La Cina, colosso economico del Mondo – Di Nadia Clementi
Un viaggio tra un glorioso passato, un grande presente e un… immenso futuro
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La Cina, ufficialmente Repubblica Popolare Cinese, un luogo immenso e lontanissimo che racchiude quattromila anni di storia che vanno dalle remote dinastie Ming al sogno socialista; culla del Buddismo e di alcune delle invenzioni più affascinanti della storia del uomo, come la carta e la polvere da sparo, un Paese che da sempre incuriosisce e ammalia l’uomo occidentale, una perla d’oriente incastonata tra tradizione e modernità, fra villaggi rurali e metropoli sovrappopolate, divisa tra mega industrie dai ritmi di lavoro disumani e la rincorsa del benessere a tutti i costi.
Nella storia economica mondiale, la Cina ha seguito un percorso davvero unico.
Dopo la morte del dispotico presidente Mao Zedong nel 1976 sono trascorsi 36 anni, un lasso di tempo apparentemente breve ma durante i quali l’Occidente ha assistito alla trasformazione della Cina, e del miliardo di cittadini che vi risiedono, da società agricola ed arretrata a superpotenza commerciale. In nemmeno quarant’anni da regime comunista, che ingabbiava di fatto 800 milioni di abitanti, la Cina è salita ai primi posti al mondo per crescita ed esportazioni di merci, per un valore pari a 2 mila miliardi di dollari, e che ogni anno vede partire alla volta di Europa e Stati Uniti decine di milioni di turisti.
La sua importante crescita economica è stata accompagnata dalla possibilità di usufruire di numerosa manodopera e dai profondi cambiamenti e riforme storico-istituzionali, condizioni che tutt’ora permettono la crescita esponenziale dell’economia cinese e mettono fine alla transizione dall’economia pianificata sovietica al mercato libero.
Ovviamente c’è un rovescio della medaglia: se è vero infatti che il Paese ha conquistato il primato mondiale in termini di parità di acquisto, la Cina è ancora una società in via di sviluppo con un reddito pro capite di livello medio.
Gran parte della popolazione vive ancora in villaggi rurali arretrati, villaggi che con il passare del tempo si stanno spopolando di forza lavoro giovane che sempre più spesso decide di emigrare verso le grandi città per lavorare nelle industrie tessili e tecnologiche.
Il prezzo da pagare è quello di vivere in periferie estese e alienanti, spesso ai limiti della baraccopoli, lavorando un numero di ore disumano, con ritmi e accumulo di stress che sempre più spesso sono sfociati in suicidi e decessi sul luogo di lavoro (anche dovuti alle scarse norme di sicurezza).
Il risultato dal punto di vista degli sterili numeri di mercato è comunque positivo, come dimostra uno studio dell'International Comparison Program della Banca Mondiale che afferma come a fine anno la Cina diventerà la prima potenza economia mondiale. Gli Stati Uniti perderebbero così la posizione da leader economico a livello globale che detengono dal 1872.
L’impatto dell’ascesa della Cina al primo posto tra le economie del mondo si sta facendo sentire da alcuni anni nel commercio internazionale. Nei prossimi anni inoltre sarà probabile una crescita assoluta del volume delle esportazioni cinesi ancora maggiore grazie alla crescente sofisticazione tecnologica.
Oggi, tutto è Made in China, dagli abiti all’oggettistica dei mercatini economici, dalle grandi marche della moda internazionale e ai dentifrici sbianca-denti ultimo modello; tutti fabbricati, disegnati, colorati, cuciti e assemblati in Cina.
Oltre alla manifattura, l'economia della Cina si basa sull'agricoltura, industria in genere, risorse minerarie e forestali e allevamento.
Con l’aumentare del benessere medio aumenta ovviamente anche il turismo, sia commerciale che di piacere, che si sta facendo strada in maniera sempre più crescente.
