Il volontariato visto dall’altra parte della barricata

Uniamoci: «Si scrive volontariato, si legge copertura sistematica (e gratuita) di carenze statali e strutturali»

Abbiamo deciso di pubblicarlo oggi perché ieri avrebbe generato confusione. Sabato era la giornata di Trento Capitale europea del volontariato, con tanto di Presidente della Repubblica che è intervenuto per ringraziare i trentini che si adoperano per aiutare senza nulla chiedere in cambio.
I settori più interessati al fenomeno codificati dal sistema sono tre: i Vigili del Fuoco Volontari, i membri del Soccorso Alpino e i Nuvola. I VVFF volontari sono 6.401 (più gli allievi), i Soccorritori sono 670 e tutti professioonisti di altissimo livello, i Nuvola sono 588. Nei casi più importanti è la Protezione Civile del Trentino che li coordina.

A questi soccorritori, che definiamo «istituzionali», c’è il mare di volontari che si adopera gratuitamente affinché le attività popolari possano godere del giusto successo. Le sole Pro loco possono contare su 20.000 persone.
Conti alla mano, dunque, un trentino su cinque fa il volontario e, se si tolgono vecchi e bambini, il rapporto può essere raddoppiato: 2 su 5. Quindi si può tranquillamente dire che Trento è la capitale del volontariato.

Abbiamo fatto anche due conti per cui, se dovessimo pagare i servizi necessari, alla Provincia non basterebbero 100 milioni all’anno in più. Ovviamente i Vigili del fuoco volontari non potremmo pagarli tutti e scenderebbero al 10% del numero attuale. I Nuvola probabilmente continuerebbero la loro opera, ma da quando non c’è più il servizio militare obbligatorio, si stanno assottigliando sempre più.
 
Ciò premesso, c’è una fetta della popolazione che considera il volontariato un fenomeno nato per sostituire le mancanze delle Istituzioni.
Proprio ieri - come abbiamo detto in apertura - ci è stato inviato un comunicato a firma «Uniamoci» che sottolinea le incongruenze del fenomeno.
«Trento, capitale europea del volontariato, – si legge nella nota di Uniamoci. – Essendo noi una associazione di volontariato, questa definizione dovrebbe farci contenti: e invece no.
«E non perché siamo sempre contrari a qualcosa, non perché abbiamo delle grandi ambizioni pensando a come possiamo non solo parlare di un mondo migliore, ma tradurre i discorsi in termini pratici quelle che non devono restare belle parole.
«Trento è improvvisamente diventata capofila di tutto, dal wallet digitale al volontariato.»
La nota precisa di riferirsi alla multa di 50.000 euro ricevuta dal Comune di Trento per l’uso improprio delle videosorveglianze e dall’«isolamento» natalizio delle associazioni di volontariato in Piazza Battisti.
 
«Come si dice da noi, – prosegue l’associazione – vale più la pratica che la grammatica, e se da un lato si critica chi pontifica sui massimi sistemi con parole bellissime ma vuote di azione, dall' altro non si può fare a meno di notare questa evidente contraddizione: venghino signori, c'è posto per i servi, purché stiate in periferia.
«Perché il sentore è che il volontariato, inteso come un'esperienza formativa e di crescita sia personale che comunitaria e che solitamente migliora anche la società che ci circonda, sia ora osannata in questo modo per non fare notare il suo smodato utilizzo per coprire le evidenti e profonde carenze gestionali e strutturali di un'intera nazione, che non può più contare su servizi garantiti ma solo gentili concessioni.»

«Abbiamo declinato l'invito rivolto a tutte le associazioni arrivato per oggi al Pala Trento: per noi, il volontariato, è una cosa seria, che merita rispetto e che non può essere utilizzata da nessuno, soltanto condivisa in un'ottica di crescita reciproca.»
Il comunicato si conclude con una battuta irriverente contro il Presidente della Repubblica che non riportiamo.
 
Abbiamo pubblicato volentieri il pensiero dell’associazione Uniamoci perché diamo sempre spazio anche a chi non la pensa come noi.
Il nostro pensiero è chiarito in premessa e, se c’è qualcosa da migliorare, siamo certi che il sistema troverà la strada per farlo.
Aggiungiamo che la multa inviata al Comune di Trento per l’uso ritenuto scorretto delle telecamere di sorveglianza ha sicuramente le sue fondamenta di diritto. E, francamente non sapevamo che i dati ricavati dalla video sorveglianza venissero utilizzati come indicato nella sanzione.
L’unico motivo per cui noi le vogliamo un po’ dappertutto nella città risiede nella sicurezza pubblica. Nessuno, a parte le forze dell’Ordine, deve essere autorizzato a utilizzarle. E, passato un certo tempo, devono cancellarsi da sole.

GdM

(PS: il termine «Barricata» inserito nel titolo è un'iperbole retorica: non esisotno barricate. E non esisteranno finché continueremo a poterci esprimere liberamente.)