Ianeselli: «Più risorse per le politiche attive del lavoro»

In seguito alla pubblicazione del report dei Centri per l’impiego il segretario della Cgil del Trentino ritiene fondamentale investire nella conoscenza

«I dati sul mercato del lavoro trentino ci fanno intravedere sicuramente delle luci, in un contesto, tuttavia, che rimane critico e assolutamente da monitorare.»
Così il segretario generale della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli, all’indomani della pubblicazione dei dati, aggiornati ad aprile, riguardanti i Centri per l’impiego dell’Agenzia del lavoro.
Numeri che tracciano il contorno di un quadro noto: «Confermano quanto già si sapeva da inizio anno – osserva Ianeselli – ovvero che le assunzioni, rispetto all’anno precedente, erano diminuite, in quanto l’impennata dei primi mesi del 2015 era sostanzialmente dovuta all’introduzione degli sgravi contributivi per le aziende. Molte imprese, inoltre, essendo a conoscenza dell’imminente applicazione della misura, non avevano assunto nuovi lavoratori alla fine del 2014.»
Che la percentuale di assunzioni nei primi mesi dell’anno sia dunque negativa è quasi fisiologico.
«È positivo – dichiara invece il segretario generale – che il saldo assunzioni-cessazioni sia migliore rispetto all’anno precedente, i segnali di miglioramento sono confermati anche dalla rilevazione Istat sulle forze lavoro nel primo trimestre del 2016.»
 
Per il futuro del Trentino, tuttavia, la strada da percorrere è una sola secondo Ianeselli: «Investimenti in conoscenza».
Il segretario ribadisce la convinzione del sindacato per cui «le azioni da realizzare devono essere indirizzate a qualificare ulteriormente le politiche attive del lavoro, dalla formazione alla creazione del bilancio di competenze per chi entra nel mercato del lavoro oppure si trova a dover cambiare impiego.»
Misure di questo tipo realizzerebbero anche «l’opportunità, per le imprese, di poter reclutare manodopera qualificata».
«Dentro al quadro delle politiche del lavoro già delineato, crediamo sia utile prevedere risorse aggiuntive da qui alla fine della legislatura – conclude Ianeselli – riteniamo inoltre che un centro di competenza che si occupasse dell’analisi del fabbisogno delle imprese sarebbe uno strumento utile. Al momento lo fanno soggetti diversi, dall’università alla Camera di commercio, all’Agenzia del lavoro: manca un interlocutore unico, che invece esiste in provincia di Bolzano.»