La posizione anacronistica degli Schützen in assemblea
«Tedesco obbligatorio in tutte le scuole del Trentino» – «Nelle commemorazioni del centenario della Grande guerra sia bandita la bandiera italiana»
La Federazione degli Schützen si è radunata domenica mattina al Palazzo della Regione a Trento, dove il comandante Paolo Dalprà ha tenuto il discorso all’assemblea, alla presenza dell’assessore Rossi e del senatore Panizza, appena giunto da Roma.
Dalprà ha lodato la Provincia per i risultati ottenuti da un governo composto anche da due assessori autonomisti, ha evidenziato come l’Euregio sia stato un passo avanti per l’integrazione del Tirolo storico, ha espresso dure critiche nei confronti del governo di Roma, per il dissesto finanziario che sta penalizzando pesantemente la realtà trentina. Niente da dire.
Dalprà ha poi invocato l'introduzione dell'insegnamento della lingua tedesca in tutte le scuole provinciali, di qualsiasi ordine e grado.
Affrontando quindi le cerimonie che dall’anno prossimo saranno messe in cantiere per celebrare i cento anni della Grande Guerra, ha chiesto che le bandiere italiane vengano bandite in Trentino fino al 4 novembre 2018.
«Questo – ha precisato, – per rendere onore ai 14.000 caduti trentini che hanno combattuto per l’Impero Austro ungarico.»
Francamente dissentiamo anzitutto sull’obbligatorietà della lingua tedesca nelle scuole. Siamo sempre stati favorevoli allo studio obbligatorio di tre lingue straniere, mettendo in testa però l’inglese e, a seguire, il tedesco e il francese.
Alla data di oggi, anno di grazia 2013, c’è ancora la maggioranza della popolazione trentina che non conosce la lingua inglese. Una vergogna per le possibilità di crescita dei nostri ragazzi, soprattutto per quelli che sono orientati al mondo della Ricerca e Innovazione che la Provincia sta giustamente spingendo per affrontare vincenti il periodo che verrà dopo la crisi.
Quanto alle bandiere imperiali per rendere onore ai caduti trentini della Grande Guerra, siamo piuttosto critici. I nostri 14.500 caduti trentini sono stati costretti a combattere per territori che neppure conoscevano, come la Galizia, né più né meno degli altri popoli coinvolti nella Prima guerra mondiale.
A cent’anni da quel terribile sacrificio collettivo, siamo invece a invocare che vi siano tutte le bandiere d’Europa e che gli Schützen vadano a commemorare tutti i morti trentini, indipendentemente dal colore della bandiera per cui sono caduti, e che comincino a sfilare insieme con gli alpini.
Grazie a Dio la guerra è finita appunto da 100 anni e magari si potrebbe cominciare a convivere senza alcuna nostalgia del tutto anacronistica.
GdM