L’improrogabile patto tra generazioni – Di Paolo Farinati

Ben 2.250 miliardi di Euro di debito pubblico sono fardello pesantissimo, una zavorra che ci impedisce di rimetterci in un virtuoso movimento di crescita

Sono numerosi e tutti interessanti gli articoli che appaiono da qualche tempo su vari giornali, con i quali giustamente si illustra come la generazione uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e protagonista del boom economico e sociale degli anni ’60 e ’70 abbia beneficiato di una presenza statale assai importante e di un conseguente welfare state molto garantista e molto generoso.
Per contro le generazioni degli attuali ventenni e trentenni, i Millenials, ovvero coloro che sono nati nei due decenni antecedenti il Duemila, hanno e avranno a che fare con molte sfide in campo sanitario, assistenziale e previdenziale. Senza dimenticare le loro oggettive difficoltà, in questi anni di crisi economica, a trovare un adeguato e duraturo impiego lavorativo.
 
La colpa principale è indicata, anche qui giustamente, nell’elevato debito pubblico che la nostra Italia ha accumulato via via nei decenni, in particolare dagli anni Settanta in qua.
È un fardello pesantissimo, una zavorra che ci impedisce, come Italia, di rimetterci in un virtuoso movimento di crescita, come molte nostre imprese meriterebbero perché apprezzate in tutto il mondo.
Ben 2.250 miliardi di Euro di debito pubblico, non dimentichiamolo. A cui tutti noi, chi più e chi meno, abbiamo concorso direttamente o indirettamente.
E qui mi immagino le molte voci che corrono a dire: «…No io ho sempre pagato le tasse e i contributi…!».
 
Non c’è alcun dubbio, ma magari questi bravi cittadini per decenni hanno usufruito della sanità totalmente gratis, altri sono andati in pensione a 40 anni con soli 15 anni di contribuzione e sono destinati a vivere oltre i 90, altri ancora sono stati sempre esentati dalle tasse comunali per vari motivi, tutti infine paghiamo l’acqua potabile circa un terzo della media europea, ma in compenso siamo primi negli sprechi e nelle perdite.
Sono solo alcuni esempi, ma ne potremmo fare molti altri, che ci portano a dire e scrivere che di quel debito siamo tutti responsabili.
 
Ed è quell’enorme debito che ci impedisce, come italiani, di poter dare alle nostre generazioni più giovani lavoro, serenità e senso di appartenenza a una comunità nazionale responsabile. Qui non c’entra l’Europa, anzi l’Europa ci ha sin qui salvati.
Ma una via di uscita ci può essere. Con un atto responsabile e chiaro tra generazioni. La ricchezza privata degli italiani ammonta a più di 10 mila miliardi di Euro, più di quattro volte il debito pubblico.
 
Del resto sappiamo che noi italiani siamo sempre stati grandi risparmiatori, magari a spese dello Stato e, quindi, di altri italiani.
Ebbene, per dimezzare il debito e di conseguenza per liberare notevoli risorse anche per i nostri giovani e le nostre valide imprese, basterebbe uno sforzo che i nonni e i padri certamente farebbero in favore dei loro figli e nipoti.
 
Basterebbe mettere nelle casse del nostro amato Stato italiano milleduecento miliardi di Euro, circa il 10% della nostra ricchezza privata.
Il tutto ragionevolmente in equa proporzione al reddito e al patrimonio detenuto da ognuno di noi. Le cifre sono notevoli ma lo sforzo è assolutamente fattibile.
È la concretizzazione di un patto tra generazioni, giunto ad essere ormai improrogabile. Crediamoci e facciamolo.
 
Paolo Farinati