Dolomiti Energia presenta l’invaso da 360mila metri cubi
Un’opera da 400 milioni per energia e irrigazione. Ma la popolazione di Salter solleva forti perplessità: non convince i residenti
Si è tenuta nella Sala Civica di Salter un’affollata assemblea pubblica con all’ordine del giorno il progetto di Dolomiti Energy per la realizzazione di un bacino idrico nella località «En Val» della frazione del comune di Romeno.
Il Consiglio comunale del paese dell’alta Val di Non entro il 30 giugno è chiamato ad esprimere un parere paesaggistico-ambientale in merito al progetto di massima avanzato dal Gruppo Dolomiti Energia Spa che prevede la costruzione di un bacino di 360mila metri cubi di acqua, una lunghezza di circa 400 metri e una superfice di circa quattro ettari nel territorio del paese di Salter.
Il sindaco Luca Fattor, ha convocato la riunione nella quale sono intervenuti anche esponenti di Dolomiti Energia, così da discutere con la cittadinanza la proposta della compagnia energetica provinciale, pubblica per l’80% del capitale e partecipata da privati per il 20% e in procinto di quotarsi in borsa, e capire quale sia la volontà degli abitanti.
Nell’introdurre l’incontro, il sindaco ha spiegato che l’amministrazione comunale ci ha tenuto molto a creare il momento di confronto, anche perché egli stesso desidera approfondire i contorni della proposta certamente impattante per l’abitato e la zona.
Rispondendo alle numerose domande che si alzavano dalla sala gremita, gli ingegneri di Dolomiti Energia hanno spiegato che l’invaso ha principalmente uno scopo idroelettrico ma anche di fornitura di acqua irrigua per le colture della sinistra idrografica del Lago di Santa Giustina e fino alla Terza Sponda.
Il rendering.
Il bacino di Salter si inserirebbe in un sistema di invasi nella Valle di San Romedio (fra le poche zone ormai rimaste integre in Valle di Non) e che prevede la creazione di due centrali elettriche di complessivamente 200 megawatt costruite nelle viscere della montagna: durante il giorno, quando il prezzo dell’energia è basso, delle potenti pompe pescherebbero l’acqua dal fondo del Lago di Santa Giustina a riempire gli invasi a monte, tra cui quello pensato a Salter.
Durante le ore notturne, il bacino verrebbe svuotato e dunque l’acqua, per caduta, produrrebbe energia elettrica ceduta al sistema nazionale, generando così un utile annuale di decine di milioni di euro.
La ricaduta di questa immane opera, i cui costi in capo a Dolomiti Energia, si aggireranno sui 400 milioni di euro, avrebbe anche un forte beneficio sul sistema di irrigazione delle mele della Val di Non, specialmente in stagioni siccitose.
L’assemblea, davvero molto partecipata, ha espresso voci che invitavano a considerare il cambiamento climatico e molto forte e numerosa è stata la parte di pubblico che ha manifestato avversità al progetto, argomentando innanzi tutto che sulla zona individuata è posto dal Comune stesso da ormai oltre un decennio un divieto di coltivazione intensiva delle mele facendo così di Salter un gioiello paesaggistico conosciuto e apprezzato, evidenziando quindi un chiaro controsenso.
Anche l’utilizzo privatistico ed economico del territorio collettivo solo a favore di un soggetto esterno e poi la costruzione di un bacino artificiale di quell’ampiezza, con una diga contenitiva di quasi 15 metri, insita ai margini di un paesino di poco più di quattrocento abitanti, per molti presenti, pongono a sfavore del progetto.
I cittadini hanno colto favorevolmente la volontà espressa in sala dagli esponenti di Dolomiti Energia di ricercare dunque delle alternative sulla collocazione dell’invaso.
Il sindaco Fattor ha dunque sciolto la riunione dicendo di aver preso atto della contrarietà dei presenti rispetto al progetto in essere e che, dunque, come amministrazione comunale se ne farà carico di riportarlo alle autorità competenti.