Julka Giordani, nuovo sindaco di Villa Lagarina – Di P. Farinati
«Voglio immaginare che per Villa Lagarina si possa aprire una stagione nuova, dove la vita comunitaria sia più serena e soprattutto maggiormente partecipe»
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Gentile Sindaco Julka Giordani, innanzitutto sinceri complimenti per la Sua meritata elezione. La devo chiamare Sindaco o Sindaca?
«Il Sindaco è un’istituzione indipendentemente dal fatto che chi la ricopre sia una donna o un uomo e la mia femminilità non è di certo sminuita dall’uso del termine sindaco. Ritengo semplicemente che la parola sindaca sia cacofonica.
«Questa è ovviamente una mia opinione personale: se altre colleghe preferiscono farsi chiamare sindaca, sono nel pieno diritto di farlo. Detto questo, non vorrei ingenerare una discussione su una questione che sinceramente mi appassiona poco.»
Come è arrivata a suo tempo a decidere di proporsi ai suoi concittadini come Sindaco?
«Già nella scorsa tornata elettorale ero stata proposta come Sindaco. Dopo quella sconfitta, la decisione di ripresentarmi è stata sofferta, meditata a lungo e non è stata presa ovviamente in solitudine: prima di tutto ci siamo confrontati al nostro interno, ovvero tra i colleghi che insieme a me avevano vissuto l’esperienza del consiglio comunale seduti sui banchi dell’opposizione.
«Poi abbiamo allargato il confronto tra i nostri sostenitori e, quando è stato riproposto il mio nome, ho deciso di cogliere nuovamente questa sfida, consapevole del lavoro svolto in minoranza e altrettanto conscia dell’impegno che avrei dovuto assumere qualora, come avvenuto, fossi stata eletta.»
Villa Lagarina ha deciso ancora una volta per un Sindaco Donna. Come valuta questo fatto?
«Non c’erano alternative, visto che le candidate erano due donne. Non so se l’essere donna sia o meno un valore aggiunto: di certo le capacità di un buon amministratore prescindono dal genere di chi riveste la carica.»
Lei appartiene a una famiglia molto conosciuta, una famiglia sempre attiva nella comunità, poi lei è cresciuta a pane e politica, posso dirlo? Come ha vissuto la sua famiglia questa sua scelta importante?
«Da quando sono nata, la politica è stata un elemento essenziale della quotidianità, sempre vissuta con impegno e passione.
«Ora mi rendo conto che la principale dote che mi hanno trasmesso i miei genitori è stata la capacità di analisi e di critica: per questo, anche in famiglia, discutiamo spesso e alle volte capita che ognuno rimanga sulle proprie posizioni.
«Ma questo significa anche che mi è stato insegnato ad ascoltare e soprattutto a rispettare chi ha idee diverse.
«Mi ritengo fortunata e sono orgogliosa di essere cresciuta in una famiglia che mi ha trasmesso questi valori, fondamentali per il ruolo di sindaco che mi appresto a svolgere.»
Veniamo al suo impegno di Sindaco. Quali sono ora le sue priorità amministrative e politiche?
«Ora, come sindaci in generale, siamo particolarmente coinvolti nella gestione dell’emergenza covid. Oltre a questo, le questioni da affrontare a Villa Lagarina nel prossimo futuro sono molte: da quelle legate al territorio, basti pensare alla necessità di riqualificare la zona montana, a quelle legate alla gestione e valorizzazione del nostro ricco patrimonio immobiliare.
«Ma la priorità è forse quella di ricostruire il tessuto interno della comunità, sciogliendo incomprensioni sorte tra le stesse associazioni e riavvicinando la cittadinanza alla politica comunale, per renderla maggiormente partecipe delle decisioni di chi amministra.»
Un tema forte in Destra Adige è l'ipotesi di aggregare più Comuni e dar vita ad un Comune più grande e sulla carta più efficiente verso i cittadini e più forte verso la Comunità della Vallagarina e la PAT. Qual è il suo pensiero in merito?
