Vantaggi e svantaggi delle vaccinazioni – Di Nadia Clementi
Ne parliamo col dott. Valter Carraro, responsabile dell’Azienda Sanitaria del Trentino
Uno dei principali obiettivi della Sanità Pubblica riguarda la prevenzione delle malattie infettive.
Le vaccinazioni rappresentano una eccezionale scoperta che ha cambiato il volto della storia della medicina.
Grazie all’utilizzo dei vaccini è stato debellato il vaiolo, sono quasi scomparsi il tetano, la poliomielite, la difterite e sono state notevolmente ridotte malattie virali come l’epatite B, il morbillo, la rosolia, la parotite e le malattie batteriche come la meningite.
Paradossalmente però le vaccinazioni sono vittime del loro successo: non essendo più visibili le patologie che sono state debellate o sensibilmente ridotte è diminuita la percezione dell’importanza delle vaccinazioni.
Vaccinare il bambino fin dai primi mesi di vita è diffusamente raccomandato per proteggerlo in modo efficace e sicuro da malattie infettive gravi che lo potrebbero esporre anche a importanti complicazioni.
Molti genitori tuttavia sono diffidenti e si è diffusa anzi una assurda idiosincrasia nei confronti delle vaccinazioni, nel timore – non sappiamo quanto fondato – che i vaccini possano avere effetti negativi molto superiori ai benefici.
Insomma, è bene conoscere come funzionano le vaccinazioni e sfatare alcuni luoghi comuni e fornire le informazioni necessarie per affrontare la scelta consapevoli degli effetti positivi e dei possibili rischi.
Noi lo abbiamo chiesto al dott. Valter Carraro, coordinatore delle attività vaccinali dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.
Nato 58 anni fa a Venezia, da circa 30 anni il dott. Valter Carraro abita in Trentino. Per una decina d’anni è stato medico di famiglia e medico condotto del Comune di Civezzano. Successivamente ha preso servizio come medico specialista in igiene e medicina preventiva del Servizio sanitario provinciale. Per alcuni anni è stato responsabile del servizio di assistenza sanitaria territoriale del distretto Bassa Valsugana e Tesino. Dal 1997 è responsabile dell’U.O. di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda provinciale dei servizi sanitari. In tale veste, oltre di altri temi di prevenzione, si è occupato di vaccinazioni e di sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive, svolgendo le funzioni di referente provinciale in tale materia. È membro della commissione provinciale delle vaccinazioni. |
Dottor Carraro, cosa sono le vaccinazioni?
«Per vaccinazione si intende la somministrazione di un farmaco (vaccino) in grado di conferire immunità contro una malattia infettiva specifica. A differenza degli antibiotici che agiscono direttamente con un meccanismo tossico sui microbi responsabili della malattia (e che quindi vanno usati quando l’infezione è già avvenuta), i vaccini agiscono preventivamente conferendo all’individuo la capacità di combattere l’infezione ed evitare la malattia utilizzando le proprie difese immunitarie (produzione di anticorpi specifici).
«Grazie alla memoria immunologica di cui è dotato il nostro sistema immunitario la protezione data delle vaccinazioni è a lungo termine e in alcuni casi dura tutta la vita.
«Con le vaccinazioni è possibile proteggere l’individuo anche contro alcune malattie virali (p. es. poliomielite, morbillo, epatite B), su cui come è noto non agiscono gli antibiotici (attivi solo nelle malattie di origine batterica).
«Quando la vaccinazione contro una malattia viene praticata in maniera estesa ed interessa una larga parte della popolazione è possibile ottenere allo stesso tempo sia la protezione del singolo individuo sia dell’intera popolazione (anche in quella non vaccinata) fino ad arrivare, per certe malattie, alla possibilità della loro eliminazione (risultato che non è possibile ottenere con l’uso di antibiotici).»
Quali sono le malattie che sono state debellate con la vaccinazione e quali potrebbero tornare senza?
«Mediante la vaccinazione il vaiolo è stato completamente debellato in tutto il mondo a partire dal 1976; la scomparsa a livello mondiale della malattia ha reso inutile la vaccinazione che pertanto non viene più eseguita.
«La poliomielite è stata eliminata nel nostro Paese a partire dagli anni ’80 grazie alla vaccinazione; per questa malattia è in teoria possibile ottenere come per il vaiolo la totale scomparsa a livello mondiale. Esistono però nel mondo ancora dei focolai della malattia (Afghanistan, Nigeria…). Per evitare la reintroduzione della malattia nel nostro Paese è necessario continuare a vaccinarsi fino a quando si riuscirà ad ottenere la completa eradicazione della malattia in tutte le parti del mondo.
