Missione a Herat/ 14 – La vita alla base, quarta parte
Come è cambiato l'Esercito Italiano, portandosi ai massimi livelli
Rispetto a quando ho fatto il militare io (40 anni fa), è cambiato
quasi tutto.
La mensa è leggermente migliorata nella qualità e nella
diversificazione dei generi alimentari, ma è peggiorata dalla
plastica dell'usa e getta. Niente più posate di metallo e dove è
possibile tutto è di plastica. Non sappiamo come vengano
differenziati i rifiuti.
Delle armi individuali abbiamo già parlato. Ma anche l'attrezzatura
personale (abbigliamento e altro) è assolutamente costituita dal
meglio disponibile sul mercato.
Ai miei tempi, per tenersi caldi c'erano le mutande
tattiche, lunghe e imbottite non lasciavo libertà di
movimento, ma proprio per questo scomode e mai utilizzate da
nessuno. Allora avevamo scoperto i collant da donna (allora agli
albori), odiati addosso alle donne ma amati da chi teme il
freddo.
Oggi è stata accettata l'idea dei collant tecnologici, gli
stessi in vendita per chi va a sciare. Nella vita civile si
chiamano intimo invernale e sono fatti in microfibra che è
antibatterica, offre l'aderenza e la sottigliezza dei collant da
donna, mantenendo il caldo in maniera sana.
I soldati hanno chiamato questo intimo «superpippo», per
via dell'assomiglianza all'amico di Topolino che si assume
indossandolo.
Ma ci sono anche guanti in alcantara, occhiali antischegge,
collarini di acrilico antifreddo, ginocchiere, gomitiere
(apprezzati dai mitraglieri, il cui pericolo principale sta
nell'essere sbalzati fuori dalla ralla), bandane da mettere tra la
testa e l'elmetto, anfibi da sabbia, zainetti tattici di varia
natura e dimensione, giubbotti antiproiettili semplici (15 kg),
giubbotti antiproiettili tattici con giberne (per 200 colpi) e
fodero dell'arma (20 kg).
Le «razioni kappa» sono composte da alimenti capaci di durare mesi,
ma assolutamente apprezzabili anche in condizioni normali.
Gli
approvvigionamenti ai distaccamenti vengono portati dove possibile,
altrimenti gettati con il paracadute. Qui di fianco noi proponiamo
le riprese di un lancio di grande quantità di beni.
Purtroppo non sempre i lanci vanno a buon fine, ma è nelle
statistiche. Il protocollo prevede il risarcimento nei confronti
dei civili che dovessero subire un danno da lancio sbagliato, i
quali saccheggerebbero comunque ben volentieri i prodotti
ricevuti per errore.
Oggi il benessere del militare è in testa a tutto. Come dicevamo
(inutilmente) alla Scuola Militare Alpina di Aosta, il soldato ben
equipaggiato è un soldato vincente perché può concentrare i
sacrifici in ciò che deve fare per raggiungere gli obbiettivi.
E questo è forse l'aspetto più bello che abbiamo riscontrato nel
nostro attuale esercito: la persona rappresenta il valore
principale e il vero patrimonio delle nostre Forze Armate.
«L'obbiettivo principale - ci era stato detto in una conferenza
stampa - è riportare a casa tutti i nostri ragazzi vivi e sani». Ai
miei tempi, la persona non contava nulla.