«Arte al GrandHotel»: il pittore Aldo Pancheri – Di D. Larentis
La mostra dedicata a un importante artista contemporaneo, ideatore del MAT, Movimento Arte Timbrica, è visitabile a Trento fino all’8 ottobre 2020 – L’intervista
Aldo Pancheri, alle spalle opere giovanili, due nature morte e un autoritratto: prima esposizione 1953.
Nella splendida ambientazione del Grand Hotel Trento, uno dei luoghi simbolo della città di Trento, è aperta dallo scorso 8 settembre 2020 una mostra che offre una selezione di opere di un importante artista del panorama contemporaneo, il pittore Aldo Pancheri, attivo sia a livello nazionale che internazionale.
Organizzata dal Centro d’Arte La Fonte in collaborazione con il MAT, Movimento Arte Timbrica, sarà visitabile fino all’8 ottobre 2020, nel rispetto delle attuali norme sul distanziamento sociale (è obbligatorio l’uso della mascherina).
Lo scoppio della pandemia di Covid-19 ha congelato tutti i progetti dell’artista fissati in agenda, fra cui una mostra che si sarebbe dovuta tenere a New York e una in Giappone; quella in corso al Gran Hotel Trento ha preso il via a un anno di distanza da «Viaggio nel colore e nel segno», esposizione allestita a Palazzo delle Albere, Trento, dedicata a due importanti pittori del panorama trentino: Renato Pancheri, a dieci anni dalla sua scomparsa, e allo stesso Aldo Pancheri, figlio di Renato.
Aldo Pancheri, Tramonto infuocato, 2019. Pastelli, acrilici, pasta acrilica e timbri su tela, cm 60x80.
La famiglia Pancheri è una famiglia di noti artisti. Gino, Renato e Aldo Pancheri, fratelli i primi due, dei quali Aldo è rispettivamente nipote e figlio (Gino Pancheri muore a seguito del bombardamento di Trento del 2 settembre 1943).
A tutti e tre la Galleria Civica di Trento dedicò anni fa una prestigiosa mostra accompagnata da un esaustivo catalogo (nel 1989 a Gino Pancheri, nel 1993 a Renato e Aldo). Risale al 1990 la mostra dal titolo «I Pancheri: una casa di pittori», organizzata a Milano presso Palazzo della Permanente.
Aldo Pancheri, artista trentino di adozione milanese, respira l’arte fin da bambino, da giovane sviluppa il suo talento innato ricevendo le prime gratificazioni.
Appena tredicenne, viene presentato da Alfonso Gatto in un’esposizione personale alla Sala degli Specchi di Trento (nel 1954). Studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella scuola di Virgilio Guidi e colleziona una serie di importanti premi (il primo premio Diomira nella X edizione e due secondi premi al San Fedele, a Milano).
Insegna disegno architettonico e ornamentale a Trento, città in cui per un anno condivide l’atelier con il pittore Aldo Schmid.
Aldo Pancheri, Percorsi nel tramonto, 2019. Acrilici, pastelli, pasta acrilica e timbri su tela, cm 60 x 80.
Negli anni 70 si trasferisce a Milano, entra in amicizia con l’architetto Luciano Baldessari, artista di fama internazionale, il quale lo introduce nell’articolato mondo dei collezionisti ed amici dell’ambiente artistico. Espone a Venezia alla galleria «Il Traghetto», Gianni De Marco diventa il suo gallerista.
Negli anni 80 collabora con lo stampatore Giorgio Upiglio in tecniche sperimentali con composti plastici di sua invenzione.
L’artista trentino di adozione milanese mantiene il forte legame con le sue radici in questi lunghi anni di intensa e incessante attività.
Fra i molti critici che hanno parlato della sua opera ricordiamo Gabriella Belli, Roberto Senesi, Giorgio Mascherpa, Marco Valsecchi, Elena Pontiggia, Claudio Cerritelli e l’artista Sergio Dangelo.
Nel 2014 dà vita al «Movimento Arte Timbrica», risultato di molti anni di espressività nell’ambito della pittura segnica.
Sue opere si trovano in prestigiose gallerie e sedi istituzionali, sia in Italia che all’estero.
Come abbiamo in altre occasioni ricordato, nell’Arte Timbrica è essenziale il segno, in quanto come afferma lo stesso Pancheri «ogni artista, inventando una propria matrice timbrica, costruisce un proprio stilema, che può essere usato più volte, ma che per via della manualità che lo contraddistingue nessuna volta allo stesso modo».
