se è provato che l’emicrania non è una condizione di pericolo, è tuttavia altrettanto vero che chi ne soffre con regolarità può vedersi ridotte la capacità lavorativa da un lato e la possibilità di godersi la famiglia e le amicizie dall’altro.
«Abbiamo oggi delle possibilità diagnostiche e terapeutiche che consentono l’individuazione delle cefalee secondarie ed il trattamento di quelle primarie con strumenti e farmaci prima non disponibili.
«Trovo pertanto ingiustificato e vano soffrire di un mal di testa che ricorre frequentemente, in grado di disturbare le attività quotidiane.
«Pertanto il consiglio che mi sento di dare è che di fronte ad una cefalea ricorrente e frequente è opportuno sentire il proprio medico di famiglia o anche uno specialista neurologo, dato che può bastare davvero poco per eliminare quel fastidioso e ricorrente mal di testa.»
 
Dott. Daniele Orrico
Nadia Clementi - [email protected]

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