«Sentinelle di pietra - Incontri sul futuro della memoria nei forti del Trentino»
Otto spettacoli in calendario da metà luglio a fine agosto in undici forti del Trentino per un totale di quattordici rappresentazioni, tutte a libero ingresso
Lanfranco Cis e Claudio Martinelli.
Otto diversi spettacoli teatrali in calendario dalla metà di luglio al fine agosto in undici forti del Trentino per un totale di quattordici rappresentazioni, tutte a libero ingresso. È la rassegna «Sentinelle di pietra - Incontri sul futuro della memoria nei forti del Trentino» promossa dal Servizio Cultura della Provincia autonoma di Trento e organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Il calendario degli spettacoli è stato illustrato oggi a Trento nell’ambito della piattaforma di comunicazione Cultura Informa dal dirigente del Servizio Cultura della Provincia, Claudio Martinelli e da Lanfranco Cis che ne ha curato la programmazione. |
«Il Trentino – spiega il dirigente alle Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento Claudio Martinelli, nel corso degli anni ha investito in modo significativo per il restauro delle fortificazioni della Prima Guerra Mondiale presenti sul territorio, anche in previsione delle commemorazioni per il Centenario del primo conflitto mondiale.
Non un intervento finalizzato a se stesso, ma con l’obiettivo di restituire questo patrimonio alle comunità locali affinché diventi veicolo e testimonianza di un periodo tragico della storia della nostra gente.
La Rete dei forti del Trentino rappresenta la concretizzazione di questo obiettivo. Non solo: credo che la Rete dei forti e delle fortificazioni trentine debba diventare un vero e proprio marchio, capace di coinvolgere in particolare il mondo delle scuole e dei giovani.
Ringrazio della collaborazione e sono riconoscente alle Comunità locali per la convinzione con cui hanno accompagnato questo progetto, riuscendo a predisporre un programma di iniziative di prim’ordine per valorizzare questo patrimonio.
Con questa manifestazione si amplia la proposta culturale che vede nella messa in rete del patrimonio culturale presente in Trentino il suo punto di forza e che si candida anche a diventare un elemento della proposta turistica che il nostro territorio può offrire.
Questo obiettivo vede coinvolti in questo importante gioco di squadra anche la Fondazione Museo storico del trentino, il Museo storico italiano della guerra di Rovereto e il Centro Servizi Cultuali S. Chiara.»
Forte Tenna - www.trentinograndeguerra.it
GLI EVENTI
Mercoledì 15 luglio, ore 18
Forte Larino
Domenica 23 agosto, ore 16
Forte Dossaccio
La Piccionaia
Prima guerra
con Mario Perrotta e Paola Roscioli
musiche originali eseguite dal vivo da Mario Arcari (oboe, clarinetto, percussioni) e Maurizio Pellizzari (chitarra).
La prima guerra mondiale vista da un’angolazione particolare, con gli occhi degli italiani di confine. Prima Guerra nasce grazie al prezioso contributo del Museo della Guerra di Rovereto e della Fondazione Museo storico di Trento, dalle testimonianze raccolte nei loro archivi.
Sono testimonianze di una lacerazione profonda delle coscienze in quelle zone dell’Italia che, all’inizio del primo conflitto mondiale, si trovavano oltre confine e che lasciarono sul campo decine di migliaia di morti misconosciuti dalla storia che, come sempre, fu scritta dai vincitori.
Domenica 26 luglio, ore 18
Forte Cadine
J.Futura Orchestra
Histoire du soldat / L'aventura d'en soldà
Liberamente ispirata alla «Storia da leggere, recitare e danzare» in due parti di Igor Stravinskij e Charles Ferdinand Ramuz, l’opera viene proposta nella traduzione in dialetto trentino realizzata dall’attore Denis Fontanari, che si sovrappone alla dimensione popolare della fonte originaria.
Con questa operazione si vuole recuperare in modo importante il dialetto che, pur essendo lingua del popolo, nata ed utilizzata per esprimere gesti e oggetti della quotidianità, del lavoro e dell’intimità domestica, era fino a qualche decennio fa la lingua in cui tutte le classi sociali si esprimevano, non solo fra le pareti domestiche, in una trasversalità funzionale che accomunava il colto borghese al bracciante o al contadino.
Mercoledì 29 luglio, ore 18
Forte Sommo Alto
Giovedì 30 luglio, ore 21
Forte Cadine
La Casa degli Alfieri
Trincee
di e con Marco Baliani
Il corpo di un soldato nelle trincee della Prima guerra mondiale. Lo spettacolo di Marco Baliani è uno scavo dentro la disgregazione spirituale di quel singolo corpo. Movimento, suono, immagini, parole cercano di mostrare l'indicibile di quella guerra, la follia, la paura, la perdita di identità, la trasformazione di esseri umani in ingranaggi di un'enorme fabbrica produttrice di morte.
E su tutto la fame, di cibo, di acqua, di umanità, di relazioni. Uno spettacolo aspro, crudo, a tratti grottesco, un viaggio dentro la notte della nostra Modernità.
Lunedì 3 agosto, ore 21
Forte Sommo Alto
L'angelo del soldato
opera musicale multimediale
L’Angelo del soldato è un'opera multimediale di Carlo Casillo e Mariano De Tassis con Valerio Bazzanella (voce e tastiere), Lisa Bergamo (voce), Corrado Bungaro (violino, nyckelharpa e cori), Carlo Casillo (chitarre, mandolino, armonica, campionamenti e cori), Mariano De Tassis (voce recitante e percussioni).