«Altre gravi malattie del passato come la difterite e il tetano sono state debellate grazie alle vaccinazioni; per le caratteristiche di trasmissione di queste malattie non è ipotizzabile una scomparsa completa (eradicazione) e pertanto solo continuando a vaccinare i nuovi nati può essere garantita la difesa della popolazione contro di esse.»
Quali sono le vaccinazioni obbligatorie?
«In Italia sono obbligatorie per i nuovi nati le vaccinazioni per quattro malattie: Poliomielite, Difterite, Tetano, Epatite B.
«Lo strumento dell’obbligo vaccinale appare oggi culturalmente superato e male accetto da alcuni gruppi di cittadini, trattandosi pur sempre dell’imposizione di un atto sanitario. Per tale motivo si parla sempre più spesso di andare ad un superamento dell’obbligo legale.
«Non bisogna però dimenticare che in passato, in un contesto sociale assai diverso e in assenza di un vero e proprio servizio sanitario nazionale, l’obbligo vaccinale ha avuto il merito di garantire il diritto a tutti i bambini ad accedere alla vaccinazione in maniera uniforme e in tutte le parti d’Italia.»
Cosa si intende per vaccinazioni raccomandate? Sono diverse dalle vaccinazioni obbligatorie?
«La distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate è superata. Infatti per vaccinazioni raccomandate si intendono tutte le vaccinazioni inserite nel Calendario nazionale delle vaccinazioni, a prescindere dall’esistenza dell’obbligo legale; per tutte esse sussistono ampie prove di efficacia e sicurezza e vi è unanime accordo sui benefici derivanti dal loro utilizzo; per tale motivo il servizio sanitario ne deve garantire l’offerta attiva e gratuita in tutte le Regioni d’Italia. Anche le vaccinazioni obbligatorie sono da ritenersi a tutti gli effetti vaccinazioni raccomandate; oltre ad esse sono incluse nel calendario vaccinale per l’infanzia le seguenti vaccinazioni raccomandate:
- Pertosse
- Morbillo-Parotite-Rosolia
- Emofilo
- Meningococco C (germe che causa meningite e altre malattie invasive gravi)
- Pneumococco (germe che causa meningite e altre malattie invasive gravi)
«Vi sono poi altre vaccinazioni raccomandate in altre epoche della vita come l’HPV alle ragazze dodicenni (per la prevenzione del tumore del collo dell’utero, causato da un virus) e l’influenza alle persone che hanno più di 65 anni d’età.»
Come avviene la vaccinazione?
«La vaccinazione è un atto semplice e consiste in una piccola iniezione eseguita sulla gamba (nel caso di lattanti) o sul braccio (bambini più grandicelli o adulti).
Prima di vaccinare, chi vaccina (di solito un’assistente sanitaria) effettua la verifica della situazione vaccinale (quali vaccini sono stati eseguiti in passato) e pone alcune domande specifiche mirate ad escludere l’esistenza di controindicazioni (anamnesi pre-vaccinale).
Con cosa sono fatti i vaccini? Cosa contengono? E quelli combinati?
«La maggior parte dei vaccini è costituito da frazioni (antigeni) del germe causa di malattia; questi antigeni una volta iniettati sono in grado di stimolare il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi e a sviluppare una memoria immunologica che consentirà al nostro organismo di difendersi dalla malattia quando incontrerà in natura tale germe.
«In passato i vaccini erano spesso costituiti più grossolanamente da germi interi uccisi e pertanto gli effetti collaterali come la febbre e le reazioni locali erano più frequenti; lo sviluppo tecnologico consente oggi di selezionare solo quelle componenti essenziali per la risposta immunitaria riducendo la reattogenicità del vaccino.
«Alcuni vaccini di tipo virale, come quelli di Morbillo-Parotite-Rosolia sono invece costituiti da virus vivi attenuati, cioè da particolari ceppi di virus opportunamente selezionati che hanno perso la capacità di provocare malattia (attenuati), ma che sono in grado di determinare una risposta immunitaria del tutto simile a quelle dei virus patogeni esistenti in natura.
«In altre parole potremmo dire che i vaccini funzionano facendo fare al nostro sistema immunitario lo stesso lavoro
(produrre anticorpi, sviluppare la memoria immunologica) che esso fa quando incontra in natura il germe selvaggio responsabile della malattia.»
Quali sono i benefici?
«I benefici delle vaccinazioni si misurano in termini di salute: numero di casi di malattia evitata, numero di morti, ospedalizzazioni, ed esiti permanenti evitati.
Una vaccinazione viene raccomandata quando vi sono prove certe che i benefici in termini di salute superano di gran lunga eventuali effetti collaterali dovuti al vaccino.»
Esistono degli effetti collaterali?
