Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati

Intervista al candidato al Consiglio comunale di Rovereto Paolo Barelli per Futura

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Egregio Signor Barelli, lei è tra i candidati di Futura al Consiglio comunale di Rovereto alle prossime elezioni di settembre 2020, cosa l'ha motivata a fare questo importante passo?
«Sin da ragazzo mi sono interessato alla politica in senso lato anche se per molto tempo mi sono impegnato nella politica della professione anziché in quella dell’amministrazione.
«La vita mi ha dato molto e penso che sia giunto il momento di restituire alla comunità impegno e servizio. Sento che è il momento di contribuire attivamente allo sviluppo della comunità in cui vivo.
«Inoltre, per un uomo di sinistra quale mi reputo, penso che sia un dovere fare il possibile per proporre alternative concrete e credibili alle forze populiste e sovraniste che mostrano tutta la loro inadeguatezza anche in Trentino, ora che sono al governo della Provincia.»
 
Ci vuole indicare alcune sue idee, sue proposte e la sua visione della città da proporre agli elettori roveretani?
«La mia visione di Rovereto, condivisa con gli altri candidati e candidate di Rovereto Futura, è di una città aperta, plurale e solidale, dove tutti si sentano a casa propria, liberi di esprimere la propria unicità, dove tutti si sentano parte di una comunità in cui le diversità sono una ricchezza.
«Dove nessuno viene lasciato indietro, ma viene sostenuto nei momenti di difficoltà da una comunità solidale e attenta, viva in una città vivibile e per questo sicura.
«Una città Bella, dove l’ambiente è rispettato e salvaguardato, in cui si adottano soluzioni ecosostenibili e a misura delle persone che ci abitano, che orientino ad esempio la pianificazione urbanistica, il sistema della mobilità, il ciclo dei rifiuti.
«Una città in cui il lavoro viene sostenuto anche attraverso iniziative di orientamento, sostegno e supporto alle piccole imprese, ma anche dove vengono sostenuti i lavoratori offrendo servizi che favoriscano la conciliazione con i carichi familiari, in cui l’amministrazione comunale è attiva anche intervenendo nelle situazioni di crisi aziendali.
«Una città che crea opportunità di innovazione e ricerca e che riconosce nella cultura uno dei motori del suo sviluppo. Dove le eccellenze scientifiche, museali e artistiche sono valorizzate. Dove i grandi eventi sono pilastri su cui si poggia e viene incentivata e messa a sistema la ricchezza delle molteplici iniziative di associazioni e comitati del territorio in un progetto che possa far riscoprire in Rovereto la sua vocazione di Atene del Trentino.
«Noi di Rovereto Futura pensiamo che questo possa essere realizzato all’interno di un sistema che valorizzi la partecipazione e il confronto fra i diversi livelli istituzionali (ad esempio circoscrizioni e comune, comune e comunità di valle), fra istituzioni (ad esempio con gli altri comuni della Vallagarina) e fra istituzioni e cittadini (ad esempio attraverso il bilancio sociale e il bilancio partecipato).
«Una amministrazione che abbia la parità di genere e i diritti civili come impegno strategico e l’amministrazione per progetti come metodo.»
 
Rovereto è riconosciuto capoluogo della Vallagarina, come ritiene possibile una nuova politica di collocazione tra i Comuni della valle?
«Ritengo che Rovereto e la sua amministrazione possano e debbano svolgere un ruolo centrale nella politica di sviluppo e valorizzazione dell’intera Vallagarina. Rovereto è fisicamente al centro della Vallagarina e ha naturali rapporti di scambio quotidiano con le comunità limitrofe.
«È sufficiente pensare ad esempio a quanti ogni giorno si spostano a Rovereto dai comuni Vallagarini per lavoro o studio, contribuendo allo sviluppo economico sociale e culturale della Città.
«È quindi naturale e di comune interesse sviluppare sinergie e collaborazioni con i comuni limitrofi (penso ad esempio alla collaborazione con il corpo di polizia urbana, nella gestione dei servizi come la raccolta dei rifiuti o il trasporto pubblico extraurbano, la protezione civile, lo sviluppo delle infrastrutture la promozione del territorio e dei suoi prodotti e le politiche di tutela ambientale e paesaggistica).
«Oltre alla rete con i comuni della Vallagarina è altrettanto strategico sviluppare l’asse di relazioni politico-istituzionali nord-sud, mi riferisco in particolare con il Comune di Trento, con cui costruire progetti di sviluppo di comune interesse (ad esempio sulla mobilità pendolare tra le due città e lungo l’asta dell’Adige, sull’Università anche, non solo, in un ottica di offerta servizi alla popolazione universitaria (studenti e docenti), e sviluppando sinergie nei rapporti con la Provincia).
«Ma ritengo che Rovereto possa e debba proporsi anche come partner forte, leader, nel sostenere politiche di sviluppo comuni nei confronti delle istituzioni sovracomunali come la Giunta Provinciale.»
 