Aldo Pancheri, Arte al GrandHotel, 2020.
Scrive di lui Claudio Cerritelli nella premessa critica del catalogo Viaggio nella metamorfosi: «Seguendo le differenti stagioni della sua ricerca espressiva si avverte un continuo oscillare tra la memoria della natura e il desiderio di fissare le traiettorie mutevoli dell’immaginazione, congiungendo opposte atmosfere dello sguardo, fluidi bagliori del colore e misurate ambivalenze del segno.»
In un altro passo del suo intervento critico sottolinea: «Nella visione di Pancheri non v’è progressione lineare verso una meta da raggiungere ma adesione al linguaggio pittorico come mezzo di trasformazione del racconto visivo, strumento per far affiorare fantasie e stati d’animo che transitano sulla superficie verso imprecisati punti di arrivo, come se tutto potesse continuamente alludere a qualcosa che non è ancora visibile.
La spazialità lirica e onirica che Pancheri ha coltivato nel corso del tempo si nutre di smisurate lontananze e di evocazioni istantanee, procede fissando sia le sensazioni provate a diretto contatto con la natura, sia le forme rispondenti a un differente modo di filtrare il mondo oggettivo, ascoltando nel silenzio della meditazione sonorità cromatiche in fuga verso l’altrove [..].»
Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo e di rivolgergli alcune domande.
Aldo Pancheri, Arte al GrandHotel, 2020.
Le opere esposte a quali periodi sono ascrivibili?
«I periodi a cui sono ascrivibili coprono complessivamente il lavoro svolto negli anni, partono dagli anni ’50 e arrivano fino ad oggi. Le prime opere sono state commentate con uno scritto di Alfonso Gatto, poeta ermetico salernitano fra i più importanti del Novecento, in occasione della mia prima esposizione allestita alla Sala degli Specchi di Trento, all’epoca avevo 13 anni. In mostra sono esposte tre opere afferenti all’evento: due nature morte e un autoritratto.»
In breve, quali sono i passaggi più significativi del suo percorso artistico?
«Il mio percorso è segnato da vari passaggi: dall’informale all’astratto geometrico, al figurativo, inteso però in senso multimediale. Sono partito con una pittura ad olio su tela per passare poi a pigmenti di origine minerale, pastelli, colori e paste acriliche.»
Fino a quando sarà visitabile la mostra?
«Fino all’8 ottobre 2020»
Aldo Pancheri, Arte al GrandHotel, 2020.
L’Italia è ancora alle prese con la gestione della pandemia di Covid-19. Da artista come sta vivendo questa situazione?
«Purtroppo il diffondersi della pandemia di Covid-19 ha bloccato tutti i progetti preventivati, in particolare le mostre che si sarebbero dovute tenere all’estero, negli Stati Uniti e in Giappone. Io ho comunque avuto la grande fortuna di poter lavorare in studio giornalmente, continuando a dipingere.»
Lei è l’ideatore del MAT, Movimento Arte Timbrica. Qual è a suo avviso il punto di forza di questa forma espressiva?
«L’arte timbrica ha lo scopo principale di fare dialogare artisti di diverse provenienze culturali, accomunati dall’invenzione grafica di un proprio timbro. Offre la possibilità di potersi servire di questo strumento del tutto personale, utilizzabile in un’infinità di modi differenti.
«È stimolante il fatto che possa essere usato anche in altri ambiti, trovando applicazione anche nel mondo della moda e del design. L’incontro di diverse possibilità espressive derivanti da percorsi anche lontanissimi da loro e il possibile utilizzo in altri contesti rappresenta sicuramente uno dei punti di forza dell’arte timbrica.»
Aldo Pancheri, Arte al GrandHotel, 2020.
A oltre dieci anni di distanza dalla scomparsa di suo padre, può condividere con noi un suo pensiero?
«Pochi mesi prima della sua scomparsa mi disse: «Aldo, non parlarmi della saggezza della vecchiaia ma parlami della follia della vecchiaia», lui aveva 99 anni…»
A cosa sta lavorando, progetti futuri?
«I progetti futuri si basano soprattutto sull’arte timbrica, sto lavorando fra l’altro a un catalogo generale, mi auguro poi di riuscire presto ad esporre a Tokyo e a New York, purtroppo il diffondersi della pandemia ha bloccato le esposizioni all’estero.»
Daniela Larentis – [email protected]
Aldo Pancheri, Arte al GrandHotel, 2020.