«Come tutti i farmaci, anche i vaccini possono determinare degli effetti collaterali; la maggior parte dei bambini che si vaccinano non presentano dopo la vaccinazione alcun disturbo particolare; in una certa percentuale di casi, che varia da vaccino a vaccino, si possono avere disturbi quali reazioni locali (dolore, gonfiore e arrossamento nella sede dell’iniezione) o febbre con o senza malessere generale. Tali disturbi sono espressione della reazione immunitaria, sono passeggeri e si risolvono senza complicazioni.
«Effetti collaterali più importanti quali trombocitopenia, convulsioni, reazioni allergiche sono rari.
«La trombocitopenia consiste in un abbassamento transitorio delle piastrine del sangue (trombociti) che può dar luogo a una porpora (piccole chiazze rosse diffuse a tutta la cute). In genere la trombocitopenia post-vaccinazione è transitoria e guarisce spontaneamente senza problemi. Anche le malattie infettive sono causa di trombocitopenia (trombocitopenia postinfettiva). Per esempio nel morbillo si ha una porpora trombocitopenica ogni 3.000 casi di morbillo; per la vaccinazione antimorbillosa la frequenza è molto, molto più bassa: 0,2-0,4 casi ogni 100 mila bambini vaccinati.
«Le convulsioni dopo vaccinazione si manifestano in genere in bambini predisposti e sono scatenati dalla febbre (“convulsioni febbrili”); questi bambini vanno incontro facilmente a convulsioni in occasione di qualsiasi episodio febbrile, per esempio in caso di infezioni respiratorie.
«Le convulsioni febbrili sono di natura benigna, non sono legate e non predispongono all’epilessia, dalla quale vanno nettamente distinte.
«Le reazioni allergiche di tipo grave da vaccino sono del tutto eccezionali e si manifestano in meno di un caso ogni milione di vaccinati.
«Di tutte le reazioni avverse segnalate dopo una vaccinazione vanno inoltre tenute distinte quelle avvenute per una pura coincidenza temporale ma non causate dal vaccino; sono disturbi o sintomi che si sarebbero manifestati anche senza la vaccinazione.»
«In conclusione possiamo dire che qualche rischio legato ai vaccini c’è ma in misura molto ridotta rispetto ai rischi e alle complicazioni derivati dalle malattie che proprio grazie ai vaccini riusciamo ad evitare.»
E per quanto riguarda le controindicazioni?
«Le vaccinazioni raccomandate sono in generale delle vaccinazioni indicate per tutti i bambini (vaccinazioni universali). Solo in alcuni casi particolari la vaccinazione deve essere sconsigliata, per esempio quando il bambino ha avuto in precedenza reazioni allergiche gravi a una sostanza contenuta nel vaccino o a dosi precedenti dello stesso vaccino oppure quando il sistema immunitario del bambino non funziona bene per malattie immunologiche o perché trattato con farmaci o altre terapie che deprimono il sistema immunitario (per esempio nel casi di cure per malattie oncologiche).
«Un altro esempio di controindicazione, che riguarda le donne, è lo stato di gravidanza; in questo periodo per cautela nei confronti del feto non devono essere somministrati vaccini a virus vivi, come quello di Morbillo-Parotite-Rosolia. Si tratta di situazioni molto particolari e le domande che vengono poste dall’assistente sanitaria prima di eseguire la vaccinazione (anamnesi pre-vaccinale) servono proprio ad escludere l’esistenza di queste situazioni.»
Quando e dove si effettuano le vaccinazioni?
«Le vaccinazioni dei bambini vengono eseguite presso i servizi vaccinali presenti in tutti gli ambiti territoriali della provincia. I genitori vengono convocati tramite lettera secondo la tempistica prevista dal calendario vaccinale; per esempio nel primo anno di vita sono chiamati tre volte al 4°, 5° e 11° mese di vita.
«Nel corso degli ultimi anni sempre più genitori tendono a rinviare le vaccinazioni, pensando erroneamente che questo sia nell’interesse del bambino (il bambino è troppo piccolo). E’ molto importante vaccinare il bambino all’età prevista; rinviando le vaccinazioni si espone inutilmente il bambino al rischio di ammalarsi di pertosse (malattia grave se contratta dal lattante) o di emofilo (che causa meningite e altre forme invasive gravi).»
Cosa succede quando un genitore decide di non vaccinare il figlio?
«Se trattasi di una vaccinazione obbligatoria riceverà un invito a colloquio con un medico del servizio vaccinale nel quale avrà modo di ricevere ulteriori informazioni o chiarimenti sulle vaccinazioni.
