«C’è un posto vicino a te che ancora non conosci»
Centrale Fies:28-29-30 maggio «Thank you for coming»: 9-10-11-12-13 giugno «Live Works Summit 2021» – 1-2-3 luglio «Feminist Futures Festival»
Photo credits Roberta Segata.
Centrale Fies rivoluziona la programmazione annuale, non più legata a un festival estivo.
Una scelta forte quella di mutare definitivamente la forma festival storica di Drodesera al suo ipotetico 41esimo anno per rilanciare, anche nell’immaginario collettivo, una realtà - quella di Centrale Fies - che da anni produce performance, spettacoli e mostre, non solo una programmazione pubblica estiva, oltre a simposi sulle politiche culturali, laboratori per bambini e per ragazzi under 35, momenti continui di studio e formazione per artisti e artiste, curatori, ricercatrici.
Portando avanti parallelamente una ricerca su specifici temi e assi storici del performativo, in uno scambio continuo con il mondo accademico nazionale (Università IUAV di Venezia) e internazionale (Accademia di Belle Arti di Bruxelles) all'interno di un sistema diffuso e produttivo di narrazioni e contronarrazioni fondamentali ad affrontare futuri sempre più complessi, grazie anche alla potente azione di mecenatismo di Hydro Dolomiti Energia e al sostegno della Provincia Autonoma di Trento.
La Direzione generale di Dino Sommadossi individua e crea nuovi dispositivi per rendere accessibile al territorio, ad una politica culturale in continua evoluzione, ad artisti e artiste, il lavoro di una board curatoriale composta da curatori e curatrici, sociologhe, artisti, ricercatrici, formata da Barbara Boninsegna con Simone Frangi, Claudia D’Alonzo, Filippo Andreatta, Mackda Ghebremariam Tesfaù, Denis Isaia, Justin Randolph Thompson e la curatela esecutiva di Maria Chemello.
Se Drodesera era ampiamente riconosciuto tra i festival italiani performativi più longevi, l’annuale lavoro di Centrale Fies è sempre rimasto più laterale e defilato, così come lo è la ricerca a fronte dei risultati condivisi all’esterno del centro.
Ecco la scelta di rivoluzionare la programmazione di Centrale Fies non più legata a un festival annuale, bensì scandita dagli eventi più importanti del centro di ricerca che sceglie di aprirsi al pubblico più volte, al ritmo del suo lavoro. Perché l’arte non si compie solo nel momento in cui si va in scena, ma è un processo lungo, delicato, quotidiano e necessario.
Non è un caso che la comunicazione 2021 titoli i materiali online e offline con la frase «C’è un posto vicino a te che ancora non conosci», un modo per strizzare l’occhio a chi già conosce il centro di ricerca e allo stesso modo per presentarsi e invitare chi ancora non lo conosce. Per tutto il 2021 a Centrale Fies sarà possibile vedere pubblicamente gli esiti della sperimentazione: a maggio l’occasione per aprire Centrale Fies sarà la fine di una lunga residenza artistica - all’interno di PASSO NORD - di Marco D’Agostin con l’opera coreografica SAGA; a giugno la presenza di artisti e artiste internazionali per Live Works, la Free School of performance; a luglio saranno riuniti a Centrale Fies 10 tra i centri e i teatri più importanti d’Europa per il meeting ufficiale del network APAP, di cui Fies fa parte.
I pubblici di Centrale Fies avranno la possibilità di vedere da vicino prove aperte, performance, exhibit, e di fruire degli incontri sulle linee di lavoro e sulle politiche culturali. In un momento in cui il settore sta attraversando un periodo delicato è importante esserci con più costanza.
Il 28-29-30 maggio con Thank you for coming a cura di Barbara Boninsegna e Marco D’Agostin, Centrale Fies invita il pubblico a partecipare agli ultimi giorni della residenza artistica di Marco D’Agostin prima del debutto parigino all’interno di Rencontres Chorégraphiques Internationales de Seine-Saint-Denis.
Attorno alla prova generale aperta al pubblico dell’opera coreografica SAGA, l’artista e la Direttrice Artistica Barbara Boninsegna hanno immaginato un dolce rituale di ritorno alle pratiche «live» per attutire le paure e le fatiche di quest’anno fuori dalle scene, rinegoziando i rapporti di fiducia e di piacere attraverso una programmazione extra ordinaria di performance, concerti, installazioni, spettacoli e talk dedicati al tema dell’esercizio della cura verso l’altro con Jérôme Bel/Laura Pante, Chiara Bersani, Carlo Capello, Filippo Michelangelo Ceredi, Emanuele Coccia, Marco D’Agostin, F.de Isabella, Ivo Dimchev, Alessandra Eramo, Elena Giannotti, Alessandro Sciarroni, Emilia Verginelli, ZimmerFrei.
