Storie di donne, letteratura di genere/ 40 – Di Luciana Grillo

Antonia Dininno, «La prova del 6» – È uno strano romanzo che inizia pacatamente e poi si dipana fra strani incontri, profumi inebrianti e suoni di zampogne

Titolo: La prova del 6
Autrice: Antonia Dininno
 
Editore: A est dell’equatore 2014
Collana: Extras
 
Pagine: 220
Prezzo di copertina: € 14
 
Questo è un romanzo premiato ancora prima di essere pubblicato: ha vinto infatti da inedito la XXX edizione del Premio Letterario Città di Cava de’ Tirreni.
L’autrice è alla seconda esperienza, avendo pubblicato, nel 2013, un altro romanzo (200 secondi), piaciuto sia alla critica che al pubblico.
La prova del 6 – evidentemente alla scrittrice piacciono i numeri! – è uno strano romanzo che inizia pacatamente e poi si dipana fra strani incontri, profumi inebrianti e dolciastri, suoni di zampogne.
Il 6 è il numero al quale la protagonista – Tiziana – conferisce un significato particolare: è solo allo scadere dei 6 mesi di convivenza con Paolo che Tiziana potrà decidere se sposarlo o riconquistare la sua libertà… ma è proprio in quel momento che la scadenza diventa un abisso invalicabile.
Il 6 ritorna, ossessivamente: 6 è il numero civico della casa in cui convivono Paolo e Tiziana; 6 sono i protagonisti del romanzo: insieme ai due «nubendi» (?), c’è un’altra coppia, Girolamo e Alessandra, e poi ci sono i due personaggi che scombinano i giochi, entrando prepotentemente nella vita degli altri: Antonella, la «femmina-nuvolabianca…alta più di lui…il corpo padrone dello spazio, un giubbino corto di pelle nera, minigonna e stivali a metà coscia, tacco quindici…», e l’inquietante Augusto Coràla che non si capisce se sia uno psicopatico, un incantatore di serpenti, un inconsueto imbroglione, un maniaco o solo un povero diavolo.
 
Da una situazione di vivace normalità, la Dininno ci trasporta in un mondo caotico che ha perduto la bussola, un mondo in cui nulla è più come prima: la città non è identificabile, ma è reale, con le luci di un Natale incombente, il caos, il traffico, i bar affollati.
A questa frenetica realtà si sovrappone il caso, si aggiungono storie su storie, fatti segreti e lontani che si riallacciano ad altre storie, scavalcando anni, oceani, chilometri.
La cena che salta, l’incontro con gli amici che non si fa, sono solo segnali di un trambusto intimo e profondo.
Girolamo e Alessandra si arrotolano nelle loro poesie e nei loro dipinti, mentre si dicono: «Qual è il nostro segreto? E’ lasciare il mondo chiuso fuori da casa nostra, bellezza!» in una casa dove agli ospiti invitati e ritardatari non è stata preparata una vera cena.
E intanto Paolo, alle prese con Antonella, rivive momenti della sua vita, ritorna bambino, scolaro, figlio, rivede come in un film le ragazze che ha incontrato, «il nodo del tempo si è sciolto, il suo palpito ha liberato frammenti di immagini solo perché il buio potesse ingoiarli ancora una volta…».
Mentre Tiziana, sdraiata in terra, col volto coperto da un tappeto, sente l’arrivo di una tempesta improvvisa: «è la fine del mondo… cos’è il mondo?», il telefono squilla da una lontananza infinita, fastidioso, e il signor Coràla «afferra furioso la cornetta sulla scrivania ma resta muto…»
«Fuori piove di brutto. La violenza dell’acqua per le orecchie di Tiziana è soltanto la colonna sonora della fine del mondo… A Coràla, invece, squassa il cervello…»
 
L’autrice si muove con disinvoltura consumata e fa agire i suoi personaggi come un burattinaio… ci sono amici che si preoccupano per un silenzio inquietante, un’ambulanza a sirene spiegate, una vecchietta – Porzia/Sally – che forse nasconde un segreto, una mamma ovviamente apprensiva, un ex, Rocco, minaccioso, dotato di pistola regolamentare, e, proprio perché nulla manchi in questo caotico puzzle, gli amici scanzonati «Belli dentro».
Ma tutto si sistema, in poche pagine: la Dininno sposta le pedine e posiziona ciascuna nel posto che le compete, fin quando anche il 6 non è più un semplice numero, ma un verbo di ben altro significato: «Mi tocca rifare il conto daccapo. Si riparte con la prova del 6. E attento a te: questa volta non conteranno i mesi, ma quello che 6 tu!»
 
Luciana Grillo
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