Verso le elezioni del 20 settembre – Di Paolo Farinati
Seconda parte dell’intervista al candidato sindaco di Rovereto per il Movimento 5 Stelle Alessandro Dalbosco
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Proseguiamo la serie di interviste ai candidasti sindaco della Città della Quercia con Alessandro Dalbosco, la cui prima parte è raggiungibile tramite questo link.
L'altra società partecipata è la SMR, la Società Multiservizi Rovereto, che gestisce servizi minori ma altrettanto significativi, e che è stata recentemente oggetto di una rivisitazione societaria. Cosa proporrebbe Lei in merito? Vede interessante per SMR un bacino più ampio, ovvero la Vallagarina?
«Le economie di scala sono importanti in qualsiasi iniziativa imprenditoriale. Da un punto di vista meramente funzionale la scelta di estendere il campo d’azione della società ad un ambito territoriale maggiormente esteso garantirebbe senz’altro maggiore capacità organizzativa e di intervento con risparmi estesi a tutti i settori di competenza.
«Un buon amministratore potrebbe far coincidere questi maggiori utili con una diminuzione dei costi di gestione e con un miglior servizio reso alla collettività.
«Un buon amministratore dovrebbe al contempo incentivare l’aumento di risorse umane per garantire maggiore velocità di intervento e sensibilità nella pianificazione delle proprie risorse.
«Quindi sì all’estensione dell’area di intervento della SMR previa stesura di una serie di impegni stringenti e della pianificazione su come raggiungerli in concreto.»
Uno dei temi da molti anni ormai scottanti per Rovereto è la mobilità interna alla città. Quali la Sua lettura del problema e le proposte concrete?
«Assistiamo ormai da anni a continue proposte che dovrebbero risolvere il problema della viabilità cittadina ma che di fatto stravolgono le abitudini degli utenti senza mai portare a tangibili miglioramenti.
«Noi proponiamo di cambiare paradigma. Minimizzare questi costanti stravolgimenti e procedere invece sull’altro versante, inducendo ad una lenta trasformazione delle abitudini dei nostri concittadini.
«Come? Innanzitutto con la riorganizzazione della rete ciclabile cittadina che attualmente è un articolato misto di tante tipologie diverse e frammentate. Parallelamente va rimodulato il trasporto pubblico che va reso gratuito per tutti gli utenti su una rete più capillare e con corse più frequenti nei periodi di maggior affluenza.
«Verificato che queste due trasformazioni riescano a produrre la riduzione del traffico veicolare urbano senza ridurre l’affluenza delle persone al centro sarà possibile trasformare il centro storico cittadino in un’unica grande zona a traffico limitato accessibile ai residenti e ai mezzi pubblici oltre che ai ciclisti e ai pedoni.
«Gli utenti delle attività commerciali e degli uffici pubblici saranno incentivati nel frequentare il centro cittadino grazie alla fruizione dei mezzi pubblici. Ciò consentirà di raggiungere le varie destinazioni senza la necessità di impiegare il proprio tempo nella ricerca spasmodica di un parcheggio, evitando di restare intrappolati nel traffico delle ore di punta come accade invece oggi.
«Contestualmente saranno riorganizzati i piazzali che circondano la città in maniera tale da creare parcheggi di attestamento dai quali sarà possibile raggiungere il centro cittadino con i mezzi pubblici, con le biciclette a noleggio o a piedi.
«Mi preme sottolineare che se attuata questa visione avrà dei costi decisamente contenuti e dei tempi attuativi decisamente limitati rispetto ad opere faraoniche che difficilmente vedranno la fine in questa consiliatura.
«Aggiungo inoltre che tale proposta avrebbe un impatto territoriale assolutamente modesto e sarebbe reversibile qualora si dimostri scarsamente efficiente.»
Ma non dimentichiamo la mobilità esterna alla città, altro cruccio e tema che nasce da lontano ma tuttora irrisolto. Come intenderebbe Lei addivenire ad una soluzione?
«Sarebbe interessante domandarsi innanzitutto se il traffico che affligge Rovereto sia causato dagli automobilisti che la attraversano o da chi ci abita.
