Quando e come investire nei social network – Di Nadia Clementi
Ne parliamo con Marco Ziero, socio titolare di «MOCA Interactive», agenzia di marketing su internet con sede a Treviso
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I giornali online hanno milioni di utenti che però si traducono in ricavi solo per poche testate. Questo perché la credibilità è data solo dai quotidiani online che hanno autorevolezza. E questa è data dai giornalisti che ci lavorano.
Va dunque da sé che in testa a tutti troviamo le versioni online dei grandi quotidiani nazionali, mentre quelli nati e diffusi solamente in rete - come lo stesso l'Adigetto.it - hanno dovuto conquistare credibilità giorno per giorno in un mare di milioni di altre proposte e dove le truffe nascono ogni minuto.
La pubblicità di un quotidiano online è un metro di misura molto importante per valutarne l’autorevolezza, sia perché i risultati della pubblicità in rete sono misurabili con buona precisione (in termini di OTS e di accessi veri e propri), ma soprattutto perché vanno moltiplicati appunto per il fattore A (Autorevolezza).
Per i social network è ancora più difficile raggiungere accettabili livelli di credibilità, perché sono costruiti in modo da alimentarsi da soli. Cioè sono mezzi di comunicazione e non di informazione, bacheche dove sono gli stessi internauti ad alimentare il processo comunicazionale e a costruire il livello di crediilità.
Quindi ci è sembrato naturale porsi la domanda se i social network siano un fenomeno del momento o rappresentino un investimento anche per il futuro.
Ne abbiamo parlato con Marco Ziero, socio titolare di MOCA Interactive (agenzia di marketing online di Treviso), che affronta le questioni connesse a internet per le aziende, mediante ragionamenti che vanno dalla logica alle dinamiche aziendali e di business.
Ziero ci ha incuriosito perché nel suo sito web abbiamo letto quanto segue:
«Siamo tutti su Facebook! E quando pensiamo a noi stessi nei termini di perché mi sono iscritto? o perché ci entro mille volte al giorno?, trovo una certa ridondanza di concetti quali: non so cosa fare, vado a curiosare, voglio comunicare, ho bisogno di chattare con qualcuno etc.
«Quando pensiamo agli utenti di Facebook nel momento, in cui invece indossiamo i panni di un’azienda e del relativo ufficio marketing, iniziamo a pensare che questi in realtà stiano all’interno del social solo ad aspettare morbosamente i nostri contenuti aziendali, le nostre offerte commerciali, le nostre iniziative super mega fantastiche. Non è così!»
Chi è Marco Ziero Dal 2011 Marco Ziero è socio titolare e consulente digital di MOCA Interactive, agenzia di performance marketing di Treviso, anche se è entrato in azienda come dipendente nel 2007 occupandosi dei progetti SEO. Segue la pianificazione e la progettazione della visibilità online dei clienti, collaborando con il loro ufficio marketing nella definizione del marketing mix, nella scelta dei canali da presidiare e nella valutazione dei risultati. È un fautore convinto della collaborazione fra competenze diverse: i clienti ci mettono la conoscenza del proprio mercato, dei competitor, dell’azienda, lui la conoscenza delle dinamiche del marketing digitale, che gli permette di spaziare fra posizionamento nei motori di ricerca (SEO), keyword advertising con Google AdWords (PPC), social media marketing (+advertising), email marketing, display/real time advertising, fino alla misurazione dei risultati in termini economici e di conversioni (Marco ha fra l’altro conseguito la certificazione individuale di Google Analytics). Fra le sue attività anche la formazione sia direttamente al cliente sia nell’ambito di corsi e master universitari, e la rappresentanza di MOCA con interventi durante eventi di settore. |
Marco Ziero che cos’è l’E-commerce? In che cosa consiste?
«Con il termine e-commerce si racchiudono tutte le situazioni per le quali succede qualcosa a fronte di una transazione economica diretta o indiretta: acquistare su Amazon, prenotare una vacanza su Booking.com, acquistare un brano musicale su iTunes, iscriversi ad un corso di formazione attraverso un sito web.»
Social networking e pubblicità online sono gli strumenti vincenti individuati dai dirigenti aziendali per attrarre clienti: quali sono le strategie di marketing?