Rovereto e la Vallagarina sono luogo privilegiato per industria e artigianato. Qui le difficoltà sono percepibili sin dalla crisi del 2007, quali sono le sue proposte per garantire rinnovato benessere alla nostra comunità?
«Certamente la crisi iniziata oltre 10 anni fa d ulteriormente acuita dalla pandemia richiedono il ripensamento dei tradizionali modelli di sviluppo sui quali Rovereto storicamente si è sviluppata. L’amministrazione pubblica deve porsi in prima linea nei confronti delle sue eccellenze ed essere disposta ad investire aiutando chi è in difficoltà.
«In prima istanza è necessario implementare strumenti di sostegno alle persone e alle imprese in difficoltà, ed in questa direzione ritengo vada quanto previsto nell’assestamento di bilancio varato quest’estate dalla Giunta Valduga con il contributo trasversale di tutte le forze politiche in consiglio. Sviluppare politiche che favoriscano dignità, sicurezza ed equità del lavoro, con particolare attenzione all’occupazione femminile e a quella giovanile, anche attraverso forme di incentivazione allo sviluppo d’impresa e alla formazione e riqualificazione professionale.
«Il Comune, nell’ambito delle sue competenze, deve porsi come mediatore e facilitatore di intesa nelle crisi aziendali, costruendo alleanze, organizzando confronti fra le parti su problemi e strategie (sto pensando ad esempio alla questione Sicor e alle altre che si sono susseguite negli ultimi mesi e anni).
«Quindi deve favorire la ripresa ponendosi come volano per l’economia attraverso interventi diretti (sto pensando ad esempio all’attivazione di cantieri e opere pubbliche affidate ad imprese locali) e come facilitatore di sviluppo offrendo ad esempio spazi fisici a prezzi agevolati dove avviare attività artigianali, commerciali o professionali, anche in co-working (sto pensando al recupero di immobili dismessi, restituendo al contempo bellezza alla città); offrendo servizi di supporto e adottando interventi regolamentari di semplificazione burocratica e sostegno, anche attraverso lo sviluppo nella già eccellente macchina amministrativa comunale della cultura di servizio e presa in carico del cittadino (si esso privato o impresa) e rinforzando l’attività di sportelli unici che possano offrire non solo la ricezione delle istanze ma supporto e consulenza per il loro espletamento.
«La presenza di una tradizione nella formazione di eccellenza, (secondaria, universitaria, centri di ricerca), sono di per sé fonte di ricchezza in quanto poli che inducono attrattività, ma devono essere messi in connessione con le eccellenze nelle imprese, in particolare quelle ad elevata innovazione.
«L’amministrazione comunale deve favorire lo sviluppo di sinergia tra impresa e formazione. Ad esempio è necessario riproporre il progetto di integrazione scuola/impresa presso il polo della meccatronica.»
 
Il Gruppo Dolomiti Energia e la società SMR sono realtà operative partecipate dal Comune di Rovereto per importanti servizi fondamentali. Come le vede in futuro?
«Ritengo in generale strategico mantenere la partecipazione del Comune in queste aziende, sia come elemento di orientamento del loro sviluppo, sia come strumenti strategici per il perseguimento delle finalità dell’amministrazione.
«Si pensi soltanto agli utili ricavati dalla compartecipazione delle concessioni idroelettriche e al loro reimpiego nel bilancio comunale. In questo senso un elemento di forte attenzione è il tema del rinnovo delle concessioni, che devono rimanere in mano pubblica e che dovrà essere affrontato nel corso di questa consiliatura.»
 