«Qualora persista nella decisione di non vaccinare il proprio figlio potrà firmare il modulo di dissenso informato alle vaccinazioni che gli consentirà di evitare la multa prevista dalla legge sulle vaccinazioni obbligatorie.
«Questa procedura è attiva nella nostra provincia dal gennaio 2012, a seguito della sospensione delle sanzioni attuata dalla Provincia Autonoma di Trento con delibera della Giunta provinciale.»
Perché nelle scuole richiedono copia delle vaccinazioni fatte?
«Perché è ancora prevista da regolamenti scolastici nazionali. Comunque da molti anni l’ammissione alla frequenza scolastica non è più subordinata alla esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie e anche i bambini non vaccinati possono iscriversi normalmente a scuola.»
Perché la gente ha paura di vaccinarsi? O a vaccinare i propri bambini?
«Se guardiamo alla percentuale di adesione alle vaccinazioni raccomandate possiamo dire che la grande maggioranza delle persone e dei genitori ha fiducia nelle vaccinazioni.
«È certamente vero che esiste una quota minoritaria di persone (per le vaccinazioni obbligatorie circa il 5%) che non vaccina i propri figli perché decisamente contraria o perché nutre dubbi sulla loro sicurezza.
«Spesso queste persone sono convinte che le malattie evitate dalle vaccinazioni non esistano o siano scomparse spontaneamente a prescindere dalle vaccinazioni; in alcuni casi esse ritengono che sani stili di vita e una buona alimentazione siano sufficienti a impedire la manifestazione di queste malattie.
«A questo si associa la paura che i vaccini non siano sicuri e che determinino malattie come l’autismo o allergie che in realtà è stato dimostrato non c’entrano nulla con i vaccini. Tale disinformazione trova spesso alimento in siti internet o blog tenuti da tuttologi o da falsi esperti di vaccinazione (purtroppo in alcuni casi provvisti anche di laurea).»
Alcune persone hanno diffidenza verso le vaccinazioni perché sospettano ingerenze legate agli interessi delle Multinazionali farmaceutiche. E’ fondata questa convinzione?
«In un’economia di mercato come la nostra sono le Industrie farmaceutiche che, come per tutti gli altri farmaci, studiano, producono i vaccini e li vendono. È un loro interesse legittimo che va considerato e tenuto distinto dall’interesse pubblico della Salute.
«La decisione di raccomandare una vaccinazione, per esempio inserendola nel calendario vaccinale, è una decisione presa dalle Autorità sanitarie dopo un’attenta e complessa valutazione a cui partecipano Medici, Ricercatori e Società scientifiche.
«Il Servizio sanitario nazionale si assume l’onere di garantire gratuitamente una vaccinazione solo se esiste un ampio consenso sulle prove di efficacia, sicurezza e di indubbio vantaggio in termini di salute. Se è giusto e doveroso vigilare che l’interesse dell’Industria non interferisca in maniera illegittima su queste decisioni, vanno anche evitate le ipotesi di complotto assunte ”a priori”.
«Va osservato anche che l’interesse economico legato alle vaccinazioni è relativo; il costo complessivo delle vaccinazioni incide sul costo totale della spesa farmaceutica in maniera bassa. Vi sono altri farmaci, che, presi singolarmente, superano il costo complessivo di tutte le vaccinazioni messe assieme.»
Conclusioni e consigli?
«La conclusione è un invito a tutti i genitori ad avere fiducia nelle vaccinazioni, ad aderire a tutte le vaccinazioni raccomandate ai bambini, a prescindere dal fatto che siano obbligatorie o no. In questa maniera assicureranno ai loro figli difese immunitarie durature in grado di evitare malattie infettive temibili e ancora presenti nella nostra società e, tutti insieme, a tener lontano malattie scomparse ma che potrebbero riemergere qualora la quota di non vaccinati aumentasse oltre i limiti.
«I consigli riguardano l’informazione: per essere ben informati sulle vaccinazioni è meglio rivolgersi direttamente al proprio pediatra o agli operatori dei servizi vaccinali; su internet si trova di tutto e le vaccinazioni sono un argomento preso molto di mira da blog e siti non accreditati; per non essere vittime di “rumors” o di leggende metropolitane è necessario selezionare le fonti d’informazione privilegiando i siti istituzionali ed evitando i blog alimentati dai falsi esperti; a tal proposito segnalo un’ottimo sito di informazione sulle vaccinazioni: vaccinarsi.org.
«Infine un consiglio pratico: non ritardate a vaccinare vostro figlio; i bambini sono chiamati a vaccinarsi all’età giusta, non esponeteli a rischi inutili aspettando che cresca.»
Dott. VALTER CARRARO - Responsabile delle vaccinazioni dell’APSS del Trentino
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Nadia Clementi - [email protected]