Carnac, un sito neolitico straordinario – Di Daniela Larentis

Gli allineamenti, megaliti risalenti al Neolitico, si trovano in Bretagna: furono costruiti da comunità sedentarie dedite all’allevamento e all’agricoltura

>
Al nord della Francia, in Bretagna, si trovano straordinari megaliti risalenti a 6.000 anni fa, straordinari templi neolitici fra i più spettacolari non solo d’Europa ma del mondo.
Si ritiene siano stati costruiti fra il V e il III millennio a.C. da alcune comunità sedentarie dedite all’agricoltura e all’allevamento.
Si tratta di circa tremila monoliti attorno ai quali è nata attraverso i secoli una miriade di leggende, stiamo parlando di Carnac.
Secondo la leggenda di S. Cornelio sarebbero niente meno che legionari romani pietrificati (essendo inseguito fino al mare dai soldati pagani, non trovando più vascelli per scappare, si narra che girandosi li trasformò in grossi sassi); per altri pietre antiche attorno alle quali aleggia il più fitto mistero.
Del resto, osservando i menhir stagliarsi contro l’azzurro del cielo è facile chiedersi come abbiano potuto, a quei tempi, tagliare quei grossi massi trasportandoli fino a lì e, soprattutto, ci si interroga sul perché lo abbiano fatto.
 
Percorrendo a piedi il tratto lungo l’allineamento di Ménec, uno dei più famosi complessi megalitici, ci si rende conto delle imponenti dimensioni del sito: situato a ovest di Carnac è composto da oltre mille pietre allineate su una lunghezza di poco meno di 1.000 metri.
Verso est, invece, c’è il complesso forse più frequentato, Kermario, molto conosciuto grazie alle notevoli dimensioni dei suoi straordinari monoliti.
La località di Le Manio ospita file di menhir molto interessanti; a est si trova il quadrilatero di Le Manio, restaurato nel XX secolo, formato da blocchi di granito dell’altezza di un metro circa, posti gli uni accanto agli altri. Più a sud si erge Il Gigante di Le Manio, alto circa sei metri.
Kerlescan si compone di tredici file di menhir splendidamente conservati. Fra Kermario e Kerlescan si può visitare il Tumulus de Kercado, costruito come luogo di sepoltura di un capotribù del Neolitico.
 

 
I grandi allineamenti presentano caratteri comuni e rimandano a luoghi sacri. Nella guida dedicata agli allineamenti dal titolo «Gli allineamenti di Carnac» (Editions du Patrimoine – Centre des Monuments Nationaux), leggiamo che fu il marchese di Robien, presidente a mortier del Parlamento di Bretagna, a disegnare per primo le pietre di Kerrmario, ipotizzando che potessero essere delle stele funerarie (a metà più o meno del XVIII sec.).
Apprendiamo che il conte de Caylus, uno dei fondatori dell’archeologia in Francia, disegnò i menhir del Ménec e nel 1764 ne fece un codice da decifrare.
Per quanto riguarda i menhir di Kermario, leggiamo a pag. 20 della citata guida: «Dall’ottobre 1877 all’aprile 1878, James Miln, viaggiatore scozzese appassionato d’archeologia, ha condotto degli scavi negli allineamenti di Kermario.
«Precursore dell’archeologia moderna, annota la posizione esatta delle vestigia portate alla luce e mette per iscritto tutte le sue osservazioni, pubblicate nel 1881.
«La sua attenzione è attirata dai cocci gallo-romani che rafforzano secondo lui l’ipotesi del campo romano formulato da alcuni antiquari. Tuttavia fa una netta distinzione tra il livello romano e il livello d’incastro dei menhir, di epoca molto anteriore. Questi menhir sono descritti esattamente gli uni dopo gli altri.
«Lo strato di humus che circonda il loro sistema di fissazione è più o meno spesso: esso contiene in abbondanza carbone di legna, dei frammenti di macine, di macinette, di asce, di strumenti di percussione e altre pietre levigate; così come dei cocci qualificati celtici e delle selci tagliate (lame, raspe e punte di frecce affilate) […]».
 

 
Questi grandi megaliti ispirano l’immaginazione. Fra le leggende di inizio secolo, molte descrivono i monoliti quali guardiani di un segreto, un tesoro per esempio, la cui violazione provocherebbe la morte.
Molte sono le credenze popolari secondo cui i personaggi mitici che abitano i megaliti sarebbero fate o nani, «kerrions» o «kirrigans», testimoniando il tentativo di dare una spiegazione a queste gigantesche e misteriose pietre che suscitano da sempre curiosità e rispetto, se non timore.
A Carnac si può visitare, infine, anche il Museo della Preistoria, un’occasione preziosa per chi volesse informazioni sull’evoluzione dell’uomo vissuto in Bretagna dal Paleolotico fino al Medioevo, le loro costruzioni e i riti funebri.
 
Daniela Larentis – [email protected]