Rivisitando note canzoni popolari di guerra, si propone una forte esperienza sensoriale sul tema, con particolare attenzione alla figura dell’uomo-soldato.
La musica e i canti si combineranno con effetti speciali, sound design, documenti sonori originali, testi in italiano e tedesco, dialoghi, immagini video rielaborate.
Un visionario ed evocativo caleidoscopio percettivo sensoriale.
Martedì 4 agosto, ore 21
Forte Tenna
Mercoledì 5 agosto, ore 18
Batteria Roncogno
Mercoledì 12 agosto, ore 21
Forte Belvedere
Giovedì 13 agosto, ore 21
Forte Cadine
Collettivo Clochart
Come d'autunno sugli alberi le foglie
regia di Michele Comite
Un grido, un motto, una porta dove la guerra bussa, un viaggio in quell’inferno attraverso la letteratura e l’arte figurativa.
L’Europa in guerra, attraverso D’Annunzio, Trilussa, Kafka, Agatha Christie, Otto Dix, Scalarini, Kathe Kollwitz, Raemaekers e molti altri poeti, artisti, uomini e donne che grazie ai loro diversi linguaggi artistici ci conducono in quel «tremendo festino di Moloch, stanza dell’ammazzatoio di Barbableu» come definisce la guerra Clemente Rebora.
Lo faremo unendo teatro e danza, musica popolare ed elettronica, un mix di stili, come lo era quello di George Grosz. Una restituzione della drammaticità mettendo in luce l’atteggiamento e il pensiero dell’intellettualità europea.
Giovedì 6 agosto, ore 21
Forte Corno
Venerdì 14 agosto, ore 18
Forte San Biagio
Compagnia Naturalisl Labor
La guerra granda delle donne
Uno spettacolo coinvolgente che, nel centenario della Grande Guerra, vuole ricordare il ruolo delle donne nel primo conflitto mondiale, una vicenda ancora poco nota, ma piena di conseguenze anche per il nostro presente.
Nei paesi belligeranti la guerra fu anche un’occasione di emancipazione per le donne, impegnate a rimpiazzare in molte funzioni gli uomini partiti per il Fronte, lavorando nelle fabbriche e nelle città svuotate, donne che si ritrovarono a soccorrere gli uomini come crocerossine, o a portare loro viveri, calze e munizioni con la gerla sulle spalle.
Quelle che con la seduzione potevano cambiare le sorti delle battaglie e quelle che dalle scuole educavano il popolo alla pace.
Quelle donne hanno cambiato per sempre la loro immagine e il loro ruolo nella società. La regia e le coreografie dello spettacolo sono di Silvia Bertoncelli.
Insieme alla giovane coreografa, i danzatori in scena saranno Chiara Guglielmi, Natascia Belsito, Jessica d’Angelo e Paolo Ottoboni.
Lunedì 17 agosto, ore 21
Forte Strino
I Teatri Soffiati
Pace in guerra
di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj
voce fuori campo. Barbara Bertoldi
drammaturgia e regia: Alessio Kogoj
Disegno luci: Mariano Detassis
Tanto per cominciare, questa è una storia di guerra. Ma anche una storia d’amore.
Guerra combattuta in trincea, negli assalti e nelle attese, ma anche guerra raccontata dai giornali, dai manifesti, dalla propaganda, da parole simili a proiettili.
E amore; amore che non si ferma davanti agli scoppi delle bombe e che non ha bisogno di messaggi o appuntamenti.
«Pace in guerra» è un caparbio dialogo d’amore dove amore non c’è.
È la voce della poesia che resiste tenace, mentre tutto sembra scivolare nella notte profonda dell’odio: uomini, corpi, pensieri, parole. In un racconto a più voci, la storia della Grande Guerra s’intreccia a quella di due giovani che non vogliono rinunciare alla loro fragile eppure straordinaria umanità, che non accettano confini e distanze, che vogliono resistere alla normale assurdità dell’odio e che, con le loro scelte, testimoniano come la pace non sia una questione di parole, slogan o bandiere, ma di azioni personali, concrete, rischiose, spesso silenziose e sconosciute.
Alla follia scellerata della guerra si può opporre solo la fragile temerarietà dell’amore.
Sabato 22 agosto, ore 16
Forte Pozzacchio
Compagnia Teatrincorso
La guerra in casa
Regia e drammaturgia: Elena R. Marino
Interpreti: Silvia Furlan, Silvia Libardi, Chiara Superbi
«La guerra in casa» racconta la Grande Guerra da un punto di vista inedito, importante perché diffuso, anche se trascurato, sconosciuto: quelle delle donne di una terra di confine.
Lo racconta con le loro voci, con l’emozione che è intelligenza delle cose più profonda, visione d’insieme e nei dettagli, intuizione dei nessi.
Voci femminili lottano per farsi udire, per raccontare la loro versione della Grande Guerra, lo sconvolgimento che ha segnato irrevocabilmente l’Europa e il mondo.
C’era una guerra dentro la guerra, o molte guerre che esplodono dentro quella apparente.
E mentre si combatte per il territorio, e si fanno esplodere proiettili e bombe, nelle retrovie si combatte una guerra su molti più fronti: per la giustizia e la verità, per il senso d’umanità, per la dignità dell’essere umano in quanto tale.
Idealmente al fronte con i loro uomini, ma nella realtà assorbite da combattimenti quotidiani per strappare allo sfacelo brandelli di vita, così le donne, mentre tentano di difendere la famiglia e se stesse dall’apocalisse, rimangono testimoni di una lotta profonda, universale, definitiva: quella per il senso delle cose, per la dignità dell’uomo.