Paolo Barelli è anche un ottimo chitarrista.
 
RSA e politiche per gli anziani. Ha proposte specifiche sul tema?
«Tema estremamente rilevante, sia per la numerosità di questa fascia di popolazione che per il potenziale di fragilità che esprime sia sotto il profilo della salute e dell’autosufficienza che sociale (e penso al problema della solitudine e dell’isolamento) che economico. Ritengo che si possano individuare tre direttrici:
«Le politiche rivolte all’anziano in salute e autosufficiente, che devono essere essenzialmente tese alla prevenzione dell’isolamento e della fragilità economica, fornendo occasioni di socializzazione ricreative e culturali, ma anche di valorizzazione delle singole potenzialità in una prospettiva di welfare generativo e circolare. Gli anziani sono risorse attive nella costruzione di una comunità solidale e partecipata. Il Comune, assieme alle altre istituzioni preposte, però deve garantire una rete di servizi che in modo attivo monitorino e intervengano con strumenti di prevenzione e sostegno nelle situazioni fragilità economiche, abitative e più in generale sociali.
«Le politiche rivolte agli anziani parzialmente autosufficienti, con interventi assistenziali di supporto in spazi deistituzionalizzati e socializzanti, (sto pensando ad esempio ad iniziative come il co-housing, ma anche ai centri diurni e alle iniziative delle associazioni e delle cooperative sociali), e iniziative che facilitino la presa in carico dell’anziano da parte della famiglia (sto pensando ad esempio ad istituti e interventi orientati alla conciliazione vita/lavoro, a contesti abitativi pubblici adatti a nuclei familiari allargati, assegni familiari per nuclei bisognosi)
«Le politiche rivolte agli anziani non autosufficienti e in particolare allo sviluppo delle strutture intermedie e residenziali. In particolare è decisiva nell’immediato il tema RSA. Ancorché nell’ambito dei protocolli d’intesa con la Provincia sono necessarie, oltre al completamento e attivazione della RSA di Piazzale De Francesco, sia la realizzazione della terza RSA (per la quale devono essere messi a disposizione i fondi da parte della Provincia anche ricorrendo ai finanziamenti straordinari dell’Unione Europea) che la ristrutturazione della RSA Vannetti.
«L’amministrazione Comunale deve farsi portavoce presso il governo provinciale della necessità di ripensare la governance delle RSA in un’ottica più vicina alle mutate esigenze degli ospiti, sviluppandone la componente sanitaria (è ormai imprescindibile ripensare al modello di direzione sanitaria) nonché della revisione dei criteri per le dotazioni organiche incrementando significativamente la componente infermieristica, con il relativo finanziamento, senza gravare ulteriormente sulla retta a carico dei residenti.
«Infine va affrontato il grande tema delle demenze e dell’Alzheimer, sviluppando spazi per la presa in carico dei pazienti (centri diurni a misura di persona e diffusi sul territorio) finalizzati sia alla miglior risposta terapeutico-assistenziale che al sollievo per le famiglie colpite dal dramma. Ma anche sviluppando sinergie con gli istituti di ricerca presenti sul territorio finalizzate allo studio per il miglioramento del trattamento.»
 
