Fiemme Green school, il modello funziona
La nuova scuola per nuovi professionisti nata in trentino ha già generato tre assunzioni
Un modello di selezione e formazione del personale che sovverte tutti gli schemi.
Una sfida impegnativa e rischiosa, sia per l'azienda che per i candidati che l'hanno accettata: sei ragazzi scelti fra 300 curricula per due mesi insieme in azienda e nel privato.
E al termine le due assunzioni previste sono diventate tre. L'esperienza è stata realizzata da Fiemme 3000, azienda trentina specializzata in pavimenti e rivestimenti in legno biocompatibile.
Partendo dalla considerazione che i vecchi standard oggi non bastano più.
Fiemme Green School non è una tradizionale scuola di formazione interna, perché non è rivolta a chi è già nell'azienda, che anzi investe anche su chi non sarà assunto.
Non ha nulla a che fare con i consueti metodi di selezione del personale, perché ai candidati viene chiesto di essere parte attiva in un progetto che è anche un work in progress.
Con l’obiettivo di inserire in azienda due persone, si è partiti nel 2015 selezionando circa 300 curriculum in base alle caratteristiche, le predisposizioni e soprattutto la disponibilità a rispettare il percorso proposto.
La scrematura è proseguita gradualmente fino a far emergere i sei profili che avrebbero partecipato alla Green School vera e propria.
Due mesi di attività i cui costi, ospitalità compresa, sono stati interamente a carico dell'azienda.
Dal 18 gennaio al 15 marzo, quattro ragazzi e due ragazze non solo hanno studiato e agito in team per otto ore al giorno, ma hanno condiviso un piccolo pezzo della loro vita, vivendo assieme a Predazzo a due passi dallo stabilimento.
Alla fine del percorso, Fiemme Green School ha riservato una sorpresa perfino a chi lo aveva concepito: invece di due assunzioni se ne sono realizzate tre.
Perché il progetto è nato per evolversi in base ai risultati, fino a modificare addirittura gli obiettivi iniziali.
«Abbiamo deciso di investire molto in questo progetto – spiega Davide Gabrielli, direttore commerciale e marketing di Fiemme 3000 – applicando un metodo più difficile e impegnativo per costruire le professionalità di cui abbiamo bisogno.
«Le possibilità erano due: o trovarle sul mercato già formate, ma con abitudini e metodi sbagliati per la nostra azienda, oppure formarle da zero, fornendo loro strumenti, metodo e competenze di alto livello.
«Cercavamo giovani talenti, motivati e disponibili ad investire sul proprio futuro. Ne cercavamo due, abbiamo trovato Simone, Francesco e Marco.
«I conti non tornano? Secondo noi i conti di questa esperienza tornano al tal punto da aver superato le previsioni iniziali.»
Marco Mazzè, 26 anni, siciliano, ha studiato amministrazione aziendale all'università di Palermo, poi è passato a quella di Trento per laurearsi in Economia.
Racconta: «Ho fatto mille chilometri non perché in Sicilia mi mancassero le opportunità. Però ho accettato, una dopo l'altra e in campi sempre nuovi, le sfide che più mi hanno coinvolto.
«Al punto di rifiutare una proposta di lavoro quando ancora non avevo idea di come si sarebbe conclusa questa esperienza. Ma volevo arrivare fino in fondo, perché non cessavo di sorprendermi.
«E alla fine è arrivata la sorpresa più grande e un'ancor più grande responsabilità. Perché sono io la persona in più che è stata assunta in Fiemme 3.000.»
La sorpresa è stata un elemento costante anche per Francesco Mengon, anche lui 26enne, trentino della Val di Rabbi.
«All'inizio per me non è stato facile – confessa – ero spiazzato, non riuscivo a farmi un quadro della situazione. E davvero non pensavo che mi avrebbero scelto. Del resto non avevo mai fatto un'esperienza così. Ho scoperto tante cose, anche su me stesso.
«Perfino questa: nell'agriturismo gestito dalla mia famiglia, il pavimento è di Fiemme e non lo sapevo! Qui mi ha molto colpito l'impegno dell'azienda in tempo e risorse, con gli stessi dirigenti a mettersi in gioco come noi lungo una strada mai tentata: la scommessa è grande e i risultati si potranno vedere solo fra qualche anno. E dipendono da noi.»
«Io invece ho capito subito che ce l'avrei fatta, – scherza Simone Zucco, 27 anni, originario di Feltre, ma da tempo a Trento dove si è laureato. – In realtà ce l'abbiamo fatta tutti.
«Non c'è stata competizione fra noi sei, pur sapendo che i posti erano solo due. Si è formata una squadra vera, determinata a raggiungere degli obiettivi di crescita personale. È stato impegnativo, anche a livello psicologico, ma utile a tutti quelli che hanno partecipato.
«Lo dico io perché mi hanno scelto? Niente affatto. Ce lo dicono anche i tre che in Fiemme 3000 non sono entrati. Anche perché, sarà un caso oppure no, anche loro hanno già trovato delle buone collocazioni.»