La cooperazione di consumo a convegno a Salisburgo
Aperto oggi il convegno della cooperazione di consumo trentina organizzato da Sait
«Abbiamo appena concluso un investimento da 60 milioni di euro molto impegnativo sotto il profilo finanziario. Ma oggi gli investimenti più significativi sono quelli immateriali. Serve trasformare questa crisi in opportunità, e per fare questo è necessario che ognuno faccia la propria parte. Alzare lo sguardo e guardare un po’ più lontano.»
Il presidente di Sait Renato Dalpalù ha aperto oggi pomeriggio la tre giorni di convegno della cooperazione di consumo per parlare di «mercato, fiducia, futuro».
A Salisburgo i dirigenti di oltre settanta Famiglie Cooperative trentine si ritrovano fino a domenica per analizzare gli effetti della crisi dei consumi e tracciare le linee per il futuro.
Lo scenario è da far tremare i polsi. Secondo Nicola de Carne, analista della Nielsen Italia, prima di rivedere segni più nei consumi bisogna aspettare almeno due anni.
Il 26% degli italiani ha paura di perdere il lavoro, l’83% giudica pessime le proprie finanze, e quasi tutti (93%) ritengono il momento non adatto per fare acquisti.
Risultato: sei consumatori su dieci hanno tagliato le spese di abbigliamento e i pasti fuori casa, e 5 su dieci hanno risparmiato sulle spese di vacanze.
Cambia anche il modo di fare la spesa alimentare: il 54% degli italiani ha già scelto di mettere nel carrello solo i prodotti più economici di largo consumo, e più o meno la stessa percentuale cerca quasi esclusivamente i prodotti in promozione.
E se non si trovano nei negozi abituali, si varca la soglia dei discount.
In Trentino Alto Adige, dove la situazione è comunque migliore alla media nazionale, i volumi di vendita nei primi tre mesi dell’anno sono fermi ad un più 0,6%, anche se il fatturato è aumentato del 2,6%, complice l’inflazione che nello stesso trimestre ha raggiunto un picco del 4,7%.
In Italia la crisi ha provocato lo scorso anno un saldo negativo tra aperture e chiusure di punti vendita di quasi cinquecento esercizi, soprattutto di piccole dimensioni.
Cosa fare, dunque? Per de Carne occorre puntare sui prodotti a marchio, cresciuti anche lo scorso anno del 7%.
Aumentano gli scontrini e diminuisce il valore individuale, la gente compra con attenzione solo l’indispensabile.
Si consumano meno pasti fuori casa, e quindi ci si arrangia in cucina.
Dalla prima colazione al pasto principale, i supermercati possono aiutare i clienti a risparmiare pur garantendo prodotti di qualità.
Per il direttore di Retail Watch Luigi Rubinelli, giornalista specializzato, i clienti oggi vogliono spendere meno ma con più valore: E anche un saluto e un sorriso, il linguaggio dei sentimenti insomma, possono aiutare a far aumentare le vendite.
Prezzo giusto, attenzione all’ambiente, comunicazione. La crisi si affronta anche con la creatività.
Coop Italia, per voce del consigliere commerciale per l’alimentare Alberto Fiamminghi, rilancia un nuovo patto con l’agricoltura italiana, rafforzando soprattutto l’efficienza di filiera e la valorizzazione del territorio
E mette in campo una serie di prodotti rispettosi del territorio e rigorosamente «made in Italy» fatti insieme ai produttori agricoli.
I primi sono stati una linea di vini, chiamata «insieme», che ha già venduto in otto mesi 1,4 milioni di bottiglie, e una pasta al 100% italiana.
Seguiranno a breve latte e latticini di montagna, olio, riso, legumi.
«Si può recuperare competitività sui mercati attraverso l’organizzazione di sistema, la trasparenza nella formazione di valore e accordi di filiera», ha detto Fiamminghi.
Il Trentino Alto Adige fornisce l’8,2% dei prodotti ortofrutta. In valori assoluti, 65 milioni di euro di ortofrutta, 13 milioni di vino, oltre 61 di latte e formaggi.
La ripresa passa anche – e soprattutto – attraverso la valorizzazione dei territori.