Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili
Il 6 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili – Le iniziative della Provincia autonoma di Bolzano
Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 paesi dell'Africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici.
Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono sottoposte.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che siano già state sottoposte alla pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni anno.
Il 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato le mutilazioni in 4 tipi differenti, a seconda della gravità degli effetti:
1. Circoncisione (o infibulazione al-sunna): è l'asportazione della punta della clitoride, con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche;
2. Escissione del clitoride al-wasat: asportazione della clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra;
3. Infibulazione (o circoncisione faraonica o sudanese): asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale;
4. Il quarto gruppo comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali femminili.
Secondo le stime in Italia vi sarebbero ogni anno alcune migliaia di bambine con background migratorio a rischio; infatti componenti influenti nell'ambito delle famiglie immigrate intendono mantenere salde le tradizioni.
Anche in provincia di Bolzano si presume vi siano donne che hanno subito simili mutilazioni genitali e bambine che potrebbero subirle. Non vi sono, però, cifre esatte del fenomeno.
In ambito ospedaliero a livello provinciale i casi presenti emergono dopo che le donne hanno preso contatto, ad esempio, con le strutture delle Case delle donne.
Secondo le stime dell'Istituto provinciali statistica ASTAT, solo una donna ogni quattro vittima di mutilazioni genitali si rivolge in provincia di Bolzano a una Casa delle Donne.
Per tale ragione, come fa presente l'assessora provinciale alla sanità, politiche sociali e pari opportunità, Martha Stocker, è di fondamentale importanza la presenta di tali strutture e l'attivazione di misure di sensibilizzazione e di informazione.
La Ripartizione Sanità della Provincia ritiene di assoluta necessità di trattare più da vicino le questioni legate alle mutilazioni genitali femminili e di supportare dal punto di vista clinico le specifiche iniziative proposte quale sostegno alle donne con background migratorio.
In Italia, grazie alla Legge 9 gennaio 2006, n. 7 le donne sono tutelate da questo tipo di pratiche. La legge, infatti, in attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione e di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 settembre 1995 nella quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, detta le misure necessarie per prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile quali violazioni dei diritti fondamentali all'integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine.
Il Codice Penale (art. 583-bis e 583-ter) prevede la reclusione per chi esegue tali pratiche.