Uno dei temi da molti anni ormai scottanti per Rovereto è la mobilità interna alla città. Lei come la pensa?
«Rovereto è una città urbanisticamente divisa. È necessaria una azione che ne riunifichi le parti, che riduca la pressione veicolare, in particolare di attraversamento parassitario, e che orienti la mobilità urbana verso un modello ambientalmente più sostenibile: una green & slow mobility.
«Nel concreto alcune azioni strategiche che Rovereto Futura propone sono: lo sviluppo della Stazione Ferroviaria bifronte, come area di interscambio modale a favore della città e di tutta la Vallagarina, associata al passante ciclopedonale di piazzale Orsi che consente di riavvicinare la parte Est e la parte Ovest della città; allargamento della zona ZTL dopo aver completato il riassetto dei parcheggi di assestamento, fra i quali l’area del Follone; completamento e ampliamento della rete delle ciclabili esistenti per una più completa e organica fruizione della città in bicicletta, migliorandone la sicurezza e la percorribilità dove necessario; incentivazione della mobilità green con l’implementazione delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici nei parcheggi comunali (possibilmente distribuite nelle diverse circoscrizioni) e potenziamento del servizio di e-bike pubbliche, posizionandole in tutti i quartieri e nei parcheggi di assestamento; sviluppo ulteriore delle soluzioni di trasporto pubblico sia interne a Rovereto che in collegamento verso Trento e gli altri comuni della Vallagarina, che possano venire incontro alle esigenze dei giovani (es: corse notturne che tocchino tutte le circoscrizioni da e per il centro cittadino e i punti di maggiore, aumento dei treni).»
 
E sulla mobilità esterna alla città cosa ci può dire?
Il tema è quello della connessione ma anche della sostenibilità ambientale e paesaggistica. Sono da ricercare sinergie fra i comuni della Vallagarina per trovare soluzioni che consentano di ridurre il traffico di attraversamento, traffico parassitario, sulla attuale linea nord-sud della Statale e in questo senso un no chiaro e deciso alla realizzazione della cosiddetta “secante”, ma ricercando soluzioni diverse con il chiaro obiettivo di evitare il più possibile il consumo di ulteriore suolo. La mobilità pubblica, ripensata e riprogettata sui bisogni dei cittadini è certamente un elemento importante, ancorché non possa essere l’unico.»
 
Ci consenta ora di stimolarla su un'area ben specifica della città: il grande spazio del Follone. Come lo utilizzerebbe?
«La Partecipazione nelle scelte che riguardano i cittadini è uno dei valori alla base del fare politica di servizio è quindi necessario coinvolgere i cittadini a partire dai residenti nella circoscrizione nella scelta e nello sviluppo dell’area, pur in continuità con quanto già in programma. Ritengo tuttavia necessario il completamento del parcheggio sia per residenti che di attestamento, meglio se interrato con un’area da destinare a verde pubblico in superficie.»
 
Rovereto ha vari spazi verdi, come i giardini interni alla città, come pure potenziali parchi esterni ai centri abitati, quali i Lavini di Marco, la zona di Miravalle e il Bosco della Città. Quale politica d'investimento sul «verde» intenderebbe porre in atto?
«Le aree verdi sono una ricchezza sia per l’oggettiva ricaduta in termini ambientali che come potenziale di sviluppo, non solo ricreativo (punti di ritrovo, di svago e per le attività sportive) ma anche come elementi d’attrazione turistica (penso ad esempio all’area dei Lavini con la zona paleontologica e alle zone legate alla memoria del conflitto mondiale).
«Sono quindi importanti iniziative che ne consentano e incentivino l’utilizzo da parte dei cittadini e dei turisti, anche con una attenzione alle necessità degli animali di affezione (penso ad esempio all’esigenza di ampliare le aree dove poter far correre e giocare i cani, che a Rovereto sono oltre 5.000).
«Ma il verde, che evidentemente richiede una costante impegno di manutenzione e conservazione, (penso ad esempio al monitoraggio dello stato di salute delle specie ad alto fusto e al loro adattamento ai nuovi fattori climatici come caldo, tempeste di vento e bombe d’acqua), deve essere pensato anche sperimentando i nuovi modelli, orientati a migliorare il clima cittadino (qualità dell’aria e temperatura). Sto pensando agli esempi delle grandi città europee come il bosco verticale, i tetti verdi, e altri.»
 
