I vicini paesi di Egitto e Ucraina a ferro e fuoco

Trenta morti nel terzo anniversario della rivoluzione egiziana – Ucraina a un passo dalla guerra civile

Le cause che hanno acceso la miccia degli scontri che si stanno susseguendo in Egitto e in Ucraina sono profondamente diverse, ma in entrambi i casi lo spettro della guerra civile aleggia nel vento.
 
L’Egitto, a tre anni dalla rivoluzione che aveva abbattuto Mubarak, si stanno susseguendo sparatorie e attacchi veri e propri sia da parte delle forze dell’ordine che dei cittadini.
Come si sa, dopo una rivoluzione sostanzialmente incruenta, era stato eletto presidente Morsi. Ma poiché aveva fatto approvare una costituzione che dava ampio spazio ai Fratelli Musulmani, partito religioso, l’esercito era intervenuto per abbattere il presidente e adire a nuove elezioni.
Da quel momento la lotta è diventata cruenta. Oggi questo ritorno di fuoco dovuto all’anniversario della rivoluzione. I morti sono già una trentina, non solo al Cairo.
E ancora una volta i giornalisti sono stati attaccati dalla folla e salvati dal linciaggio grazie alla polizia.
 
In Ucraina l’origine dei combattimenti tra rivoltosi e forze dell’ordine va collocata nella scelta del presidente di preferire in sostanza la gravitazione attorno alla Russia piuttosto che alla Comunità Europea.
La questione è molto più sentita di quello che si può immaginare, perché i tumulti hanno portato il paese a due passo dalla guerra civile.
Come spesso accade in questi casi, l’origine degli scontri può essere facilmente dimenticata per far posto a tutti i rancori nati e cresciuti in una democrazia giovane.
Fatto sta che i manifestanti hanno assediato i palazzi del potere, occupando e abbandonando alcuni ministeri e attaccando con le molotov le sedi della polizia.