«Non avendo mai avuto a disposizione dati ufficiali, parto dal presupposto che il problema esiste ed è tangibile, ma non è una costante che interessa tutto l’arco della giornata, si concentra solo in determinati orari e in determinate situazioni.
«Viene da pensare che il problema della mobilità esterna non sia legato al traffico parassitario, ovvero a chi attraversa la città proveniente da altri territori in direzione di altre destinazioni.
«Ma ipotizzando che il problema reale di Rovereto sia questo, abbiamo già un’arteria viaria funzionale che collega Rovereto con Trento: l’autostrada del Brennero.
«Perché quindi non creare una convenzione con l’ente gestore per trasferire il traffico parassitario che interessa Rovereto sull’asse del Brennero? Rovereto Sud - Trento Sud in analogia a quanto già attivato con l’Urban Pass Trento e l’Urban Pass Rovereto.»
Ci consenta ora di stimolarla su un'area ben specifica della città: il grande spazio del Follone. Come lo utilizzerebbe?
«Sono convinto che se chiedesse ai nati tra i ’60 e gli ’80 cosa associano al piazzale del Follone, la maggioranza di noi risponderebbe le giostre!
«Ciò detto, credo che il Follone debba mantenere l’attuale connotazione: un parcheggio a disposizione della cittadinanza che possa essere convertito temporaneamente in area multifunzionale per manifestazioni ed eventi.
«Non credo che un parcheggio interrato sia la soluzione, un investimento troppo oneroso con rischi e tempi importanti.»
Rovereto gode di ampi spazi verdi, come i giardini interni alla città, come pure i potenziali parchi esterni quali i Lavini di Marco, la zona di Miravalle e il Bosco della Città. Quale politica d'investimento sul «verde» intenderebbe porre in atto?
«Nel nostro programma elettorale il verde cittadino è un elemento fondamentale, da valorizzare tramite il piano del verde urbano. L’obiettivo che deve porsi questo strumento è l’adozione di procedure (regolamento comunale) e l’attualizzare la presente gestione (manutenzione del verde) per la conservazione della biodiversità delle specie vegetali e animali presenti sul territorio.
«Creare un monitoraggio della risorsa che non si riduca alla mera contabilità ma divenga uno strumento capace di tutelare il bene comune tramite un censimento del verde metodico e programmatico. Il bilancio arboreo conseguente non deve limitarsi a rimanere una semplice somma algebrica tra esemplari rimossi e nuove piantumazioni.
«Al contrario, deve trasformarsi in uno strumento destinato alla sostenibilità ambientale del verde presente sul territorio. L’investimento economico deve mirare alla formazione degli operatori, alla comunicazione alla cittadinanza con l’obiettivo di coinvolgerla nella gestione e nella valorizzazione partecipata del bene comune.
«Dovranno essere interessate le istituzioni scolastiche, le associazioni e le attività economiche con momenti di aggregazione, di studio e di formazione che facciano comprendere che lo sviluppo del verde ha effetti positivi sul clima locale, sulla qualità dell’aria, sui livelli di rumore, sulla stabilità del suolo.
«Questo concetto non va relegato solamente all’ambiente che lambisce la città ma va applicato anche e soprattutto agli spazi verdi cittadini che ospitano una ricca e variegata flora, che offrono spazio ed habitat idonei a numerose specie di animali concorrendo alla conservazione della biodiversità.
«Questo strumento aiuterà a combattere l’uso e l’abuso indiscriminato di spazi non antropizzati, favorendo il mantenimento delle aree verdi limitrofe alle aree urbane.
«Concorrerà inoltre ad incentivare il risanamento di aree industriali/commerciali dismesse favorendone o la conversione a nuove destinazioni o a nuove aree verdi. Rovereto gode di un numero considerevole di parchi cittadini, spesso poco valorizzati e limitatamente manutenuti.
«I parchi cittadini sono meta quotidiana di famiglie, giovani e anziani, ognuno con esigenze e attenzioni diverse. Una corretta gestione di questi beni pubblici permetterebbe la fruizione e il godimento di piccoli spazi di natura all’interno del territorio antropizzato.
«Obiettivo primario sarà quindi quello di valorizzare l’attuale dotazione cittadina con una oculata e intelligente fase preliminare di ripristino degli attuali arredi urbani, parchi giochi ed aree di ristoro.
