«Odyssey Dawn»: La guerra di Libia continua, in «ordine sparso»
Al quinto giorno di guerra e la situazione è piuttosto ingarbugliata Finora nessuna unità di comando. Nuovo bollettino militare
Siamo al quinto giorno di guerra con
la Libia e la situazione è piuttosto ingarbugliata.
Anzitutto, per quanto voglia dire il Presidente Napolitano, si
tratta di una guerra. Qualsiasi siano le motivazioni che ci hanno
portato fin qui, si tratta di scontri armati finalizzati a ottenere
con la forza qualcosa che con la diplomazia non si è riusciti a
ottenere.
Napolitano insiste col dire che non si deve fare allarmismo e noi
crediamo di non farne affatto. Dire come stanno le cose fa parte
del nostro lavoro.
Più di una persona ci ha chiesto «cosa stiamo facendo il Libia»,
dato che eravamo il Paese privilegiato, quello che aveva
sottoscritto con Gheddafi accordi di normalizzazione e di forniture
avvantaggiate.
A tutti abbiamo risposto che si deve sempre stare a fianco dei
propri alleati, anche nelle decisioni difficili.
È chiaro che la Francia non aveva gli stessi vantaggi che avevamo
noi con la Libia, ma non solo era doveroso rispondere all'appello
dell'ONU, ma era anche fondamentale tenere sotto controllo una
guerra che ci vede vicinissimi per motivi storici, ma anche
geografici.
Quest'anno, per ironia della sorte che non risparmia mai queste
assurde coincidenze, ricorre il centesimo anniversario della
Campagna di Libia del 1911.
Allora il paese era contrario, ma Giolitti lo aveva ritenuto
necessario per evitare che altre potenze europee si impadronissero
dell'ultimo stato rimasto alla Turchia al di qua dell'Egitto.
Certo è che, contrariamente a quanto va a dire in questi giorni
Gheddafi, la Libia non ha mai sconfitto l'Italia.
In occasione degli accorti sottoscritti con Gheddafi, avevamo
scritto articoli sulle vicende coloniali italiani.
Chi volesse rinfrescare la memoria, può trovarli
tramite
questo link.
Per tornare ad oggi, ricordiamo che l'Italia contribuisce alle
operazioni della coalizione rendendo disponibili sette basi aeree e
fornendo l'impiego diretto di alcuni assetti aerei.
Le attività in atto sono rivolte alla protezione dei civili in
ossequio alla risoluzione 1973 del 17 marzo 2011 del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite.
Non è stata definita la responsabilità di comando alleato e questo
è fonte di attrito internazionale. La Francia vorrebbe dirigere le
operazioni, mentre gli altri stati (in testa a tutti l'Italia)
vogliono che intervenga la Nato, che ha una sua consolidata
esperienza proprio nella guida di molti paesi occidentali in
missioni di guerra comuni.
Nella giornata odierna l'Aeronautica Militare italiana ha condotto
le seguenti attività.
Alle ore 11.00 circa sono decollati, dalla base di Trapani, due
F-16 (con funzioni di difesa aerea e scorta) e tre Tornado
(nella foto), due dei
quali ECR (Electronic Combat Reconnaissance) e un Tornado Tanker
con funzioni di rifornimento in volo (AAR - Air-to-Air
Refuelling).
Il Tornado Tanker è rientrato alla base dopo aver rifornito gli
altri aerei in volo.
Gli altri quattro velivoli hanno proseguito verso l'area assegnata,
facendo ritorno alle 13.10 circa.
Alle 11.30 circa sono decollati, sempre dalla base di Trapani due
F-16 e tre Tornado.
I velivoli hanno effettuato una missione analoga alla precedente,
rientrando in base alle 13.40 circa.
In aggiunta alle missioni svolte dai velivoli dell'Aeronautica
Militare in ambito coalizione, le Unità navali della Marina
Militare sono in navigazione nell'area sud e cooperano altresì con
gli assetti dell'Aeronautica per il controllo e la difesa dello
spazio aereo nazionale.
Nel Canale di Sicilia sono anche presenti la nave rifornitrice Etna
ed il pattugliatore di squadra Borsini, che sta svolgendo la
missione di vigilanza pesca e controllo dei flussi migratori.