Oltre il soffitto di cristallo: la donna che fa la differenza – Di Daniela Larentis
È il titolo della conferenza coordinata da Luciana Grillo per il ciclo «Giovani donne - esserci per cambiare», ospite d’eccezione: Manuela Seraglio Forti
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Ha preso il via il ciclo di incontri dal titolo «Giovani donne: esserci per cambiare», promosso dal Comune di Rovereto, con la partnership del Comune di Volano e del Comune di Isera.
La finalità è quella di realizzare un percorso per giovani donne che le renda consapevoli della possibilità che hanno di «intervenire nel mondo», sviluppare il loro senso di appartenenza alla società civile, partecipare alla vita politica.
«Oltre il soffitto di cristallo – la donna che fa la differenza» è il titolo della conferenza tenutasi venerdì 14 ottobre 2016, presso la Sala Kennedy, in Corso Rosmini a Rovereto, Trento. Coordinatrice dell’evento la giornalista Luciana Grillo, Presidente del Consiglio delle donne del Comune di Trento dal 2007 al 2015, la quale nel corso del suo interessante intervento ha presentato al folto pubblico in sala una carrellata di donne, da lei selezionate, che hanno contribuito a scrivere pagine significative della storia dell’umanità, donne che in un modo o nell’altro hanno lasciato il segno, influenzando attraverso le loro idee, i loro studi, le loro opere il corso della storia del loro Paese, dall’antichità fino ad oggi.
Ipazia, matematica, astronoma e filosofa greca antica; Trotula di Ruggiero, la quale nel XI secolo operò nell’ambito della scuola medica salernitana; Eleonora d’Arborea, giudicessa, famosa per l’aggiornamento della Carta de Logu, promulgata dal padre Mariano IV; Caterina da Siena, la religiosa canonizzata da Papa Pio II verso la metà del Quattrocento e dichiarata «Dottore della Chiesa» negli anni settanta del Novecento; Isabella di Morra, una straordinaria donna che aveva un unico desiderio, quello di studiare, poetessa assassinata dagli stessi fratelli che la tennero segregata nel castello di famiglia; Artemisa Gentileschi, la nota pittrice vissuta nella prima metà del XVII secolo, fino ad arrivare all’epoca moderna con donne impegnate nella politica come lo furono Nilde Iotti, Elisabetta Conci, Maria de Unterrichter, ancora attive come Emma Bonino, o donne come Rosa Oliva, grazie alla quale furono aperte le carriere pubbliche alle donne negli anni Sessanta, sempre in prima linea a favore delle donne.
Altre impegnate nel campo della medicina, psichiatria e pedagogia come Maria Montessori, donne più o meno contemporanee come Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986, o come l’astrofisica Margherita Hack, e nel campo dell’architettura Gae Aulenti, tanto per citarne alcune.
Tema della serata una riflessione sulla partecipazione, sulla leadership e sulla presenza della donna in ruoli di responsabilità.
Ospite una donna davvero straordinaria: Manuela Seraglio Forti, laureata in Ingegneria dei Materiali, titolare della società di consulenza «Forti Metals Engineering & Consulting», nonché presidente del Consiglio di Amministrazione di STET SPA (Servizi Territoriali Est Trentino), alla guida della Sezione Industrie Varie di Confindustria Trento (è stata confermata alla presidenza per il quadriennio 2016-2019).
Le abbiamo chiesto, in relazione alla cultura aziendale, quali siano i valori per lei irrinunciabili.
Ci ha risposto dicendo che fra i diversi valori che governano le interazioni fra gli stakeholder sicuramente conta molto la trasparenza. Manager di successo in un mondo di uomini, donna, mamma.
Manuela Seraglio Forti è una di quelle donne che ispirano rispetto e ammirazione, perché attraverso la loro professionalità, la loro grande capacità, la loro determinazione, il loro modo di interagire con gli altri e la loro esperienza di vita trasmettono speranza, voglia di farcela.
Lo stile di direzione migliore si dice sia quello che risulta dalla combinazione tra quello autoritario e partecipativo (quello che si basa sul consenso e crea motivazione), a seconda delle situazioni; quello che è certo è che anche nel management così come del resto anche in ogni altro ambito lavorativo conta molto saper gestire le emozioni, proprie e altrui.
Il manager deve essere una persona empatica, in grado di dare e ricevere fiducia, flessibile, capace di un ascolto attivo.
È opinione comune che noi donne siamo più emotive rispetto agli uomini.
Alla nostra domanda su quanto conti l’intelligenza emotiva nella risoluzione dei conflitti all’interno di un’azienda, facendo riferimento agli studi di Daniel Goleman, psicologo, giornalista e scrittore statunitense, il quale sostiene che per favorire il clima positivo e gestire la conflittualità anche in ambito aziendale sia necessario riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, Manuela Seraglio Forti sottolinea quanto l’intelligenza emotiva sia fondamentale in azienda nella risoluzione dei conflitti, quanto sia un valore aggiunto la capacità di capire la paura, il dolore, le emozioni degli altri, quanto sia importante coltivare l’empatia, ossia quella capacità di porsi nei panni dell’interlocutore, di assumerne la prospettiva.
Il conflitto, sostiene Goleman, nasce infatti sia da problemi concreti che da emozioni contrastanti.
Non dimentichiamo che quello che chiamiamo mondo, quello che osserviamo, in larga misura è proprio la proiezione del nostro mondo interiore, fatto di pensieri ed emozioni.
Daniela Larentis - [email protected]