Si è spenta Maria Fede Caproni, figlia del pioniere del volo
Era l’erede culturale della storia dell’illustre trentino che aveva conquistato i cieli
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Se ne è andata nella sua abitazione romana la contessa Maria Fede Caproni, figlia di Gianni Caproni, l’illustre trentino pioniere del volo del quale rappresentava la memoria storica.
La contessa era particolarmente legata al Trentino, perché non aveva mai dimenticato le origini del padre, nato a Massone (Arco) nel 1886. Si era laureato in ingegneria e si era appassionato subito all’allora nascente campo dell’aeronautica.
Ad arco aveva costruito nel 1910 il suo primo aereo, il Ca1, che volò una volta sola.
Poi si trasferì in Italia dalle parti della Malpensa, in quanto era irredentista e non voleva lavorare per l’impero asburgico. Allo scoppio della Grande Guerra Vienna gli chiese di lavorare per l’Impero. Gianni Caproni rifiutò e all’entrata in guerra dell’Italia fu condannato a morte per tradimento.
La guerra aveva fatto crescere la scienza aeronautica e la Caproni era divenuta importante con i suoi bombardieri e caccia.
Nel dopoguerra i suoi aerei batterono i principali primati di aerei a elica.
Nel 1940 il Re Vittorio Emanuele III insignì Gianni Caproni (e quindi anche i suoi eredi) con il titolo di Conte di Taliedo, dalla località vicino a Milano dove sorgevano i principali stabilimenti della Caproni.
Con la fine della Seconda guerra Gianni Caproni fu messo in difficoltà e dovette chiudere gli stabilimenti di Taliedo. Poi ne fu aperto uno a Gardolo di Trento, che col tempo venne chiuso a sua volta.
Era finita la storia industriale di Gianni Caproni ma stava cominciando la leggenda.
Quando Gianni Caproni morì a Roma nel 1957, i capannoni di Taliedo contenevano una vera e propria collezione di aerei storici che rappresentavano il percorso storico e l'evoluzione tecnoloogica della Caproni.
Erano la moglie Timina e la figlia Maria Fede che si occupavano di quello che poteva essere definito museo vero e proprio, che arricchirono nel tempo acquistando cimeli legati al mondo dell’aeronautica.
Alla fine degli anni ’80 Maria Fede prese contatti con la Provincia autonoma di Trento per trovare una forma di collaborazione che consentisse alla sua collezione di divenire museo vero e proprio.
La soluzione fu trovata e la famiglia Caproni diede in comodato una prima ventina di velivoli storici e altro materiale affinché la Provincia li restaurasse e ne facesse un museo.
Il museo nacque nel 1992 e divenne presto una delle principali attrazioni del mondo aeronautico.
Maria Fede era conosciuta e apprezzata per la sua passione e preparazione in tutti i musei del mondo, da quello di Parigi a quello di Londra, da quello di Saint Louis allo Smithsonian.
Per questo il Museo Caproni divenne subito un gioiellino internazionale.
Il 12 settembre 2012 Maria Fede Caproni concordò con la Provincia la vendita dell’intera collezione.
Come avevamo scritto in un articolo di allora (vedi), la collezione era stata valutata 2.350.000 euro. Ma poiché gran parte dei valori erano stati creati della Provincia di Trento che li aveva restaurati, alla famiglia Caproni andarono 300.000 euro.
La cessione della collezione alla Provincia fu una scelta felice per entrambe le parti.
Anche la contessa Maria Fede Caproni è una illustre trentina a tutti gli effetti, anche se viveva a Roma. Come il papà, aveva a cuore la sua terra d’origine e qualcosa di tangibile la sua terrà le aveva restituito.
Chi scrive questo pezzo ha avuto la fortuna di conoscerla e, da appassionato di storia quale è, non ha mancato di farle domante a ogni occasione. E lei ha sempre risposto con passione e dovizia di particolari che i testi di storia non riporteranno mai.
Maria Fede era riuscita a dare un futuro duraturo e tangibile alla memoria storica del padre.
La Provincia divenne proprietaria di una collezione unica al mondo legata a uno dei figli più illustri del Trentino.
Ora Maria Fede Caproni ci ha lasciati e, per usare un termine che le sarebbe piaciuto, è volata in cielo. È tornata da suo padre che tanto amava e per il quale ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.
GdM