La Cina, guidata attualmente dal presidente Xi Jinping, in cambio del luminoso progresso deve però affrontare sfide immense: dallo sradicamento completo della povertà, alla diminuzione della diseguaglianza sociale, alla soluzione dei problemi ambientali fino alle spinose questioni della violazione dei diritti umani, della libertà di stampa e di pensiero, difficili eredità del passato dittatoriale che ancora oggi il Partito Comunista, unico partito ammesso nella competizione politica, fatica a lasciarsi alle spalle.
Conoscere la Cina e conoscerla in modo profondo, evitando i luoghi comuni, diventa sempre più importante dal momento che la realtà cinese si fa sempre più vicina e presente nella società e nel futuro occidentale.
Scoprire l'anima di questo colosso industriale, il suo cuore autentico, sconosciuto alla maggior parte di noi europei, è un viaggio affascinante sia a livello sociale che culturale.
È una di quelle esperienze che mettono di fronte a molte domande alle quali è difficile dare risposta.
La Cina è un paese così complicato da raccontare, così grande e così diverso dal nostro per storia, cultura, religione, filosofia e politica.
Molti, per questo e altri motivi, lo percepiscono con diffidenza, alcuni non lo considerano proprio, ma basta avvicinarcisi un po', anche solo mentalmente, per rimanerne completamente conquistati.
I problemi certo non mancano: l’inquinamento, la distruzione dei templi per fare largo ai grattacieli, il sovraffollamento, l'erosione delle montagne e l'avvelenamento dei fiumi.
Problematiche difficile da affrontare per qualsiasi paese moderno, sfide quasi impossibili per un paese con più di un miliardo di abitanti che rincorrono benessere e stile di vita capitalista.
Giunti sul posto ci si trova davanti il paese che la Cina vuole farci vedere o che vorrebbe essere ai nostri occhi. Ad ogni angolo di strada c'è qualcosa per cui rimanere stupiti, in negozio, tempio o piazza c'è qualcuno a cui si vorrebbero fare domande su come è la vita in questo Paese.
Quando vediamo le comitive di turisti cinesi nelle nostre città d’arte ci divertono con il loro atteggiamento sperduto e allo stesso tempo affascinato, con le loro macchine fotografiche con cui scattano centinaia di foto e i loro goffi tentativi di comunicare con gli autoctoni.
Quando ci si trova a passeggiare per le strade di Shanghai siamo noi ad essere i buffi turisti a bocca aperta e avidi di foto ricordo, i cinesi ci fissano con quello stesso misto di tenerezza e diffidenza con cui noi osserviamo i loro connazionali per le vie di Venezia o Firenze.
Inoltre non è semplice muoversi in Cina senza una guida poiché pochissimi parlano l’inglese e i taxisti non leggono le nostre cartine con caratteri occidentali.
La storia, che per millenni ha tenuto divisa la Cina dall'occidente si può scoprire viaggiando tra le località più note: Pechino, capitale mondiale dei giochi olimpici, della moda e dell’arte; Xi’an, antica capitale imperiale sede dell’incredibile Esercito di Terracotta; Guilin, città pittoresca; Shanghai, la metropoli industriale e commerciale, vero motore economico della Cina.
Pechino o Beijing, che in cinese significa «capitale del nord», è una delle città più grandi del mondo (19 milioni di abitanti) e piena di contraddizioni o, come preferirebbe un orientale, piena di opposti in contrasto tra loro ma indispensabili l’uno all’altro per poter vivere in equilibrio come suggerisce il taoismo e il suo famoso simbolo bianco e nero: lo ying e lo yang.
Ai ricchi e modernissimi grattacieli dove la vita corre veloce, allo scandire del motto “il tempo è denaro, si alternano gli huntong (antiche case cinesi) dove la vita procede a rilento e il popolo condivide anche i bagni pubblici vivendo la strada come luogo di aggregazione, di commercio, di scambio e di vita.
Pechino sta facendo registrare uno sviluppo economico straordinario e, apparentemente, senza battute d'arresto. Una modernità quasi senza controllo fatta di consumi, smog e traffico indescrivibile.
