Etna, il Governo si muova per le far fronte a tutte le calamità
Il ministro dell’Interno continui pure a mangiare la Nutella la mattina. Ma poi si dia da fare per sistemare le calamità naturali. E alla svelta
Con un ministro dell’Interno del tutto indifferente al sisma, ci pare che i terremotati dell’Etna abbiano mille ragioni per essere infuriati.
«Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella, il vostro?»
Questo è il messaggio lanciato da Salvini su Twitter come prima azione del mattino. Già che c’era si è anche fatto un selfie e l’ha pubblicato. E tutto questo poche ore dopo il terremoto di Zafferana e dopo l’uccisione da parte della Mafia del fratello di un pentito.
Francamente non ci sembra un comportamento da Ministro dell’Interno che, per definizione, è la prima persona informata di quanto accade nel Paese.
Ci pare che prenda un po’ tutto alla leggera. Magari non sarà così, ma fa il possibile per farlo pensare.
Eppure non è questo l’aspetto più inquietante per i seicento connazionali che hanno perso la casa alle falde dell’Etna.
La realtà è che il nostro Paese si dimentica sistematicamente di coloro che hanno subito una calamità.
A guardare i terremoti che si sono susseguiti negli ultimi anni, lo Stato non ha fatto praticamente nulla per i disgraziati che sono sopravvissuti. Se non fosse stato per la buona volontà di privati cittadini e di istituzioni diverse dallo Stato, che hanno dimostrato sempre un alto senso di solidarietà civile, quei disgraziati sarebbero stati abbandonati alla loro sorte.
E, per non andare troppo lontano, a fronte degli oltre due miliardi di danni provocati dal maltempo di fine ottobre, il Governo ha stanziato 60 milioni. Era un acconto, certo; quando arriverà il saldo lo pubblicheremo molto volentieri.
Magari gli attuali governanti diranno che sono stati i governi che li hanno preceduti a non fare niente. Abbiano ragione o torto, è giunto il momento di fare il necessario.
Il Governo ha appena ottenuto obtorto collo l’approvazione al buio di una manovra finanziaria che migliora i tempi delle pensioni e garantisce il reddito di cittadinanza, quando invece avrebbe dovuto avviare un serio e consistente piano di risanamento idrogeologico e sismico pluriennale. Il lavoro richiesto per realizzare queste opere avrebbe dato ben più di un reddito per i disoccupati.
Il non voler far nulla per le grandi opere non vale per queste emergenze. Non c’è alcun conteggio costi-benefici che tenga: vanno sistemate tutte le situazioni generate dalle calamità naturali.
Pazienza se non vogliono fare le opere necessarie per prevenire i disastri nazionali. Vorrà dire che continueremo a spendere il doppio per sistemare i danni dopo. Ma l’importante è che non facciamo finta che non sia accaduto niente.
Salvini può continuare a far colazione con la Nutella, ma poi si dia da fare. E alla svelta.