Dal 9 al 13 giugno si incontreranno a Centrale Fies le artiste e gli artisti di Live Works SUMMIT 2021 a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi.
Cinque giornate di summit, performance, mostre e visioni in cui si uniranno i fellows dell’edizione 2020-2021 con i nuovi sei selezionati per la nona edizione 2021-2022: Sergi Casero Nieto, Gabriele Rendina Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards; a loro si aggiunge Silvia Rosi, selezionata per la prima edizione dell’Agitu Ideo Gudeta Fellowship. Ad accoglierli un periodo di residenza collettiva e di free school focalizzato sulla ricerca e lo studio, tenuto dai resident curator, Mackda Ghebremariam Tesfaù e Justin Randolph Thompson, e da tre speaker Krystel Khoury - dramaturg e Direttrice ISAC, Kathryn Weir -Direttrice del MADRE, Onyeka Igwe -artista visiva.
L’apertura al pubblico verrà accompagnata invece dalle performance dei fellows 2020 Thais Di Marco, Harilay Rabenjamina, Giulia Crispiani & Golrokh Nafisi, Olia Sosnovskaya, Göksu Kunak, Buenos Tiempos, Int. (Marnie Slater & Alberto García del Castillo), Noor Abuarafeh; e da un programma di ex alumni e alumne della piattaforma Live Works, artiste/i che tornano a Fies nei formati più differenti: live, espositivi e cinematografici a ribadire la transdisciplinarietà della piattaforma: Astrit Ismaili, Dina Mimi, Mohamed Abdelkarim, Madison Bycroft, Ursula Mayer, Jacopo Miliani, Julie Béna. Accanto a loro, in un formato espositivo vivo e abitabile gli artisti Josèfa Ntjam e Joar Nango, che reinventeranno l’intera Sala Comando.
La prima giornata di Live Works Summit 2021 sarà gratuita e interamente dedicata all’artista australiana Madison Bycroft.
Dall’1 al 3 luglio Centrale Fies ospita APAP Feminist Futures Festival a cura di Filippo Andreatta e Barbara Boninsegna, il kick off meeting di APAP, la rete europea dedicata alle Performing Art con il nuovo progetto Feminist Futures Festival, che include 20 artiste/i e 11 istituzioni tra festival, teatri nazionali, centri di produzione e di residenza.
Rete d’ispirazione femminista, APAP immagina futuri femminismi ripensando i corpi; i nostri, gli altri, quelli più fragili, quelli animali, quelli vegetali e anche quelli che scordiamo esserlo come l’aria, l’acqua o la terra stessa.
Il pubblico potrà assistere a dibattiti e incontri, a performance di artisti internazionali prodotti e sostenuti dalla rete APAP, così come alle produzioni degli artisti e delle artiste che in quest’anno si sono fatti curare e si sono presi cura di Centrale Fies, abitandone gli spazi e creando un tempo dove lo studio, la ricerca, la qualità e il confronto hanno trasformato gli spazi della Centrale in un campo-base perennemente attivo quali Anne Lise Le Gac, Chiara Bersani, Tatiana Julien, Eva Geatti, Michikazu Matsune, Harun Morrison, OHT, Sotterraneo, Jacopo Jenna/Sotterraneo e Kate McIntosh.
In arrivo a settembre la parte di ricerca praticata assieme ad accademie e università iniziata cinque anni fa: percorsi dedicati all’alta formazione e all’apertura al pubblico dei risultati, A vivere le sale di Centrale Fies per l’inizio ufficiale del loro anno accademico, docenti, studenti e studentesse dell’Académie Royale des Beaux-Arts - Ecole supérieure des Arts (ArBA-EsA) di Bruxelles / ISAC, il corso di danza, movimento e arti visive.
Come ogni anno le prime lezioni teoriche e pratiche si terranno negli spazi di Centrale Fies.
Mentre con Università Iuav di Venezia, Fondazione Onassis di Atene e Collettivo Ebano di Lisbona verranno mostrati i primi esiti del nuovo progetto europeo titolato «Pass the MIC, Decolonizzare l’educazione attraverso l’arte», dove il potere emancipatore delle arti performative, intrecciato alla ricerca etnografica e alla curatela artistica, verrà utilizzato per contribuire a decolonizzare l’educazione attraverso un modello educativo altamente innovativo, che vedrà coinvolte scuole superiori, professionisti dell’arte contemporanea e università.