La parola allo psicanalista Giuseppe Maiolo: La gelosia
Può sembrare un segno d’amore, ma alle volte è un morbo, una malattia che acceca, un male oscuro
La gelosia è una passione forte. Può sembrare un segno d’amore, ma alle volte è un morbo, una malattia che acceca, un male oscuro.
A volte dorme silenziosa. Altre assale e abbaglia. Divora.
In quel momento diventa un disturbo, un delirio e una minaccia, un’ossessione continua che acceca e devasta.
A piccole dosi, forse a grammi, la gelosia può far bene: significa che hai interesse per l’altro, per il partner, per l’amante.
Testimonia affetto ed esplicita amore tenero o focoso ma attraversa la relazione ed è funzionale al rapporto d’amore.
Più ancora vitale per la coppia.
La gelosia non ha sesso.
Appartiene sia agli uomini che alle donne, per quanto i maschi risultino più gelosi delle femmine nei rapporti.
Forse ha qualcosa a che fare con la necessità del maschio di proteggere la femmina ma anche il proprio patrimonio genetico.
Quando la gelosia si manifesta e va oltre un certo livello, è solitamente un grande turbamento perché mescola insieme l’amore e l’idea del possesso, e l’esigenza di avere in esclusiva la persona amata e il sospetto.
Questa è allora la passione malata, devastante in quanto intreccia il desiderio dell’altro all‘angoscia della perdita e della solitudine.
Può essere una passione che fa delirare e una che si insinua come una ossessione continua.
La prima non ha sospetti ma certezze. Nasce, non da una preoccupazione reale, ma da un’immaginazione distorta.
Si basa sulla convinzione che il tradimento sia già avvenuto ed è necessario far ammettere il «reato», far confessare il colpevole.
La seconda invece si fonda su un dubbio persistente che logora e corrode.
Chi soffre di questo acuto sentimento di angoscia, vede il pericolo ovunque e non sa mettere a tacere i suoi sospetti.
Da un punto di vista psicologico è una passione tipica di chi non è sicuro e teme di essere perdente.
Ma può essere anche un linguaggio, un codice di comunicazione, primitivo ma necessario a comunicare la paura di essere lasciati, il terrore dell’abbandono, o il bisogno di una partecipazione più intima nella relazione.
In qualche caso è una passione che può nascondere i propri desideri di infedeltà, inaccettabili e che la nostra coscienza rifiuta, ma che proiettiamo sugli altri con l’illusione di liberarcene.
Giuseppe Maiolo – [email protected]
Prof. Giuseppe Maiolo, psicoanalista
Docente di Educazione alla sessualità all'Università di Bolzano Facoltà di Scienze della Formazione.