«Il mancato referendum sulla fusione con Pomarolo e Nogaredo è stato un colpo durissimo, che ha segnato profondamente la passata consiliatura.
«Sono convinta che le tre nuove amministrazioni sapranno ricostruire la collaborazione interrotta, soprattutto per una migliore gestione delle strutture interne comunali, sia in termini di efficienza che di risparmio di spesa.»
Il Comune di Villa Lagarina si estende su un territorio assai ampio e con vari paesi e frazioni. Questo complica il suo compito o invece costituisce anche delle opportunità?
«Il Sindaco di Villa Lagarina è infatti sindaco di tre realtà molto diverse tra loro, che hanno storia, esigenze, vocazioni e prospettive di sviluppo differenti: si va dal fondovalle con Villa e Piazzo, dove sorgono palazzi nobiliari e l’imponente filatoio, all’area collinare di Pedersano, con i suoi vigneti, fino alla zona montana di Castellano e Cei, con il lago, San Martino e Cimana.
«È evidente che ciò comporta un impegno maggiore in chi amministra, ma rappresenta anche un’opportunità e una ricchezza: è proprio questa caratteristica del nostro territorio, così diversificato su vari livelli, a rendere il nostro Comune una realtà unica all’interno della Vallagarina.»
Le politiche verso i giovani e verso gli anziani, forse le due facce di un'attenzione e di una sensibilità uniche. Come prevede di agire in questi due ambiti?
«Per quanto riguarda i giovani, è necessario dialogare con il ricco patrimonio associazionistico legato al mondo giovanile, sostenendo in particolare le attività di animazione e volontariato che i ragazzi mettono in campo a favore dell’intera comunità.
«Gli anziani sono una ricchezza da valorizzare, quali custodi delle nostre radici e della memoria: si dovranno promuovere attività di sostegno e servizio alla persona, visto che l’innalzamento dell’età pone molti anziani di fronte a situazioni che spesso le stesse famiglie hanno difficoltà a gestire.»
Un Sindaco del passato ha definito Villa Lagarina la Salisburgo del Trentino. Quale importanza dà alla cultura, alle molte iniziative culturali che a Villa Lagarina sono nate e sono tuttora molto apprezzate?
«Il Sindaco dell’epoca ebbe l’intuizione di coniare questo nome per Villa Lagarina, facendo riscoprire alla nostra comunità il filo conduttore che ci univa, attraverso Paride Lodron, alla cittadina austrica.
«A Villa Lagarina la cultura si respira e si vive attraverso i palazzi e le famiglie nobiliari che le hanno dato lustro, nell’opera di ricerca storica perseguita dalle varie associazioni culturali locali e nelle iniziative di valorizzazione che la nostra amministrazione saprà promuovere.»
Chiudiamo con un suo doppio messaggio. Il primo rivolto al nuovo Consiglio comunale e il secondo a l'intera sua comunità di Villa Lagarina.
«Dopo anni passati nell’aula consiliare, posso affermare che la normativa ha concentrato, in maniera sproporzionata, tutti i poteri nelle mani di sindaco e giunta, relegando il consiglio a un ruolo marginale.
«Anche per questo motivo ho deciso di assegnare deleghe a tutti i consiglieri di maggioranza e, nonostante questa decisione abbia ingenerato qualche perplessità iniziale, mi ha confortato il fatto che anche altri sindaci hanno deciso di adottare questo nostro metodo.
«In virtù poi della mia esperienza di consigliere di opposizione, cercheremo inoltre di trovare le formule, al di là del dettato normativo, affinché il ruolo della minoranza non venga svilito, come accaduto nell’esperienza che io stessa ho vissuto.
«Per quanto riguarda la mia comunità, voglio immaginare che per Villa Lagarina si possa aprire una stagione nuova, dove la vita comunitaria sia più serena e soprattutto maggiormente partecipe, perché la solitudine è un peso che nessun amministratore, benché capace, può sostenere.»
Paolo Farinati – [email protected]