Il salvagente alla mattinata persa oggi in Consiglio Provinciale
Un dibattito penoso, quello sulla sfiducia all'assessore Beltrami. Sterile nei contenuti e scontato nei risultati
Oggi abbiamo parlato sul nostro
giornale del dibattito tenuto in Consiglio Provinciale di Trento
sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro
l'assessore Lia Beltrami Giovanazzi.
Abbiamo pubblicato la cronaca del dibattimento
(vedi),
le considerazioni del presidente Dellai (vedi)
e della consigliera Franca Penasa della Lega Nord
(vedi).
Adesso scriviamo le nostre.
Premesso che la Democrazia non ha prezzo, dobbiamo dire che la
mezza giornata di oggi impiegata dal Consiglio Provinciale è stata
una delle meno edificanti. In altre parole, tempo perso.
Tutti sapevano che la mozione non sarebbe passata, eppure si è
dovuto assistere lo stesso al teatrino delle parti, con lo
spettacolo deprimente dei consiglieri che hanno cercato di
ammazzare il tempo leggendo il giornale, scrivendo al computer,
inviando messaggini. Qualcuno perfino lavorando.
Insomma, una riunione finalizzata a mettere in croce l'Assessore
alla Solidarietà internazionale.
In realtà, però, nessuno ha detto quello che voleva dire, e questo
vale democraticamente per tutti.
Le opposizioni non hanno avuto il coraggio di dire che ritenevano
assurdo spendere soldi per la solidarietà in paesi come la Cina e
l'India, come avevano invece detto in lungo e in largo fuori
dall'aula, anche alla stampa.
Ma la paura di passare per quelli che non vogliono aiutare la
povera gente, hanno messo sul tavolo solo le solite battute
sulla «visibilità» che l'assessore ottiene con la beneficienza
fatta con i soldi pubblici.
Francamente non sappiamo se sia vero che Lia Beltrami abbia avuto
più visibilità degli altri assessori, ma certamente è un problema
che viene notato solo da quei politici che visibilità non
hanno.
Le «mezze opposizioni», che si chiamano ad esempio Nerio
Giovanazzi, hanno invece denunciato quello che ritengono il subdolo
obbiettivo reale di Dellai: supportare la Beltrami per essere a sua
volta aiutato quando candiderà a livello nazionale una volta
terminato il mandato presidenziale.
Il consigliere Giovanazzi (lo ha detto lui stesso in aula) voleva
star fuori dalla faccenda, ma è stato più forte di lui. La
gente deve sapere come stanno le cose.
In realtà ci è difficile pensare che Dellai abbia mai pensato di
poter contare sulla Lia…
Ma anche il presidente Dellai ha avuto le sue. Quando ha preso la
parola, ha commesso l'errore di fare due più due in un
mondo come quello della politica dove la razionalità non ha mai un
ruolo di primo piano.
«Prendo atto che non ce l'avete con la politica della Giunta, - ha
detto ai colleghi dell'opposizione - né con gli interventi fatti in
tema di solidarietà… Quindi non resta che una verità: Lia Beltrami
vi è antipatica!»
Inutile sottolineare che, essendo stato l'unico a dire quello che
gli era passato per la mente, ha suscitato le ire dei consiglieri.
I quali hanno allora provato nuovamente a dire quello che avevano
coraggio di esprimere solo fuori dell'aula, ma senza riuscire a
farcela.
Sic transit gloria mundi (per dirla con le parole di Borga, che ha
sfoderato i più lisi motti latini).
Infine, ci è mancata la voce di Lia Beltrami.
Alla fin dei conti, l'aula è stata occupata per una mattinata per
discutere sulle sue dimissioni. L'hanno vituperata in lungo e in
largo (anche se non sugli aspetti che avrebbero voluto), ma lei
niente.
Non ha aperto bocca.
Quando invece era l'unica che prendendo la parola avrebbe potuto
fare un po' di chiarezza e dare un senso ad una mattinata buttata
via.
Certamente non avrebbe fatto cambiare idea ai detrattori, ma alla
gente comune magari avrebbe fatto piacere conoscere le logiche
che muovono il sole e l'altre stelle.