Presentato il «Piano Vino» elaborato dalla Fondazione E. Mach
Ritorna il Comitato Vitivinicolo Trentino con altro nome (NUCO) Con nuovi obbiettivi e maggiore forza
Presentato oggi il cosiddetto «Piano
Vino» elaborato dalla Fondazione Mach (Istituto San Michele) su
incarico della Provincia autonoma di Trento, al fine di rilanciare
l'intero settore.
Il piano è stato presentato nel corso di una conferenza stampa alla
quale sono intervenuti il presidente della Provincia Lorenzo Dellai
e gli assessori all'agricoltura Tiziano Mellarini e alla
cooperazione Franco Panizza.
Più che un piano, come ha detto lo stesso presidente della
Fondazione Mach, Francesco Salamini (nella foto insieme a Mellarini),
si tratta di un documento guida sul quale la Provincia andrà poi ad
attuare le iniziative del caso.
Il contenuto infatti risulta più un'enunciazione di principio che
un piano operativo vero e proprio.
L'elaborato nasce dalle necessità create dalla crisi che ha
colpito, con tutta l'economia, anche il settore vinicolo e in
particolare quello trentino.
Partendo dall'analisi ampelografia e climatica del territorio, il
piano si articola sugli elementi che fanno la qualità e sulle
iniziative da prendere per orientare la produzione al mercato
secondo una certa logica d'insieme.
Per quanto riguarda la qualità, l'Istituto ha da tempo fornito
opportune indicazioni a riguardo, tra le quali l'opportunità di
evitare le produzioni di fondovalle.
Già i Francesi, venuti al seguito di Napoleone a fine
settecento-inizi ottocento, avevano sconsigliato di produrre nei
fondovalle, perché a fronte dei costi oggettivamente inferiori ci
sarebbe stata una scarsa qualità, con il pericolo del «vino cattivo
che scaccia quello buono».
Altro punto debole della produzione attuale sta nelle eccessive
varietà di uve coltivate. Secondo gli estensori del piano si deve
procedere ad una selezione in tal senso, secondo direttive che
potranno essere stabilite anche per approssimazioni successive.
Si sa fin d'ora che andranno incentivate le vocazioni naturali
delle singole aree di produzione, come il marzemino a Isera, il
nosiola nella Valle dei Laghi, il teroldego nella Rotaliana, il
müller thurgau in val di Cembra, e così via.
A una nostra obiezione fatta al direttore generale dell'Istituto S.
Michele Alessandro Dini sui tempi delle riconversioni, è stato
risposto che la vite non deve essere necessariamente sostituita
dato che il più delle volte bastano gli innesti.
«In ogni caso, questa è la strada.»
Per quanto riguarda i costi di produzione e di gestione, essi
possono essere abbattuti. Anzi «vanno» abbattuti, proprio perché la
globalizzazione non consentirà più di recuperare questi gap.
Una delle vie è proprio la citata concentrazione delle produzioni
che consentirà di fare economie di scala.
Ma altre iniziative potranno essere suggerite dall'organismo
preposto.
Per quanto riguarda invece l'aumento dei prezzi, sarà necessario
costruire una brand vera e propria, che per il momento risulta
essere insufficiente.
D'altronde, il Trentino produce nel suo insieme meno vino di quanto
ne mettano sul mercato delle singole aziende private
internazionali.
Tradotto in soldoni, dunque, il piano punta verso tre
direzioni.
La prima è quella della ristrutturazione finanziaria del settore,
le cui fila sono tenute dalla cooperazione e il cosiddetto Piano
Pedron che ha già imboccato la sua strada.
La seconda e la terza sono quelle dell'aumento del prezzo di
vendita del vino e la riduzione dei costi di produzione.
Per attuare queste due ultime indicazioni risulta necessario
prevedere e proporre, secondo San Michele, un nuovo consorzio
vitivinicolo trentino, autorevole e permanente, al quale affidare
il coordinamento dell'eventuale piano di interventi.
Il soggetto è stato individuato ex novo e si chiamerà NUCO, Nuovo
Consorzio [vitivinicolo trentino paritetico] . Accoglierà nel suo
seno tutte le componenti del settore e precisamente la Camera di
Commercio, FEM (Fondazione Edmund Mach), associazione dei
produttori, rappresentanti dei vignaioli.
Il NUCO farà anzitutto piani territoriali (per stabilire le
produzioni) e industriali (per coordinare le singole unità
economiche).
Quindi si occuperà di politiche di territorio, di COC, DOCG e IGT,
disciplinari e riconversioni.
Infine si curerà di tutelare i propri associati e di promuovere il
brand. Quanto a quest'ultimo aspetto, non è escluso che Trentino
marketing vada ad assumere il ruolo principale.
Questo è quanto. Rispetto allo scomparso Comitato Vitivinicolo
Trentino, le novità sono nella possibilità di intervenire
sull'orientamento e sulle direttive da fornire alla Provincia in
termini di incentivazione mirata al raggiungimento degli
obbiettivi.
La forza del NUCO sarà esercitata quindi indirettamente dalla
Provincia, che provvederà a dirigere i propri contributi solo nelle
direzioni indicate dal Nuovo Consorzio.
Dal canto suo, Dellai ha già dato l'imprimatur all'iniziativa così
come sopra descritta.
«Il documento, che condividiamo totalmente, - ha commentato in
conferenza stampa - indica con lungimiranza e chiarezza le cose da
fare. Ora lo sottoporremo a tutti i soggetti del mondo vitivinicolo
locale, dopo di che verrà adottato dalla Giunta provinciale. Le
indicazioni in esso contenute diventeranno vincolanti per chiunque
chieda il sostegno della Provincia.»
«San Michele dovrà essere il fulcro - ha aggiunto il presidente -
sul quale si snoderanno tutte le nostre attività e le scelte per
questo settore. Dobbiamo recuperare il buon nome del Trentino e ci
riusciremo perché, diversamente dal passato, oggi avverto, forse
per la prima volta, una diffusa disponibilità a lavorare in una
logica di rete. Penso che potremo fare un eccellente lavoro.»
Come abbiamo detto in conferenza stampa, è nei momenti di crisi che
si riesce a imporre al comparto economico un cambio di rotta.
L'occasione è dunque propizia e(speriamo) irripetibile.
Già per il Vinitaly 2011 potrà essere tutto pronto per il nuovo
balzo sulla scena globale.
In altri articoli presenti in questa pagina riportiamo il documento
per intero e le otto linee di intervento che il nuovo Consorzio
potrà eventualmente considerare nella predisposizione di un piano
di intervento.