L’automobile per un cinese è come un documento anagrafico che certifica il suo ingresso nel paradiso del ceto medio rendendolo un cittadino di serie A.
Dopo l’automobile c’è la casa, ma i prezzi degli immobili nella capitale continuano ad aumentare con ritmi del 35% annuo.
La convinzione tradizionale cinese secondo cui investire sul mattone è l'unico modo di mantenere il valore reale del proprio denaro si scontra con la realtà dei fatti. I dati della Commissione edilizia di Pechino mostrano come il mercato si sia attestato a un valore medio di 20mila yuan al metro quadrato (2.533 euro), mentre gli appartamenti in centro città costano fino a 49mila yuan al metro quadro (6.123 euro).
Il salario medio di un lavoratore è circa di 5.400 yuan (648 euro).
A conti fatti quindi per sopravvivere i giovani possono contare solo sui propri genitori oppure comprare un monolocale da 40 mq in periferia o condividere un appartamento con più persone.
In questa città convivono il modello di sviluppo social capitalistico, l’autoritarismo del Partito e il mercato senza regole. Sembra che la Cina, e i cinesi, siano proiettati alla stessa velocità di quel treno, il più veloce del mondo e ovviamente Made in Cina, capace di mantenere una velocità tra i 350 e i 390 chilometri l’ora. Un vero e proprio razzo metropolitano.
La prima cosa che si nota arrivando nella capitale è, banalmente, il gran numero di persone che la popolano. Le donne con particolari abiti prendisole preservano la loro pelle di porcellana riparandosi con ombrelli coloratissimi; gli uomini hanno la bizzarra abitudine di sputare rumorosamente a terra.
Un altro aspetto molto particolare è la tradizione del pasto che viene condiviso anche da commensali sconosciuti in grandi tavoli rotondi.
Tutte le pietanze servite al centro di una piattaforma girevole si assaporano esclusivamente con l’uso di apposite bacchette.
La cucina cinese è estremamente varia: oltre le portate decisamente audaci per i palati occidentali, come zampe di gallina, spezzatino di cane, lingue di anatra, spiedini di scorpione e intestino della pecora, il menu rimane ricco di riso e verdure cotte che tanta fortuna hanno avuto anche da noi con i ristoranti asiatici.
La specialità tipica è l’anatra e una serie infinita di ravioli al vapore serviti in padella o bolliti, con verdure e funghi, patate, riso, zuppe, pesce.
Altra importante tradizione locale è la degustazione del tè consumato in sale apposite e percepito come una vera e propria cerimonia spirituale.
Altrettanto particolari ai nostri occhi sono i riti svolti nei templi buddisti, dove i fedeli bruciano l’incenso in enormi bracieri pregando a mani giunte davanti a gigantesche statue dorate del Buddha.
La Cina non ha una religione ufficiale ma allo stesso tempo sono molte le confessioni praticate dalla popolazione (le più diffuse sono il Confucianesimo, il Taoismo e il Buddismo). Nonostante lo Stato non si faccia portatore di alcuna fede ufficiale il folclore religioso cinese continua ad avere una forte presenza in tutto il Paese.
La Cina è uno dei maggiori centri di sviluppo dell'insegnamento buddista, la religione è nata in India nel VI secolo avanti Cristo ma ha visto la sua massima espansione ed arricchimento proprio nel paese della Grande Muraglia; attualmente la Cina è uno dei centri più importanti per la spiritualità derivante dagli insegnamenti di Siddhartha con oltre 10 mila templi sparsi su tutto il territorio.
Al centro di Pechino si trova il complesso di edifici antichi meglio conservati della Cina ossia la famosissima Città Proibita, così chiamata perché ne fu vietato l'accesso al mondo esterno per oltre 500 anni.
Si tratta di una vera e propria città nella città , oggi inglobata nel tessuto urbano, che mantiene intatto il proprio fascino anche a distanza di centinaia d’anni.
