Nel segno del Cavallino Rampante: Francesco Baracca

Dal Museo Caproni di Trento che l'ha ospitata al Palazzo dell'Aeronautica di Roma, aperta nei fine settimana fino al 24 aprile

È stata inaugurata giovedì 7 aprile, la mostra «Nel segno del Cavallino Rampante. Francesco Baracca tra mito e storia», organizzata dall'Aeronautica Militare, dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni di Trento e dal Museo Francesco Baracca di Lugo (RA), con l'obiettivo di raccontare e far conoscere la figura del maggiore Asso della caccia italiana durante la Prima Guerra Mondiale e la storia del Cavallino Rampante, recentemente riconosciuto come il simbolo italiano più famoso al mondo.
La data scelta per l'inaugurazione dell'esposizione – che rientra nell'ambito delle commemorazioni del Centenario della Grande Guerra – è significativa in quanto esattamente coincidente con il centenario della prima vittoria della Caccia Italiana, conseguita proprio da Baracca con l'abbattimento di un ricognitore Hansa-Brandeburg austro-ungarico il 7 aprile 1916.
 

 
Nei fine settimana compresi tra l'8 e il 24 aprile, presso la Sala degli Eroi di Palazzo Aeronautica a Roma, sarà quindi possibile ammirare, per la prima volta riuniti tutti insieme grazie alla sinergia tra le tre realtà museali, i più importanti cimeli e documenti disponibili sul celebre aviatore. In un percorso che si intreccia tra aneddoti, testimonianze e cimeli unici, sarà possibile conoscere anche alcuni aspetti meno noti della leggendaria, seppur breve, vita dell'Asso, ripercorrendo al contempo gli avvenimenti salienti del primo conflitto mondiale.
La mostra costituirà anche l'occasione per approfondire e far conoscere la storia del Cavallino Rampante: dalle origini del simbolo, con il suo impiego quale emblema distintivo di Baracca sugli aeroplani da lui pilotati, alla sua evoluzione, sotto il profilo iconografico e simbolico, con il passaggio dal mondo aeronautico a quello delle corse automobilistiche e motociclistiche.
 

 
L'evento inaugurale è stato introdotto dal Generale Ispettore Lucio Bianchi, Capo dell'Ufficio Generale per la Comunicazione, e si è aperto con gli interventi dei due curatori della Mostra, la dott.ssa Neva Capra, responsabile del Museo Gianni Caproni e in rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento, ed il dott. Paolo Varriale, storico dell'aviazione.
A seguire anche il Sindaco di Lugo di Romagna, Davide Ranalli, ha voluto portare il saluto e il ringraziamento dei propri concittadini all'Aeronautica Militare e agli ospiti intervenuti.
In chiusura l'intervento del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, generale di squadra aerea Enzo Vecciarelli, che ha voluto sottolineare il legame personale e di tutta la Forza Armata al leggendario vessillo del Cavallino Rampante, un simbolo che ancora oggi identifica alcuni tra i più prestigiosi Stormi e Gruppi di Volo dell'Aeronautica Militare.
Durante la visita alla Mostra presso la Sala degli Eroi presente anche il Sottosegretario di Stato alla Difesa Domenico Rossi, accompagnato dal Gen. Vecciarelli.
 

 
Lungo il percorso espositivo trovano spazio cimeli e documenti provenienti dalle collezioni dell'Aeronautica Militare, dal Museo «Francesco Baracca» e dal Museo dell'Aeronautica «Gianni Caproni», nonché una vettura di Formula 1, gentilmente concessa dalla Società Ferrari, a testimoniare il presente e il futuro del Cavallino Rampante; inoltre, attraverso delle postazioni immersive di realtà virtuale, sarà possibile assistere a ricostruzioni tridimensionali dei luoghi e personaggi legati a Baracca, nonché salire idealmente a bordo e volare a bordo del suo SPAD durante uno dei leggendari duelli aerei che gli sono valsi fama e riconoscimento a livello mondiale.
Nell'occasione, sarà possibile visitare anche le altre Sale Storiche di Palazzo Aeronautica, considerato un mirabile esempio del razionalismo italiano e tra i complessi monumentali di maggiore interesse storico ed architettonico del Paese.
Il Palazzo Aeronautica fu costruito nei primi anni '30, voluto dall'allora Ministro della Regia Aeronautica Italo Balbo, ed è tuttora la sede istituzionale dell'Aeronautica Militare.
L'accesso, a titolo gratuito, è previsto dall'ingresso di Viale dell'Università 4 - Roma, secondo gli orari indicati sul sito AM. Per informazioni e dettagli consulta il sito
 

 
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La storia del Cavallino Rampante
Il cavallino rampante – di colore argenteo su campo rosso, rivolto a sinistra e con la coda abbassata – era lo stemma araldico del «Piemonte Reale Cavalleria», uno dei più prestigiosi reparti dell'Esercito Italiano, presso il quale Francesco Baracca prestò servizio ad inizio del Novecento.
Di lì a poco, il giovane cavallerizzo volle diventare aviatore e fu proprio il suo amore per i cavalli che lo portò negli anni successivi a scegliere di adottare, sebbene con alcune varianti, lo stesso stemma quale simbolo per i suoi aeroplani. Il cavallino rampante nero apparve per la prima volta su di un aeroplano pilotato dall'asso a inizio 1917 e divenne definitivamente l'insegna applicata sulla fusoliera degli aerei da lui pilotati nell'ambito della neo-costituita 91ª Squadriglia.
Il 19 giugno 1918 Francesco Baracca non rientrò da un volo di guerra sul Montello e il suo corpo fu trovato solo alcuni giorni più tardi accanto ai resti bruciati dello SPAD su cui volava.
 
Da quel momento, furono i genitori dell'Asso a tenerne vivo il ricordo e fu un incontro – il 16 giugno 1923 durante il Circuito del Savio – tra il padre Enrico e un giovane Enzo Ferrari (all'epoca al volante di un'Alfa Romeo) a preparare la strada a quello che diventerà un mito a livello mondiale.
A quell'incontro seguì quello tra la madre di Francesco e il costruttore modenese, al quale la contessa Paolina Biancoli donò il prezioso emblema accompagnandolo con queste parole: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna».
«Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori con cui mi affidano l'emblema, – scriveva Enzo Ferrari il 3 luglio 1985 allo storico lughese Giovanni Manzoni. – Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena.»
Il Cavallino Rampante tornò ad apparire come stemma della 91ª negli anni '20, per ricevere poi una definitiva consacrazione quale insegna del 4º Stormo della Regia Aeronautica per volere di Amedeo d'Aosta che allora lo comandava.
Lo stesso stemma fu inoltre impiegato per un periodo anche sulle moto Ducati, su richiesta dell'allora progettista Fabio Taglioni, originario di Lugo di Romagna. Il cavallino rampante vola tuttora sul timone di coda degli Eurofighter dell'Aeronautica Militare e, come noto, corre sulle auto di Maranello.