«Alpi Alpini Alpinisti», mostra del Gruppo La Fontana di Gardolo – Di Daniela Larentis
Appena inaugurata a Palazzo De Maffei, Lavis, Trento, resterà aperta al pubblico da giovedì 29 marzo a domenica 8 aprile 2018
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L’inaugurazione della mostra del Gruppo Belle Arti «La Fontana» di Gardolo, dal titolo «Alpi Alpini Alpinisti», si è da poco tenuta a Lavis, Trento, davanti a un attento e folto pubblico, nelle splendide sale di Palazzo De Maffei di Via Matteotti.
La mostra resterà aperta da giovedì 29 marzo a domenica 8 aprile, escluso il giorno di Pasqua, nei seguenti orari: 16.00-19.00 e festività 10.00-12.00/16.00-19.00.
Opera di Marianna Brera.
Lo scorso anno, come era solito fare in occasione dell’appuntamento annuale del Gruppo, a presentare la mostra c’era il prof. Luciano Decarli, recentemente scomparso, il quale era presidente dell’A.S.T.A.A. - Associazione scrittori Trentino Alto Adige. A lui sarà dedicata la prossima esposizione del Gruppo La Fontana, mostra che si terrà a Levico in estate, dopo la metà di giugno (presumibilmente in agosto), a cui seguirà un articolo.
Giuliana Pojer.
Il tema della mostra è stato affrontato dai vari artisti ognuno secondo la propria sensibilità e secondo il proprio stile, alcune ricordano la tragica guerra combattuta sulle montagne di confine, nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra.
Il titolo rimanda anche all’idea della patria, un concetto affrontato in una delle sue pubblicazioni da un grande alpinista, Reinhold Messner (ci stiamo riferendo al suo libro intitolato «La vita secondo me», edito da Corbaccio, 2014).
Giuliano Lunelli.
Scrive Messner: «Non posso spiegare quel che significa per me il concetto di patria, di casa. Fin da bambino ogniqualvolta camminavo sulla neve vergine piangevo per la forte emozione. La neve era piena di mistero. La ragione deve essere motivata, il sentimento no.
«Casa, patria, per me erano lo scorrere delle stagioni a Funes, i suoi pendii ripidi su entrambi i versanti della valle, le fattorie isolate, la gente al lavoro e le vette delle Odle sullo sfondo.
«Era un sentimento suscitato dalle prime nevicate e dai vecchi che se ne andavano. Un sentimento che svanisce solo quando noi stessi ce ne andiamo. Per sempre».
Opera di Michele Candotti.
Il gruppo ha al suo attivo numerose esposizioni, non solo in Italia ma anche all’estero, l’associazione è infatti legata a doppio filo con un gruppo di pittori di Neufahrn, la città tedesca gemellata con Gardolo.
Ne ricordiamo qualcuna fra quelle organizzate negli ultimi anni: la mostra a Levico sul tema della Grande Guerra (2014), poi a Castello Tesino, in collaborazione con il Comune, qualche anno fa sono state esposte opere che hanno tratto ispirazione dalle liriche dei poeti del «Cenacolo Valsugana»; «La Luce», altra esposizione allestita sempre a Palazzo De Maffei, poi, una mostra collegata alla manifestazione «Il lago nel cuore – Calceranica poesia», un concorso nazionale di poesia il cui direttore artistico era Alberto Pattini e l’esposizione dell’anno scorso, allestita sempre a Lavis in maggio, intitolata «Il fuoco».
L’attuale presidente del Gruppo La Fontana è Luigi Bevilacqua, uno dei soci fondatori dell’associazione nata nel lontano 1984, la quale conta una trentina di iscritti.
Isabella Moser.
Abbiamo chiesto a Wilma de Nadai cosa rappresenti per lei la montagna anche dal punto di vista pittorico e lei ci ha risposto che di solito ama ritrarre altri paesaggi naturali, come per esempio ampie distese d’acqua ecc; la montagna per lei è qualcosa di irraggiungibile nella vita reale e proprio per questo attraverso le opere presentate ha cercato di catturarne la suggestione, dipingendo con grande maestria rocce ammantate di luce e cieli dalle atmosfere quasi magiche.
Wilma de Nadai.
Una magia che ritroviamo anche in altre opere esposte, per esempio nell’esplosione di meravigliosi fiori gialli e nell’azzurro di un cielo attraversato da candide nuvole sopra le cime dolomitiche, dello splendido quadro di Vilma Casagrande.
Vilma Casagrande.
Qualche giorno prima dell’inaugurazione abbiamo avuto il piacere di incontrare uno degli artisti in mostra, Gloriano Orvieto, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Gloriano Orvieto.
Quando ha iniziato a dipingere?
«Mi sono avvicinato alla pittura più di una ventina di anni fa. Sono partito come disegnatore tecnico, ho fatto successivamente un corso di restauro.
«Ho iniziato a dipingere agli inizi degli anni 90 entrando nel Gruppo La Fontana, inizialmente facendo olio. Poi, ho sperimentato altre tecniche.
«Mi piace sperimentare. Qui allo studio usiamo l’olio, a casa preferisco utilizzare l’acrilico.»
Le tecniche da lei utilizzate?
«Le prime tecniche che ho utilizzato sono l’acquerello, nel restauro di affreschi si usa l’acquerello. Tuttavia, ora prediligo quelle miste e l’acrilico.»
Michela Gallione.
C’è qualche pittore che, almeno inizialmente, le è stato di ispirazione?
«Nessuno in particolare, mi piaceva molto Va Gogh, forse mi ha anche ispirato in una delle fasi artistiche del passato, ma solo inizialmente.»
Quante opere presenterà?
«Ne presenterò quattro, le sto ultimando proprio ora. In questo momento sto lavorando a un quadro che ritrae gli scarponi degli alpini.
«Ho inserito i lacci fatti con lo spago, in quanto ho iniziato un ciclo di quadri astratti che prevedono l’utilizzo di questo elemento. Come si può vedere, nel quadro gli scarponi richiamano la guerra, il sangue versato sulle montagne…
«Poi, ho dipinto il Lago delle Piazze e il Lagorai. In quest’ultimo quadro, invece, si vedono alberi innevati in primo piano e sullo sfondo il Brenta.»
Progetti futuri?
«Una mostra personale nella Sala Mayer a Pergine in giugno, in agosto una mostra con Giuliano Lunelli a Bolzano, in centro storico.»
Daniela Larentis – [email protected]
Opera di Luigi Bevilacqua.