Di fronte l'accesso alla città proibita, si trova la fotografia del volto di Mao Tse Tung protetto dalla guardia dei soldati, una vera e propria icona ancora oggi.
Altri importanti luoghi storici da visitare sono la piazza più grande del mondo Tien an Men (piazza dalla Pace Celeste), di cui quasi non si riesce a scorgere la fine. Altri punti di particolare attrazione turistica sono le tombe dei 13 imperatori dalla dinastia Ming, la Via Sacra, il Palazzo d’Estate, il Tempio del Cielo, l’antica Moschea di Niu Jie etc.
Pechino a conti fatti è una metropoli ben organizzata e pulita, non si nota particolare delinquenza e degrado, a parte il traffico insopportabile, la calca umana e lo smog.
Tutto è decisamente diverso da ciò che è impresso nel nostro immaginario collettivo sotto l’etichetta «Cina»: l’esotismo, il fascino delle chinoiserie, il mistero di una storia millenaria e la saggezza dell’uomo d’Oriente lasciano spazio alla netta e brutale percezione di un capitalismo sovrano e inarrestabile.
Ma se Piazza S.Marco, il Vaticano o S.Maria Novella sono tappe obbligate di ogni tour italiano che si rispetti, la vera attrazione per ogni turista che si reca in Cina rimane indubbiamente la Grande Muraglia.
Una delle più famose meraviglie del mondo, Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco sin dal 1987, proprio come un enorme drago si snoda su e giù per montagne coprendo più di 6.000 chilometri di lunghezza, dall’estrema Cina orientale fino al deserto del Gobi.
E che sia l’unico manufatto umano visibile dalla luna è solo una leggenda. Purtroppo oggi solo un terzo della Muraglia, la cui costruzione è durata secoli ed ha attraversato diverse dinastie di imperatori, è rimasto intatto; ciò che resta è in cattivo stato se non addirittura sparito sotto le sabbie del deserto.
«Tu non sei un vero uomo se non sei mai salito sulla Grande Muraglia», disse un giorno Mao Zedong.
Oggi nessuno è in grado di quantificare il numero delle persone che sono state impiegate nella costruzione di questa imponente opera. Qualcuno azzarda una cifra che varia tra un quinto e i tre quarti della popolazione dell’allora impero cinese.
Di certo si sa che un milione di persone morirono durante la sua realizzazione ed infatti qualcuno affibbia alla Grande Muraglia il soprannome di «più lungo cimitero del mondo».
Come altri grandi simboli della bravura dell’uomo essa è stata certamente odiata dalle persone coinvolte nella sua costruzione, mentre oggi è una delle mete obbligatorie per chi si reca in Cina (e forse non è del tutto un bene visto che il turismo di massa si sta rivelando pericoloso per la sua stessa conservazione). Inutile dire che lo spettacolo che si presenta una volta arrivati in cima vale decisamente qualsiasi sforzo.
Esercito di terracotta.
Xi’an, nota in italiano anche come Sian, è il capoluogo della provincia dello Shaanxi e città sud provinciale della Cina.
In passato Xi'an era un importante crocevia dei percorsi commerciali che andavano dalla Cina orientale all'Asia centrale. Oggi è diventata una delle mete turistiche più interessanti del paese grazie alla scoperta del sito archeologico del cosiddetto esercito di terracotta, in origine era formato da circa 8.000 tra guerrieri armati e corazze in pietra, cavalli da guerra e carri di legno, oggi ne sono stati riportati alla luce circa 500.
Le statue erano di guardia alla tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang (260 a.C - 210 a. C.) ed è incredibile lo stato di conservazione e la straordinarietà di questo ritrovamento archeologico, non solo per la sua vastità ma anche per la sua qualità artistica, basti pensare che i volti dei guerrieri non sono stati realizzati con un banale stampo: ognuno è diverso dall’altro, nei tratti somatici, nell’acconciatura e nell’espressione.