«In secondo luogo si darà il via ad una fase di ammodernamento degli attuali impianti valutando la possibilità di inserire aree attrezzate alternative per il gioco, il relax, il ristoro e l’attività sportiva.
«I parchi pubblici sono, inoltre, meta ambita di tutti quegli utenti che vivono con il loro animale domestico. Verranno quindi destinate porzioni importanti ad aree in cui sarà possibile far correre in libertà i propri amici a quattro zampe nel rispetto reciproco e in piena sicurezza.»
L'Università, più sogno che realtà finora per Rovereto. Lei crede in una Rovereto Città Universitaria? E come la costruirebbe nei prossimi anni?
«A determinate condizioni potrebbe essere un’opportunità, ma non dobbiamo illudere le persone.
«Data la soglia dimensionale con cui dobbiamo confrontarci per quanto riguarda lo sviluppo di Rovereto dal punto di vista universitario la strada maestra sono accordi e convenzioni con gli atenei a noi vicini, in primis Trento.
«Se riusciamo a rafforzare questa base forse sarà possibile andare oltre e ragionare su prospettive differenti, ma mettere il carro davanti ai buoi è solo controproducente.»
Rovereto quale città della cultura e, quindi, anche potenzialmente città turistica. Cosa ne pensa e cosa propone in merito?
«Il futuro di Rovereto passa dalla sua cultura e dalla sua storia. La nostra città ha il vantaggio di condensare in sé molteplici identità solo in parte valorizzate.
«Storicamente vanta influenze e contaminazioni variegate ed eccelse che hanno fatto conoscere periodi di lustro con la realizzazione di architetture di pregio ed assolutamente poco conosciute e valorizzate.
«Tali immobili, in parte di proprietà dell’amministrazione che, dimentica della propria storia, li ha abbandonati alla vita ordinaria senza esaltarne i pregi e i valori.
«Parliamo di più di mille anni di storia racchiusi nel territorio comunale, storia della città e dei suoi abitanti, storia della cultura che si è creata ed evoluta, storia del lavoro che ha coinvolto i nostri avi, storia delle arti che ha visto nascere alcuni dei più importanti interpreti nazionali e mondiali. Aspetti che ben poco si rispecchiano nella vita cittadina attuale.
«L’amministrazione dovrà quindi diventare il fulcro per la realizzazione di eventi a cadenza fissa (festival, mostre, rappresentazioni, spettacoli) per coinvolgere quanti più appassionati possibile.
«La mobilità sarà garantita dal servizio pubblico gratuito e sarà favorita la possibilità di spostamento tramite biciclette proprie o messe a disposizione tramite il servizio di bike sharing.
«Allo stesso tempo l’accesso ai musei, alle mostre e agli eventi sarà gratuito per tutti gli utenti.»
Rovereto e Trento, una lunga storia di rapporti non sempre proficui. Che politica si propone di mettere in campo su questo versante?
«Per riassumere con uno slogan: Collaborazione leale sì, sudditanza mai. Rovereto e Trento possono benissimo essere complementari, non c’è alcuna necessità di entrare in conflitto anzi, instaurando percorsi di collaborazione onesti e chiari sarebbe possibile migliorare di molto lo sviluppo e le possibilità di crescita di entrambe le città.»
Completamento verso il Trentino dell'Autostrada A31 della Valdastico: quale il Suo pensiero?
«Che a Rovereto non serva assolutamente la Valdastico, che anzi produrrebbe molti più danni che benefici per la nostra città e per la qualità della vita dei suoi cittadini.
«L’estensione della A31 è un’opera obsoleta, antistorica e dannosa dal punto di vista ambientale. La mia opposizione a quest’opera, come quella del M5S è e rimane ferrea.»
Infine, Le chiediamo il Suo slogan elettorale. Un Suo breve messaggio agli elettori di Rovereto.
«In linea di principio mi verrebbe da dire che non mi interessa vendere un prodotto quindi non ho bisogno di slogan pubblicitari.
«Se però si tratta di riassumere il senso del nostro programma direi che tutto ruota attorno al cittadino, alle sue esigenze e alla sua possibilità di avere voce in capitolo per cui direi Rovereto, il cittadino al centro di tutto.»
Paolo Farinati – [email protected]
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