«I social network, semplificando, si possono presenziare con due approcci (dove uno non esclude l'altro): da un lato producendo contenuti unici ed interessanti nell'ottica di trasferire conoscenza all'utente finale, dall’altro, in modo molto meno romantico ma incredibilmente efficace, facendo pubblicità.
«La prima strada è difficile e richiede tempo e risorse, ma è fattibile. La seconda strada è un'opportunità incredibile, non necessariamente troppo costosa, perché oggi è possibile arrivare a mostrare il messaggio giusto alla persona giusta.
«Poiché riversiamo, ad esempio su Facebook, una quantità incredibile di informazioni, questo poi le usa per favorire le azioni pubblicitarie e ci consente di far vedere il nostro messaggio, ad esempio: età, sesso ed area geografica di provenienza etc.»
Quali sono i settori che investono di più sulla rete?
«Sicuramente quelli che parlano al consumatore finale, nel gergo B2C (business to consumer). Tra questi, storicamente, il mondo finanziario e quello degli elettrodomestici.»
Web Marketing on line in outsourcing: che cosa è?
«Si tratta della decisione dell'azienda di assegnare ad un fornitore esterno tutte le attività di web marketing. È un approccio che noi non sposiamo, quando questo dar fuori è un dar fuori totale per cui l'azienda non ci pensa più.
«È giusto che, spesso, l'ufficio marketing di turno non debba sapere tutto quando si parla di marketing su internet ma è impensabile che non avvenga un gioco di squadra: l'azienda ci mette la conoscenza del settore, l'agenzia quella dello strumento (internet).»
Homeworker, vuole parlarci di di questa realtà?
«Si tratta di professionisti che non legano l'emissione del loro lavoro ad uno spazio fisico, come un ufficio, e quindi, a volte, decidono di lavorare da casa. Per come abbiamo deciso di configurare l'agenzia è un approccio che non adottiamo.»
Facebook e Twitter: in che modo le aziende individuano nuovi consumatori e quali sono le modalità di investimento?
«I nuovi consumatori si individuano mediante l'osservazione ed il monitoraggio delle conversazioni che questi generano su internet.
«Le modalità di investimento derivano dall'obiettivo (generare traffico sul sito web, raccogliere nuovi iscritti alla newsletter, ottenere download della propria applicazione).
«Nei casi meno complicati il modello di pagamento è il PPC (pay per clic), ovvero si paga solamente quando un utente clicca effettivamente sull'annuncio pubblicitario.»
Vendere online tramite Twitter si può fare? Come e perché?
«Si può fare ma non tanto nell'ottica di andare a presentare il proprio prodotto/servizio direttamente su Twitter (gli utenti utilizzano la piattaforma per altre ragioni), bensì intercettando i consumatori che, mediante l'analisi delle loro conversazioni, si possono dimostrare interessati al prodotto/servizio.»
Ci parli dell’importanza dalla web analyst.
«Internet e le attività pubblicitarie sono altamente, ma non totalmente, misurabili: a fronte di un investimento, con un grado di precisione sufficiente, posso calcolare il ritorno.
«Vista questa peculiarità dello strumento, è determinante sfruttarlo facendo proprie delle conoscenze in ottica di web analytics: sia per capire come è andato un investimento ma, soprattutto, per capire meglio come pianificare il successivo.»
Quali sono i motori di ricerca più usati e che cosa si cerca in particolare?
«In Italia ed Europa, Google. Negli Stati Uniti sta crescendo Yahoo! confermando una buona fetta di mercato che ha storicamente avuto anche in Estremo Oriente.
«In alcuni Paesi esistono motori di ricerca locali che riscontrano più successo dei più blasonati: Yandex in Russia e Baidu in Cina.
«In merito a quello che si cerca, via via che Internet e la popolazione Internet matura, non mi sentirei di fare grosse inclusioni o esclusioni.»
Il futuro è nelle vendite on-line? Se sì, per quali prodotti e con quali risparmi e garanzie per il consumatore?
«In futuro tutto si venderà online ma non tutti venderanno online. Parlando di e-commerce B2C, i player stranieri presenti nel nostro territorio, Amazon, Zalando, eBay (nessuno di questi ha alle spalle una società italiana), ci stanno abituando a livelli di servizio correlati al prodotto (spedizione, assistenza, reso, esperienza di acquisto) che aumentano la competitività e quindi rendono sempre meno accessibile questo mondo. Tutto questo a meno che non si decida di presidiare specifiche nicchie di mercato.»
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