L'Università, più sogno che realtà finora per Rovereto. Lei crede in una Rovereto Città Universitaria? E come la costruirebbe nei prossimi anni?
«Partendo dall’offrire servizi agli studenti, ospitalità, residenzialità e opportunità di svago. Creando alleanze con Trento e spingendo per creare sinergie con le imprese e con la pubblica amministrazione.
«Puntando sullo sviluppo di facoltà che siano coerenti con la storia le inclinazioni del territorio e che possano intrecciarsi creando opportunità di sviluppo e crescita reciproci con le realtà produttive e sociali presenti sul territorio (sto pensando all’incubatore d’impresa della meccatronica, allo sviluppo della ricerca alla manifattura, all’opportunità derivanti dalla facoltà di medicina, che pur avendo sede a Trento, potrebbe trovare una sponda nelle realtà all’avanguardia sul nostro territorio CIMEC e Ospedale su tutti).»
 
Rovereto quale città della cultura e, quindi, anche potenzialmente città turistica. Cosa ne pensa?
«In Rovereto Futura pensiamo che occorra dare un nuovo volto alla vita culturale e turistica della città ripensando ai ruoli dei settori dedicati, alle collaborazioni attive, alle sinergie tra enti. I due ambiti Cultura e Turismo devono diventare sinergici e complementari all’interno di una progettualità trasversale, e in questa direzione deve orientarsi l’azione amministrativa: investire e promuovere la produzione culturale che diventa traino per il turismo e di conseguenza ricade sull’economia cittadina.
«Per questo motivo è necessario fare rete, gioco di squadra in modo tale da creare connessioni tra ambiti e soggetti diversi per implementare le potenzialità dell’esistente e stimolare lo sviluppo di un progetto territoriale di cui la città ha estremo bisogno.
«Facilitare i confronti e i dialoghi con le risorse territoriali che promuovono la formazione, la ricerca e l’innovazione quali il MART e i Musei cittadini, il Polo della Meccatronica e il Progetto Manifattura. Ma anche coinvolgere e mettere in rete le diverse realtà professionali e associazionistiche che insistono sul territorio comunale, facilitando la realizzazione delle loro progettualità, e la messa a sistema.
«Infine dialogare con la Provincia per chiedere un coinvolgimento attivo nei grandi eventi che devono essere delocalizzati dalla città capoluogo perché diventino un motore di sviluppo turistico/culturale/economico anche per Rovereto.»
 
Completamento verso il Trentino dell'Autostrada A31 della Valdastico: qual è il suo pensiero?
«Decisamente pollice verso. Non mi ritengo un esperto in viabilità, tuttavia non credo che puntare lo sviluppo su gomma sia, in generale, la giusta direzione. In ogni caso, nello specifico, il progetto della Valdastico per come è stato proposto dalla Giunta Provinciale mi trova in totale disaccordo sia nel merito che nel metodo.
«Nel metodo in quanto la Giunta Fugatti ha voluto portare avanti una progettualità senza un minimo confronto con le istituzioni locali e senza considerare il parere degli abitanti dei luoghi interessati.
«Nel merito in quanto, a mio avviso non apporterebbe alcun vantaggio sociale o economico né a Rovereto né alla Vallagarina, aumenterebbe semmai il traffico di attraversamento est-ovest, con un impatto negativo sulla qualità dell’aria; avrebbe un impatto distruttivo del paesaggio e problemi di staticità a causa della conformazione geologica della valle, nonché grosse probabilità di intaccare e quindi distruggere la più grande sorgente del Trentino, quella dello Spino. In sostanza non vedo alcun vantaggio per la popolazione ma molti problemi.»
 
Infine, le chiediamo il suo slogan elettorale. Un suo breve messaggio agli elettori di Rovereto.
«Non ho mai pensato ad uno slogan personale, lo slogan che Rovereto Futura ha scelto per la campagna elettorale è “La città Cambia punto di vista”.
«La nostra lista si caratterizza all’interno della coalizione perché promuove i temi sociali, la partecipazione, i diritti civili, l’ecologia come approccio sistematico e globale ai temi di programmazione politico amministrativa e non ultimo alla parità di genere.
«Rovereto Futura è l’unica lista che esprime concretamente questo concetto proponendo 12 donne e 12 uomini. Chiedo ai cittadini di darci la loro fiducia, andando a votare, votando Rovereto Futura e indicando fra i suoi candidati 2 preferenze una donna e un uomo.»

Paolo Farinati – [email protected]