Addetti Dexit in allarme: col nuovo appalto rischiano il posto
Affollato e preoccupato incontro coi Consiglieri della Provincia autonoma di Trento
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Alcune decine di lavoratori della ditta Dexit hanno incontrato oggi – al termine della seduta d’aula del mattino – una folta rappresentanza di consiglieri provinciali, in una riunione coordinata dal presidente Bruno Dorigatti.
Per tutti (compresi i lavoratori di Informatica Trentina e di I&T Sistemi) hanno parlato Aura Caraba di Fiom Cgil e Luciano Remorini, segretario di Fim Cisl, esponendo le preoccupazioni dei quasi sessanta addetti di questa azienda, che si occupa di gestire le postazioni informatiche di lavoro della Provincia e del suo sistema allargato.
Fino al 2009 quest’attività è stata gestita «in house» da Informatica Trentina, società della Pat.
C’è stata poi la privatizzazione ed esternalizzazione del servizio, accompagnata da un accordo sindacale che pareva garantire il posto di lavoro ai dipendenti già assunti, anche nell’evenienza di assegnazione dell’appalto a realtà diverse da Dexit.
Di fatto tra un mese scade il contratto in mano a quest’ultima e il grande timore è che – stanti le regole europee sulla libera concorrenza – nel bando di gara Informatica Trentina non possa prevedere garanzie per il personale Dexit nel caso di affermazione da parte di altra impresa, magari già attrezzata con propri tecnici.
Aura Caraba ha invitato i consiglieri a occuparsi del caso e a riflettere se la privatizzazione del 2009 si è risultata un’operazione davvero vantaggiosa per la Provincia, anche sul piano finanziario.
Remorini ha detto che il governo provinciale deve ritenersi responsabile della sorte di questi lavoratori e delle loro famiglie, perché sua è stata la scelta di esternalizzare il servizio privatizzando questo ramo, anche fisicamente allocato al piano di sotto della sede di Informatica Trentina.
«Chiediamo sia assicurata l’esigibilità dell’accordo sindacale del 2009 – ha detto – perché se così non fosse saremmo di fronte a una Provincia che distrugge le garanzie occupazionali, se ne lava le mani e crea deliberatamente un precedente esplosivo.»
Remorini ha concluso dicendosi preoccupato anche per il piano di riorganizzazione delle partecipate Pat cui si sta mettendo mano.
«Si preparano altre emergenze come quella per Dexit? Vorremmo poterci confrontare sulle scelte e le prospettive.»
Ad ascoltare gli addetti Dexit c’erano i consiglieri di minoranza Civettini, Bezzi, Degasperi, Fugatti, Giovanazzi, Cia, Borga e i tre esponenti di maggioranza Maestri, Baratter e Manica.
Lucia Maestri, che questa mattina in aula ha interrogato Rossi proprio su questa vicenda, ha detto che le parole del presidente danno almeno la garanzia che è stato aperto un procedimento e che c’è la massima attenzione a possibili soluzioni.
Claudio Civettini ha detto che siamo di fronte a una situazione simile a quella recentemente capitata ai bibliotecari dell’ateneo trentino, segno che c’è una disfunzione di sistema da affrontare.
Massimo Fasanelli ha ragionato che i dati di Dexit dimostrano la buona gestione e l’utilità di quest’azienda, dato da cui occorre partire per trovare soluzioni, ad esempio individuando nel bando di gara punteggi premianti legati alla riassunzione degli addetti attuali.
Il caso resta aperto, è annunciata una nuova occasione di confronto tra sindacalisti e presidente Rossi.