Questa splendida cittadina (per gli standard cinesi ovviamente, visto che conta circa 8 milioni di abitanti) è circondata da antiche mura di particolare attrazione; altro luogo interessante è la grande Moschea situata nel caotico quartiere musulmano pieno di bancarelle, negozi e chioschi dove si cucina a pieno ritmo di tutto e di più.
Guilin è una delle città Cinesi più pittoresche. Il suo nome significa Foresta di Cassia per il grande numero di queste piante nella città. Ha una popolazione di circa 670.000 abitanti ed è situata nel Nord Est del Regione Autonoma di Guangxi Zhuang sulla riva ovest del fiume Lijiang.
Rispetto alle metropoli il tempo sembra essersi fermato nei territori interni dalla Cina: le case sono vere e proprie baracche con bagni pubblici comuni, la gente traina carretti di ogni tipo, i bambini giocano per strada.
Il clima è quello di un incredibile arretratezza con fognature all’aperto, fatiscenti contatori per l’elettricità, utensili e macchinari arcaici sia per il lavoro che per le faccende domestiche. Il fumo dalla paglia bruciata utilizzato come fertilizzante del riso appesta l’aria.
La letteratura economica riporta che solo il 15% del territorio cinese è coltivabile ma ciò nonostante il 50% della popolazione vive ancora in queste aree. Sono pertanto oltre 600 milioni gli abitanti che vivono in condizioni di sottosviluppo rispetto al tenore di vita che si percepisce visitando le grandi città.
Il fenomeno della povertà ha caratterizzato fortemente la storia e la cultura cinese e costituisce tuttora un problema molto serio. In termini di povertà assoluta, all’inizio delle Riforme, la Cina aveva una percentuale di popolazione povera tra le più alte al mondo.
Basti pensare che nel 1981 circa l’84% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà e nello stesso anno solo Cambogia, Burkina Faso, Mali e Uganda presentavano una percentuale più elevata.
Shanghai è una città frenetica di quasi 23 milioni di abitanti, estremamente moderna e occidentale, formata da una selva di enormi grattacieli, automobili ovunque e luci al neon di qualsiasi tipo che le danno l’aspetto di colorato giocattolo luminoso al limite del pacchiano.
Qui è possibile acquistare merci di ogni tipo, le vie dello shopping più famose, come Nanjing Road e Huaihai Road, offrono una grande varietà di marche sia internazionali sia locali. L’abbigliamento la fa ovviamente da padrone, ma anche l’oggettistica e la tecnologia di ogni genere non mancano.
Nelle viuzze della città vecchia, tra negozi e ristorantini, si trova il Giardino del Mandarino Yu, un pregevole esempio di architettura del paesaggio di epoca Ming.
La passeggiata sul Bund, che occupa la zona lungo il fiume e il quartiere francese permettono di osservare i resti del suo decadente passato coloniale.
Un altro bell’esempio di architettura tradizionale è il Yufosi, il Tempio del Buddha di Giada, che racchiude una preziosa statua bianca alta 2 metri.
La vivacità economica della città è ben rappresentata dai numerosi e moderni grattacieli del distretto finanziario di Pudong che ospitano gli uffici di numerose imprese straniere. Qui troviamo l’icona di Shanghai, l’Oriental Pearl Tower (la perla d’oriente - la torre della televisione).
Accanto al Shanghai World Financial Center, il grattacielo a forma di cavatappi alto 492 m, verrà costruita la Shanghai Tower progettata da Gensler, la guglia terminale della struttura toccherà i 632 metri d’altezza diventando ufficialmente il secondo grattacielo più alto al mondo; l’inaugurazione è prevista per fine anno.
La torre di 128 piani è stata progettata per rispondere efficientemente ai carichi del vento e alle intemperie grazie ai numerosi accorgimenti tecnologici applicati alla struttura.
