La Valle di Ledro propone nel weekend il menù dell’esodo

Nel ponte si preparano i piatti della Boemia cento anni dopo la fine della Grande guerra

Livanze Ledro - ©Stefania Oradini.

Nel mese che segna il Centenario della conclusione della Grande Guerra assume un valore decisamente più simbolico la tradizionale proposta culinaria con La Cucina dell’Esodo ovvero il tradizionale appuntamento d’autunno della rassegna gastronomica annuale Menù Ledro.
Il legame con la Boemia – cento anni fa terra di deportazione per gli abitanti di questa valle trentina – è ancora oggi molto forte e inscindibilmente legato anche all’abbinamento tra le proposte culinarie alpine ed i sapori forti della cucina boema.
Quest’anno la Valle di Ledro ripropone questo gemellaggio gastronomico in occasione delle festività di Ognissanti e dell’Immacolata.
 
Nel ponte del 1-4 novembre e dell’8-9 dicembre si potranno assaggiare i piatti e le portate di quattro ristoratori della Valle di Ledro, che spaziano dal gusto classico degli gnocchi e dello spezzatino a quello più originale della zuppa Bramborova con il sapore dei funghi e della patata, ma anche arrosti e carni affumicate.
A proporre il menù dell’Esodo sono il Ristorante Maggiorina di Bezzecca, l’Osteria La Torre di Pieve, il Ristorante dell’Elda di Lenzumo e la Locanda Le Tre Oche di Molina.
E per ciascun commensale, ogni ristoratore ha pensato anche ad un omaggio riservato, naturalmente legato alla tradizione locale.
Aspetto non secondario la proposta del menù La Cucina dell’Esodo si sovrappone alla proposta Garda con gusto – Gourmet Experience.
 
Per eli ospiti del Garda Trentino e della vicina Valle di Ledro vi è quindi una doppia golosa opportunità per degustare piatti che valorizzano la produzione agricola locale.
Con La Cucina dell’Esodo si chiude il cammino dell’edizione 2018 di Menù Ledro, un appuntamento studiato in quattro atti, per ciascuna delle stagioni dell’anno, ognuno legato ai prodotti della terra e al rispettivo periodo.
Nel mese di aprile, «A Tavola con la Preistoria» aveva aperto le danze riportando al mondo d’oggi le usanze e le abitudini alimentari dei primi abitanti della Valle di Ledro che nell’Età del Bronzo avevano creato ed animato il villaggio palafitticolo di Molina che oggi è fiore all’occhiello dell’archeologia alpina.
Con l’avvicinarsi dell’estate il colore dominante di Menù Ledro era stato il giallo, tinta dello zafferano che da alcuni anni ha trovato casa nei prati e nei campi ledrensi, sfruttando al meglio l’ideale microclima di un territorio di grande pregio ambientale, tanto da meritare l’inserimento nel Progetto Riserva della Biosfera di Unesco.
 
Ed a proposito di colori e gusti importanti, ecco Viola, La Patata della Valle di Ledro, il terzo atto della kermesse che tra settembre ed ottobre ha riportato agli onori della cronaca le eccellenti proprietà della patata viola, tubero di origine andina che da secoli è diventata caratteristica della tradizione culinaria ledrense.
Pro poste culinarie strettamente legate ai prodotti locali, frutto dell’impegno e della perizia degli allevatori, coltivatori e produttori che in questi anni permettono alla Valle di Ledro di guadagnare sempre più spazio nelle attenzioni gastronomiche regionali e non solo.
Biodiversità, tradizioni, storia e intrecci: tutto questo prende vita nei piatti di Menù Ledro, un appuntamento da non perdere per compiere un lungo ed affascinante viaggio comodamente coccolati al caldo tavolo di un ristorante.