La vera bellezza di Shanghai si manifesta nel suo scenario notturno; con il calare del buio un caleidoscopio di colori e luci trasforma la città in gigantesco luna park, un’ostentazione sfavillante e multiforme di benessere e spensieratezza, una città dove la noia sembra essere bandita e dove turista e cittadino vengono ipnotizzati da meraviglie d’ogni genere che forse servono a far dimenticare un passato ingombrante e a scacciare i fantasmi di una corsa fuori controllo verso il futuro.
Inutile negare il fascino sfaccettato di un Paese immenso e carico di storia come la Cina, un luogo di forti contrasti e di grandi bellezze che sempre di più sarà prepotente protagonista del nostro futuro.
Forse sarebbe necessario guardare al Dragone di Giada con minore superficialità e pregiudizio lasciando da parte una visione occidentocentrica del mercato e della società decisamente miope e superata e lasciando spazio alla conoscenza di un paese che certamente, nel bene o nel male, non smetterà mai di stupirci.
Nadia Clementi
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Qualche curiosità
In Cina è uno Sato comunista, socialista, Monopartitismo.
La lingua ufficiale in Cina è il cinese mandarino parlato in numerose lingue e dialetti cinesi in una vasta area geografica.
Il sistema scolastico cinese prevede una istruzione obbligatoria e non è poi tanto differente da quello europeo e occidentale.
I caratteri cinesi nati come pittogrammi ai quali si sono aggiunti fonogrammi e ideogrammi sono più di 60000, anche se la maggior parte delle persone arriva a conoscerne in media 5000 e i cinesi che ne padroneggiano un numero superiore ai 6000 sono veramente pochi.
Vige la censura su internet per i siti google e facebook (oscurati)
la Cina si conferma essere il Paese in cui è stato eseguito il maggior numero di condanne a morte. Di norma l’esecuzione avviene con un colpo alla nuca o per iniezione letale.
La Cina è l'unico paese al mondo in cui il numero dei suicidi delle donne supera quello degli uomini.
Altra piaga che affliggeva il genere femminile la politica del figlio unico che vietava alle famiglie, che risiedono in città di avere più di un figlio. In caso contrario si incorreva al pagamento di una multa salata. Nel 2013 fu abolita permettendo il numero massimo di due figli.
Qualche informazione utile
Le metropolitane cinesi sono economiche, pulite, sicure e ben sviluppate. Le biglietterie automatiche hanno le istruzioni anche in inglese e sono molto intuitive.
I taxi cinesi sono economici, sicuri, e si trovano praticamente ovunque. L’unico problema è che nessun tassista sa una parola di inglese.
Per molti viaggiatori il divertimento notturno è uno degli interessi principali. L'industria dell'intrattenimento in città è varia e fiorente, non appena cala la sera numerosi locali notturni, bar e karaoke accendono le luci ed aprono le porte per persone di ogni età. Alcune tipologia di spettacoli tradizionali, come l'opera cinese o le esibizioni di kungfu e acrobazie, sono sempre più popolari tra i turisti stranieri.
Non è semplice trovare uffici di cambio, ma la banca di Cina (Bank of China) e numerose altre banche autorizzate offrono il servizio di cambio euro-renminbi, basta portarsi appresso il passaporto.
Pagamenti effettuati tramite carte di credito straniere come Master Card, Visa, American Express e JCB non danno problemi, ma di solito le carte di credito non vengono accettate nelle piccole attività commerciali e in numerosi ristoranti
Navigare in internet è possibile in gran parte degli alberghi di lusso, dei ristoranti e dei bar dispone di accesso a internet gratuito.
Per l’ingresso in Cina è necessario il passaporto con una validità non inferiore a sei mesi dalla data di partenza.
Non bere l’acqua del rubinetto. Non hai gli anti corpi adatti per sopravvivere alla famigerata acqua cinese.
Il cibo di strada a tuo rischio e pericolo potrebbe essere foriero di qualche sorpresa.
Evitare di fotografare la polizia o le forze, potrebbero infatti sequestrarti lo strumento incriminato.